Ne avevamo già parlato. I senatori del pdl hanno presentato un ddl che intende dare capacità giuridica a colui che verrà sin dal momento del suo concepimento.
Non è certo una novità. Il tentativo vuole aggirare la 194 rendendola inattuabile. Ma come siamo arrivate fin qui?
Innanzitutto a partire dalla legge 40, quella che parla di procreazione medicalmente assistita, che assegna i diritti all’embrione equiparandolo ad una "persona". Poi ci sono stati i provvedimenti regionali, in lombardia, in qualche città del lazio e un tentativo non andato a buon fine nella regione sicilia. In quei provvedimenti e in quelle proposte l’embrione abortito si reputa meritevole di degna sepoltura come fosse una "persona" sebbene non ne abbia titolo giuridico fino a che la legge non glielo assegna. Non potendo cambiare i regolamenti funerari in ambito nazionale hanno ovviato facendo rientrare la questione all’interno del riordino sanitario locale per questioni di igiene.
In lombardia il capitolo sulla sepoltura dell’embrione è stato inserito tra un paragrafo dello smaltimento di rifiuti sanitari e l’altro. Così hanno deciso che ogni qual volta una donna abortisce l’asl le presenta un certificato per farle decidere come vuole "smaltire" l’embrione, se tramite sepoltura a cura del comune o tramite sepoltura alla quale dovrà pensare lei.
In lazio, nella città di roma, per esempio si è parlato di cimitero degli embrioni con l’aggravante delle lapidi (e conseguente scelta dei nomi). Non solo per i feti abortiti spontaneamente ma anche per gli embrioni abortiti per scelta. Un ricatto psicologico dopo l’altro. Una opera di criminalizzazione dopo l’altra.
In sicilia volevano copiare la norma lombarda ma la questione fino ad ora non è andata avanti.
Il punto chiave della faccenda era il medesimo. In italia la sepoltura viene riconosciuta ad una persona giuridica. Se sancisci che un embrione può essere sepolto hai deciso che si tratta di una persona.
In italia qualunque scelta riguardi una "persona giuridica" è giudicata secondo la legge. Se una donna abortisce una "persona giuridica", tale sin dal momento del suo concepimento, così come pretende il ddl della destra, quella donna sarà giudicata secondo la legge, ovvero sarà considerata una "assassina".
La legge 194, che lascia libertà di scelta alle donne e regola l’interruzione di gravidanza fino alla 12° settimana o fino alla 24° in caso di aborto terapeutico, non avrebbe più senso e non potrebbe essere più applicata perchè riconoscere il diritto giuridico del concepito significa giudicare le donne non più in grado di poter decidere del proprio corpo e della scelta di maternità responsabile a partire dal momento in cui il concepito assume la posizione giuridica per essere ritenuto tale.
Il passo successivo alla mossa della destra, coerentemente alle peggiori convinzioni dei peggiori fascisti che vedono nelle donne soltanto oggetti sessuali-riproduttivi ottimi per azioni di pulizia etnica, è quello di considerare le donne incinta non più in grado di intendere e di volere e dunque di metterle sotto tutela di padri, mariti, psichiatri, di metterle in galera e di obbligarle ad abortire illegalmente, clandestinamente, con il rischio altissimo di morte.
Volendo inserire questa proposta in questo momento storico diciamo che è possibile sia solo la solita scusa per distrarre l’opinione pubblica da questioni altrettanto serie. La crisi economica, la disoccupazione, il totale scollamento tra poteri e base sociale, lo squilibrio visibile tra reti di sostegno e tessuto sociale disagiato.
Inquadrandola tuttavia nel tempo autoritario in cui viviamo, che ricordiamo non si occupa solo di questo ma anche di possesso dei corpi in senso generale, e parliamo di testamento biologico, obbligo di alimentazione e idratazione, accanimento terapeutico in una logica che giudica tutti i corpi di proprietà dello stato, potremmo dire del regime, e si occupa anche di obiezione di coscienza di impedimenti di ogni tipo per fare vivere alle donne la sessualità senza arrivare all’aborto, in un’ottica di prevenzione che viene contrastata con il rifiuto di vendita di contraccettivi, pillola del giorno dopo etc etc, questa ulteriore proposta, e ci riferiamo al ddl, non è che la conferma ulteriore del fascismo che subiamo.
Ci rivolgiamo fondamentalmente alle donne che continuano a non pronunciare la matrice politica di tutto questo. Se le donne non dichiarano antirazzismo e antifascismo non stanno facendo i nostri interessi e di bla bla bla possiamo farne a meno.
Si può essere partigiane nell’uso dei corpi? Certo che si. Non per motivi ideologici ma perchè nessuno deve scegliere sulla nostra sessualità e sulla nostra vita, al posto nostro. Nessuno. E alla fine anche quelle che per timore o convenienza non hanno mai preso le distanze dalla destra dovranno ricredersi e, forse, persino esserci grate perchè vorremmo lasciare alle nostre figlie un mondo un po’ più libero di come si prospetta, con o senza di loro.
E pensateci. Pensiamoci.
Leggi anche:
Il patriarcato fascista: come Mussolini governò le donne italiane
no. rispetto agli uomini non se la prendono con quelli che inseminano aggratis. se la prendono con quelli che fanno sesso non a fine riproduttivo: gay, trans, etc etc.
Tutti quelli che si sottraggono al ruolo imposto vanno al macero. per le donne l’obbligo riproduttivo. per gli uomini l’obbligo machista.
Ma come possiamo mai aspettarci che la dignità della donna non venga messa in discussione quando sono proprio le donne ad essere co-fautrici dello squadrismo mentale fascista?? quando alcuni anni fa ho abortito in una struttura pubblica alcuni uomini a cui ho affidato la mia vita sono stati dei luridi maiali, ma sono state soprattutto le donne (una ginecologa, un’infermiera e un’assistente sociale nello specifico )a ostacolarmi con le loro obiezioni di “coscienza”, violentandomi emotivamente con i loro insulti, le loro maledizioni, cercando di intimorirmi con anatemi di stampo catto-fascista mentre lottavo per esercitare un mio diritto . Manca solo la lapide del feto ai milioni di donne come me e il dramma è completo
Va bene, ammettiamo pure che sarà così, ma a questo punto dovrebbero essere puniti anche gli uomini che sono intervenuti nel concepimento (come giustamente fa notare NohaIjiachi ).
Parliamo di logica. Se il nascituro ha personalità, questa non ho ben capito se appartiene alla donna soltanto. Nel qual caso, che razza di personalità (che implica un distacco, un’autonomia) sarebbe? Quindi, mi domando, la sola responsabile dell’omicidio dovrebbe essere la donna? Ma l’uomo che non si interessa del nascituro, che pure ha i suoi geni, dove sta? Anche lui dovrebbe essere preso in considerazione come almeno complice, a meno che gli uomini non siano altro dai loro figli (tuttavia mi domando perché alle volte si ragiona biologicamente e altre no), ma a questo punto torna la mia domanda: la personalità del nascituro è tale soltanto in base ad un soggetto, cioè la donna che lo porta in grembo (il che mi porta a pensare che non vi siaa proprio alcuna personalità)? Ma, ripeto, che razza di autonomia è? Da qui deduco, che appunto l’uomo è deresponsabilizzato e non ha alcun legame con i figli. E quindi, perché però esiste l’affido condiviso?
(Le famose capacità, ecc. della giurisrpudenza sono una sola.)
E perché ‘sta gente vede sempre e soltanto una faccia della medaglia?
Che cazzo di schifo (scusate il francesismo).
Non ho parole, sul serio. Solo sgomento. Ma una cosa dovrebbe fare? Ma pensano che una donna non soffra ad abortire -per scelta o non-?
Sono pazzi, sono completamente pazzi.
Ma gli uomini dove sono in queste situazioni? Che comincino a prendersi le loro responsabilità, quel feto è anche loro.
Che schifo.
cara,
certo che questa è violenza sulle donne. è violenza istituzionale e quando ti priveranno del diritto di gestire il tuo corpo saranno autorizzati a esercitare anche violenza fisica, costrizione farmaceutica, etc etc etc. questo è quello che fa uno stato fascista e autoritario.
cosa possiamo fare? urlarlo, dirlo con chiarezza. pretendere che lo dicano altre e farci sentire in ogni modo possibile.
sui nostri corpi non detteranno legge.
Cosa dobbiamo fare? me lo dite? cosa posso fare? a chi ci possiamo rivolgere? chi parla per noi, chi ci rappresenta come esseri umani, come persone?
Anche questa è violenza contro le donne.
Facciamo qualcosa!