Ho visto cose che gli umani non possono neppure immaginare. Ho visto formarsi in dieci minuti di pioggia un metro d’acqua sotto casa e la gente che toglieva le scarpe, arrotolava i pantaloni e attraversava la strada a piedi nudi. Ho visto la monnezza galleggiare, giacchè se l’Amia fa sciopero perchè qualcuno si è fottuto i soldi degli stipendi per andare a Dubai quella monnezza resta lì e con un metro d’acqua alla fine galleggia. Buste di plastica, lattine che ti possono tagliare le ruote dell’auto, elettrodomestici. C’è chi è rimasto intrappolato in casa e vedeva una processione di elettrodomestici smessi scorrere lungo un fiume di acqua fetente e non era una bella scena. Una città che si allaga così in fretta può essere teatro di qualunque cosa, se hai voglia di suicidarti ci puoi anche annegare, se hai voglia di ammazzare qualcuno basta che gli tieni la testa sott’acqua.
La pioggia in sicilia uccide, a Palermo però c’è chi ha l’ironia per scherzarci su. Vedi il tizio con la canoa, poi c’è un tale sulla tavola da surf, qualcuno ritocca le immagini e aggiunge un vascello fantasma o lo squalo. Le conversazioni telefoniche mediamente sono abbastanza bagnate. "Pronto" non è più la risposta abituale. Si dice "ce l’hai un canotto?", "non ci crederai ma ho appena visto una signora immersa fino alla coscia che continuava a tenere aperto l’ombrello per non guastarsi la messa in piega".
Se ho visto annozero è stato solo a causa della pioggia. Eravamo tre femministe a sud e tutte quante abbiamo odiato il direttore di libero, il vicedirettore de il giornale, la tizia dormiente che si è riaccesa solo per dire alla compagna femminista bolognese che un top scollato non sta bene, l’arpia della giovine italia che ha fatto la faccia di mia zia vecchia di settant’anni mentre rimproverava alla femminista di essere una di quelle che tengono nei blog la spillina "anche io sono una puttana". E dato che è troppo meraviglioso vedere una fascista impettita con i lineamenti tirati come se avesse una paresi nervosa allora il bollino glielo piazzeremo qui a giorni alterni o lo aggiungeremo stabilmente tra i banner laterali.
Neanche santoro ci è piaciuto granchè perchè alla fine fa sempre la figura di quello che pur di fare audience butta nell’arena chiunque. Fare massacrare la daddario non è stata una grande idea e speriamo per la daddario, senza apostrofo perchè ci piace così, che farsi massacrare sia stato utile. Certo è stata la più simpatica del gruppo e avendo la consapevolezza di partecipare ad una mega fiction per menti intorbidite dall’agenda informativa dettata dal gossip non abbiamo potuto fare a meno di affermare che "siamo tutte daddario".
Vogliate immaginarci così, un po’ daddario un po’ no, un po’ mortisie con i capelli biondi, travolte dalla pioggia torrenziale a guardare incredule l’ennesimo elettrodomestico galleggiante del quale abbiamo provato a indovinare la marca.
Condivido appieno e mi permetto di copiaincollare la nota che ho scritto subito dopo la trasmissione. Mattia.
“La trasmissione di Santoro: la D’Addario dà un’impressione di sé come di una persona dignitosa, nonostante il lavoro di “escort”, e mette in evidenza per contrasto lo squallido mondo in cui vivono Berlusconi e i suoi accoliti.
Purtroppo Santro l’ha fatta parlare poco e male, facendole domande inutili, interessato ai risvolti giudiziari della vicenda. Ma chi se ne frega! Più importante – come é riuscita a far notare la brava Norma Rangeri – era fare emergere il mondo in cui vive Berlusconi, nel quale il sesso é una merce di scambio, il cui valore d’uso é il corpo delle donne. Un mondo che sta cercando di imporre a tutti noi.
Scelta sbagliata quella di Santoro di permettere a Belpietro di dialogare direttamente con la D’Addario. Il “giornalista” ha adottato una strategia da farabutto, tutta volta a delegittimare la testimonianza della “escort”, fino da arrivare a dirle, da vero stronzo: “Lei come vive? Chi le dà i soldi?”, intendendo con questo che dietro la D’Addario ci sarebbe un vero piano per delegittimare Berlusconi. Ma la escort non si é fatta mettere i piedi in testa ed ha risposto “E lei, chi la paga?”. Domanda azzeccata.
Senza parole il processo di Vespa a Annozero, che non ho visto: fare una trasmissione per criticare un collega, anche se ti sta antipatico, rompe una tacita regola in uso tra giornalisti e soprattutto denota una terribile assenza di buon gusto. Certo, mi rendo conto che non si tratta del problema più grave di Bruno Vespa…”
grande fikasicula! per fortuna non sono stata la sola ad aver avuto questa sensazione, quella di ascoltare un gruppo di giornalisti-uomini-guardoni- e anche viscidi a caccia del particolare piccante. ho cambiato canale, ho visto un film in dvd e non ho seguito neanche l’intervista alla daddario, ho asciugato il ballatoio allagato e buonanotte!