Avete presente quanto si diceva ieri? E’ confermato: dalle ceneri del ’68 riemergono donne – come se appartenessero ad un’unica corporazione – che hanno perso vista e buon senso e che legittimano la posizione arrogante di certe "femministe" del centro sinistra istituzionale-accademico-borghese che non solo hanno "interrotto" il proprio percorso di rivoluzione ma non vedono altre piazze se non quelle popolate dalle loro bandiere. Tutte le altre puntualmente vengono denigrate, negate, addirittura si finge non vi siano mai state.
E’ davvero triste che si decida, in pieno agosto, di avviare un dibattito di questo tipo specialmente se ciò, come temo, prelude alla preparazione di una eventuale piazza in autunno – annunciata da franceschini – di donne indignatissime che fanno riferimento al quotidiano l’unità e che faranno spezzone in una eventuale manifestazione pd. Il motivo di tanta indignazione sarebbero le abitudini sessuali del premier e certo, il suo modo di governare, e certo, anche altre cose. Come già scritto ieri però da queste donne si esigerebbe coerenza e anche l’onestà intellettuale di riconoscere che hanno preso molteplici cantonate, che non sono diverse da certe donne del centro destra a partire dalle posizioni sugli immigrati, sulla sicurezza, sui cpt creati dalla legge turco-napolitano, sulle ronde delle città con sceriffi di centro sinistra, sul lavoro, sul welfare la cui progettazione affidata nell’ultima legislatura alla bindi era solo un po’ – troppo poco – diversa da quella proposta da sacconi.
Però certo, sono donne che al parlamento votano compatte per un pacchetto sicurezza che condanna gli immigrati alla clandestinità e poi fanno una chiamata alle armi contro la vita libertina di berlusconi. E nel frattempo insistono nel non vedere al di la’ del proprio naso e tutto ciò che non vedono per loro non esiste e in tutti gli interventi tirano fuori la tiritera della differenza tra la loro "genuina" indignazione, il loro "grandissimo ed evidentissimo" attivismo e la presunta assenza delle donne delle quali non amano parlare perchè fanno tanto e aggregano in ogni città, in ogni regione, costantemente, però non sono tesserate del pd.
Dalle scelte a proposito di riforme elettorali – compresa l’ultima recentissima in toscana – sappiamo che il pd non accetta nulla al di fuori di se’. L’unica opposizione dovrebbe essere rappresentata da loro, tutto il resto viene massacrato sotto la scure di una miopia politica e di una scarsissima lungimiranza che condanna tutti gli altri (e le altre) a sparire tra uno sbarramento ed un altro. Parliamo della politica per come la concepiscono, parliamo di soggetti che metterebbero uno sbarramento anche ai movimenti, quelli liberi, quelli che non sono "un po’ di sinistra ma anche no" e che sono decisamente di sinistra e dunque per questo condannati alla invisibilità.
Oh come è semplice fare le indignate quando si decide che quella scritta tra le vostre righe sia l’unica verità possibile. Oh come è noioso leggere la tiritera a proposito delle donne che scelgono il web come mezzo di comunicazione esattamente come la urbinati e la ravera scelgono di scrivere un libro o scelgono l’unità per farci sapere il loro pensiero. Come è triste leggere interpretazioni della realtà presente pieni di pregiudizi e di concezioni medioevali del rapporto uomo-macchina, anzi donna-macchina. Come a voler perennemente sminuire il grande lavoro che c’e’ dietro ogni comunicazione, ogni interattiva e non autoreferenziale condivisione di saperi, quelli senza copyright, quelli che possono raggiungere tutte e tutte possono farli propri e rimetterli in gioco nelle loro piazze e nei loro territori.
Ne avete di strada da fare perchè il mondo è cambiato e i porci con le ali oggi volerebbero sul serio se solo non continuaste a inveire terrorizzate che il futuro vi scavalchi e crei nei fatti una politica dal basso diversa da quella che voi volete imporre. Ed è un vero peccato che certe donne dichiarino la non esistenza di ciò che non vogliono o non sanno vedere e che non si distinguano dalla politica maschile.
E’ un peccato che esse traccino linee nette di separazione a partire dalle differenze anagrafiche, da quelle di ceto, di casta (la casta delle donne con diritto di parola che raramente riconoscono questo diritto ad altre donne), dalle diversità ampie che si realizzano per la differente formazione e provenienza. Antiche, non trovo altra parola per definirvi. Antiche e un po’ noiose, se devo dirla tutta. Anche poco interessanti, volendo, per la incapacità di vedere l’alterità e di addebitare le interruzioni a chi se le merita (quali donne? tutte le donne? forse è un’autocritica o una seduta pubblica di autocoscienza in casa pd? usare la categoria assoluta "donne" è abbastanza presuntuoso, non vi pare?).
Sapete che c’e’: Fatevi la vostra manifestazione d’autunno, annunciatela con forza a partire dalla negazione di quello che c’e’ ed è reale, fatela scaturire dall’esigenza che vi sia bisogno della pregnante presenza dei cittadini e delle donne del pd in piazza, scimmiottate un po’ di marketing per promuovere l’impromuovibile, fingetevi rivoluzionarie, per un giorno, a telecamere accese. Tutti gli altri giorni a combattere ci saremo noi. E voi negherete la nostra esistenza…
Ps: mi raccomando, il prossimo anno di questi tempi, questa cosa, rifatela. Inizi chi vuole a dire che le donne non ci sono e bla bla e poi organizzatevi un altro bel raduno di belle signore funzionali al maggiore partito "d’opposizione" (ah ah) per dirvi indignate di qualcosa. La pettinatura indecorosa di berlusconi potrebbe andarvi bene?