Ho un amico. Anche più d’uno. Ma quello al quale mi riferisco lavora in fabbrica al nord. Parliamo del contratto unico nazionale e dell’accordo terribile siglato da sindacati (tranne cgil), confindustria e governo in gennaio di quest’anno per avviare la contrattazione separata, soggettiva, personale, locale, diversa da un datore di lavoro all’altro.
L’accordo non è ancora entrato in fase attuativa e le uscite leghiste sulle gabbie salariali, seguite dalle affermazioni apparentemente tranquillizzanti di altri rappresentati del centro destra (i primi parlano di contratti sulla base della geografia del territorio e i secondi di contrattazione federale o separata proprio come da accordo precedentemente firmato), altro non sono che una pantomima che legittima politiche sul lavoro che nessun lavoratore in grado di intendere e volere potrebbe altrimenti approvare.
L’autunno si prospetta dunque abbastanza impegnativo e al mio amico chiedevo cosa ne pensano in fabbrica. Lui mi parla di una situazione abbastanza stravagante: in fabbrica molti sono iscritti alla cgil ma la maggior parte degli iscritti al sindacato votano lega.
"Davvero?" – dico io.
"Certo!" – risponde lui come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Mi spiega allora che per fortuna il sindacato non è più legato ai partiti in senso classico e che proprio il legame con i partiti ha permesso che la cgil perdesse radicamento in molti territori. Poi rincara la dose:
"Anche il nostro rappresentante sindacale è leghista!"
Solito anda-rianda: "Davvero?" – "Certo!".
Chiedo:
– ma nelle assemblee il rappresentante chi rappresenta?
– i lavoratori…
– di qualunque appartenenza politica?
– certo.
– ma se voi votate compatti contro la proposta governativa a proposito della cancellazione del contratto unico nazionale e poi il governo, del quale fa parte la lega, decide di approvarla lo stesso, i leghisti che stanno in cgil scenderanno in piazza a scioperare? smetteranno di votare lega?
– scenderanno in piazza a scioperare ma non smetteranno di votare lega.
– ma la cgil sa di essere condizionata dall’interno? cioè: sa che c’e’ questa grossa componente leghista che partecipa alle assemblee?
– certo che lo sa. E’ una cosa che succede spesso a nord.
– ah, ecco. Ora mi spiego perchè ci sono donne della cgil che sono totalmente in contrasto con le nostre opinioni. Sono di destra.
– beh, e che pensavi… Essere della cgil non è mica garanzia di possesso di cultura di sinistra. Cofferati ti è sembrato un sindaco di sinistra?
– in effetti no.
– ecco. appunto.