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L’italia crolla

L’italia sta venendo giù a pezzi, come fosse costruita con cemento depotenziato sin dalle fondamenta. Dalla sicilia la prospettiva dei crolli la si distingue distintamente. Tutto sommato siamo la scarpa del continente e se crolla la scarpa chissà se mai si potrà trovare un arto artificiale a sostituirla. 

Qui negli anni sono crollate un sacco di strutture, strade, ponti, viadotti appena fatti (la palermo-messina, la gela-caltanissetta). Sono crollati interi palazzi – per "cedimento strutturale". Le costruzioni crollano preventivamente, oggi domani un terremoto, siamo già avanti col lavoro. 

Pare che abbiano analizzato il materiale usato per la costruzione degli ospedali. Sono tutti fuori norma. Ne hanno sequestrato uno ad agrigento e i cittadini si ribellano perchè vogliono l’ospedale in città. Si ribellano soprattutto i medici che altrimenti resterebbero senza posto di lavoro, senza gli incarichi da primario ritagliati apposta per loro nel "nosocomio" cittadino.

Le strutture di sabbia però sono una ricetta d’esportazione e dunque come può sorprenderci che abbiano evaquato una palazzina ad Ostia. Il dubbio resta a proposito di grandi strutture, le promesse berlusconiane, quei percorsi che da mestre a torino, milano, bologna, roma, etc etc, sono stati utili al taglio del nastro di partenza dei lavori. Che importa se poi servono riparazioni su riparazioni un giorno si e l’altro pure.

L’italia crolla perchè qualcuno l’ha costruita male e non serve distrarci cacciando via i senegalesi dalle coste, o le donne con il burkini dalle piscine, perchè l’italia crolla lo stesso e noi ci priviamo di tanti uomini e donne che potrebbero aiutarci a sorreggerla. Lo dice bankitalia che gli immigrati sono essenziali e afferma con orgoglio che grazie alle donne immigrate le donne italiane possono accedere alle professioni più elevate. 

Come dire che se noi donne italiane vogliamo più futuro dobbiamo per forza agevolare nuovi stati di schiavitù. Se bankitalia dice che la sanatoria badanti, la tratta delle schiave legalizzata, la stanno facendo per fare un favore a noi e sollevarci dai lavori più pesanti come potremmo contraddirla?

Bisognerà pur ringraziare perchè non si riesce a creare uno stato differente, a ripensare un welfare che non sia di peso esclusivamente sulle donne, italiane o straniere non importa perchè sempre di donne si tratta.

M’importa una sega, per dirla alla fiorentina, che io posso accedere a ruoli più importanti se per farlo devo averci la negra a servizio. La mia emancipazione non può passare attraverso la schiavitù di una mia simile. Passa attraverso l’emancipazione di tutte. Tutte o nessuna, con il burkini o senza, giacchè non si tratta di apparenza ma di sostanza. La mia emancipazione non può passare attraverso il sacrificio di mia madre a fare da balia alla famiglia e non può passare dal sacrificio di una sorella a tenere a bada i genitori se tu sei impegnata nel lavoro. L’emancipazione passa attraverso il ripensamento del welfare, della programmazione economica, della responsabilizzazione di tutte le componenti sociali, maschi compresi. Io potrò accedere ad un lavoro migliore se tutti mi daranno modo di studiare, dedicarmi al lavoro e a me stessa. Se avrò strutture, servizi, asili, scuole, se in casa i lavori saranno equamente suddivisi su tutti i membri della famiglia.

Se è questo il modello di democrazia ed emancipazione che esportiamo allora si capisce perchè in afghanistan le donne non possano più neppure votare e perchè nel governo voluto dagli stati uniti e i suoi alleati – italia compresa – sia passata una legge che decide che una donna è obbligata a fare sesso con il proprio marito pena il digiuno. Come i muli, gli animali da soma, quelli da circo, i buoi da traino, le mucche da mungere, le capre da lana: o produci per il tuo padrone o non sarai nutrita. Mi chiedo che razza di lucchetti useranno per le dispense per essere certi che le donne non mangino di nascosto.

L’italia crolla pezzo per pezzo, crollano le strutture, le persone, una finta democrazia sorretta dagli stuzzicadenti dove gli esclusi, i diseredati, quelli che stanno a margine, ingabbiati, ammassati nelle prigioni, soffrono di claustrofobia. Perciò la gente che dal carcere tenta di rimuovere massi e pilastri che non lasciano loro neppure un po’ d’ossigeno in realtà stanno provando a venire fuori dalle macerie di un grande, enorme terremoto. 

Forse bisogna davvero demolirla questa italia per tirarla su per bene. Degli appalti e dei subappalti però stavolta ce ne occupiamo noi. 

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


2 Responses

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  1. GM says

    Visto che questo Stato lo permette occorre sia mobilitarsi con manifestazioni e boicottaggi, sia fare causa a proprietari di piscine e titolari di bagni.
    Giuseppe Giannaccini, proprietario del bagno Trieste Primo (il Trieste Due è di Carlo Giannacchini) di Forte dei Marmi, è un volgare razzista e sicuramente si mangerebbe le mani se gli facessero causa segnalando anche all’autorità competente la violazione delle condizioni della concessione (in primis: rispettare la legge, Costituzione inclusa).
    In rete si trova anche il numero di telefono di quel bagno (vedete voi se metterlo), giusto nel caso si volesse comunicare a quella sgradevolissima persona un’impressione sulla faccenda e magari anche la decisione di non mettere mai piede in una struttura gestita con tanta maleducazione e tracotanza.

    La relazione di Bankitalia è patetica e smaccatamente schiavista, si sa benissimo che ci servono come il pane anche professionalità ben qualificate come gli operatori socio sanitari (negli ultimi anni ne sono venuti molti dalla Romania) e laureati in materie matematiche e scientifiche (da noi quelle facoltà non sono frequentatissime).
    Ricordavo di aver letto di un’analisi statistica che diceva ciò che ha dichiarato Draghi, ma senza il compiacimento nel vedere laureati stranieri fare il lavoro che dovrebbero fare i semianalfabeti italiani.
    Ho controllato e l’ho trovata su un manuale di economia politica (il Samuelson – Nordhaus): nel 1995, nell’articolo “The impact of the immigrants on host country wages” pubblicato nel “Journal of Economic Perspectives”, si scriveva che l’impatto dell’immigrazione sul mercato del lavoro è limitato per gli abitanti originari e che, al massimo, si è riscontrata una flessione dei salari dell’1% in corrispondenza di un aumento di immigrati del 10%.
    Questa diminuzione del salario avviene in posti dove l’economia non cresce neppure con l’avvento di nuova manodopera, invece dove gli imprenditori non hanno le pezze al culo la paga resta stabile (e potrebbe anche crescere se solo certa gente sapesse ancora lottare per ciò che le spetta invece di prendersela con il primo capro espiatorio facilmente attaccabile).

    [Comunicazione tecnica: sono sempre quello che metteva l’indirizzo di Gmail, ora ho messo l’altro perché Google si è svegliata male e mi ha cancellato l’account]

  2. kora says

    Stamattina seguivo in tv l’intervista ad una badante russa, una Donna colta che nel suo paese d’origine aveva una posizione che adesso qui in Italia permette a un’altra di noi di occupare. Arrivata in Italia al nord non l’hanno voluta perché per lavare il cu.o ai vecchi della lega bisogna conoscere la lingua così è approdata in campania ovviamente un lavoro senza contratto che la costringeva a rimanere irregolare, come la maggior parte delle badanti. La conduttrice in questa intervista era solo una pedina che neppure si rendeva conto di essere usata per mostrare la gloria dell’impero, come ai tempi del ventennio, diceva ad un certo punto che gli immigrati perbene hanno la stima dello stato, infatti la signora adesso è regolare. Peccato che per arrivarci ci ha impiegato anni e anni. L’altra cosa che mi ha fatto rabbrividire è la motivazione che ha portato quella signora nel nostro paese: un marito da cui si era separata e a cui doveva provvedere economicamente. In ultimo, ma non meno importante, nessuno faceva notare che se il nostro paese ha tante badanti significa che ci sono tanti anziani a cui lo stato non garantisce assistenza e sopperisce alla sua mancanza sfruttando questa nuova tratta delle schiave, che dalle mie parti ( in Puglia) restano a disposizione 24 ore su 24 tranne un solo giorno libero alla settimana per la misera paga da fame di 500 euro vitto( molto scarso) e alloggio e qualcuno, anzi molti, affermano che questa sia una signora paga perché nei paesi dell’est con quei soldi si conduce una vita da nababbi. Vorrei vedere loro con 500 euro al mese. Ma qui a forza di parlare di gabbie salariali tutto pare lecito. Uno schifo niente male!