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Dove siete?

Nadia Urbinati dalle pagine dell’unità torna a rifare la stessa domanda che già aveva posto sulle pagine di repubblica. Dove sono le donne italiane? Quelle che combattono, che hanno qualcosa da dire, che somigliano alle splendide ragazze che si sono viste per le strade di teheran.

Già al primo  "dove siete" lea melandri rispose un "siamo qui ma fanno finta che non esistiamo" denso di significato. La sua risposta non fu pubblicata e la facemmo circolare via mail, attraverso i nostri canali, con i nostri mezzi certo assai diversi rispetto a quelli di cui dispone repubblica. Fu per questo che lea melandri chiarì, come fu ampiamente dimostrato in quella e in mille altre occasioni, che non sono le donne ad essere assenti ma le fonti di informazione che censurano i nostri contenuti e le nostre battaglie. 

Nadia Urbinati allora lasciò un commento risentito come di chi non fosse stata affatto capita. Noi in qualche modo riparlammo della faccenda e chiarimmo che la percezione che si ha vivendo altrove non è certo quella che si può avere restando a contatto con i gruppi di donne che fanno mille cose e con gran fatica ogni giorno, ogni mese, ogni anno.

Ora Nadia Urbinati è venuta per un breve periodo (forse in vacanza?) in italia e non si capisce se sia stata delusa dal fatto di non aver trovato nessuna donna a fare iniziative in piazza sotto il sole d’agosto o dal fatto di aver chiacchierato con chi in certi contesti tende al disfattismo più totale, fatto sta che riformula la stessa domanda e spiace molto che si certifichi attraverso i quotidiani a grande tiratura che le donne in italia non facciano nulla specialmente se a certificarlo sono persone intelligenti i cui interventi vengono ospitati da giornali che sono ben attenti a non dare spazio a certe categorie di donne.

Basta farsi un giro per il web per vedere che le donne fanno tante cose. Il punto è che quelle donne spesso non sono del pd. Perciò Nadia Urbinati dovrebbe rivolgere la domanda direttamente alle fonti a partire dalle quali lei scrive. Una domanda coraggiosa e diretta per avere risposta circa i provvedimenti parlamentari che le donne del pd hanno fatto passare con il loro voto o con la loro astensione, attaccate al tram della politica securitaria, assegnando alla lega e al centro destra il diritto di decidere la politica di tutto il paese a proposito di "sicurezza" e di mille altre cose. Bisognerebbe chiedere loro dove sta l’opposizione laica, quella che dovrebbe chiedere il rispetto per i migranti, per i gay, per le lesbiche, per le trans, per chi non è cattolic@, per le donne che vogliono interrompere la gravidanza. Bisognerebbe chiedere perchè mai in sede di comuni o province o regioni votino provvedimenti e leggi che fanno accapponare la pelle, come quella della sepoltura degli embrioni abortiti, dei cimiteri degli embrioni, delle associazioni antiabortiste nei consultori, della sicurezza antimmigrato, etc etc etc.

Dove stanno quelle donne? Dove sono le donne che non sanno agire indipendentemente dalla linea che detta il segretario di partito? Glielo chieda, Professoressa Nadia Urbinati, e chieda alla direttrice dell’unità perchè certe notizie noi dobbiamo scoprirle per vie traverse e perchè non si pubblica nulla che non abbia la targa del pd.

Giusto in questi giorni alcune compagne di roma – non del pd – sono state a presidiare in difesa delle detenute del Cie di ponte galeria. C’e’ un gruppo di donne che ha lavorato costantemente sulla zona terremotata in abruzzo, ci sono quelle che appoggiano le occupazioni di altre donne senza casa. Altrove fanno altre cose ma nessuno ne parla a parte noi e poche altre con i poveri mezzi di cui si dispone.

Faccia la domanda giusta la prego: chieda dove stanno i mezzi di informazione che non censurano, quelli che informano davvero. Chieda di chi sono le risorse e come vengono gestite, chi egemonizza la cultura di sinistra di questo paese, chi tratta le lotte delle donne come fossero baronati, cerchie ristrette al solo contesto politico-istituzionale-accademico, in cui plurititolate hanno più diritto di parola di chi si fa il culo (si può dire culo, vero?) per le strade tutti i giorni.

Poi, abbia pazienza, ci sono donne che si suicidano per paura dell’arresto per clandestinità, donne che muoiono perchè hanno paura di recarsi in ospedale dove saranno denunciate se non hanno il permesso di soggiorno, disoccupate che hanno bambini da sfamare e sfrattate che hanno bisogno di un tetto: lei davvero pensa che in questo momento storico una iniziativa di signore ben vestite e indignate per via del puttanaio di berlusconi sia la cosa più necessaria? Davvero è così urgente inseguire iniziative inutili a fare da passerella mediatica per certe donne e certi partiti?

Non sarebbe forse il caso che le signore ben vestite accettassero di lottare a riflettori spenti e si sporcassero le mani e venissero a dare un’occhiata nei campi rom per vedere come vengono trattate le persone dagli sgherri delle amministrazioni locali (comprese quelle di centro sinistra)?

Lei è affascinata dalle lotte per le strade di teheran, ma saprebbe spiegarci come mai l’immaginario delle persone che pubblicano le sue lettere non va oltre il fango di un accampamento nomade? Dove sono i cittadini, le donne del centro sinistra quando c’e’ da sporcarsi le mani? Tutte a fare le intellettuali borghesi con belle lettere pubblicate sui quotidiani a chiedere come mai in italia la lotta delle donne non è esteticamente gradevole e visibile come quella condotta a teheran?

Come dire: di carne al fuoco ce n’e’ tanta e volendo potremmo continuare ma è quasi ferragosto, fa caldo, noi siamo attive tutto l’anno, abbiamo diritto ad un po’ di riposo. Si tenga in contatto e la prego la prossima volta che proporrà un testo per la pubblicazione racconti di quello che le donne fanno. Abbiamo già sufficienti detrattori, se ci si mette anche lei a trattarci da esseri invisibili a chi giova? Di chi è il vantaggio? 

Ps: quando noi scendiamo in piazza e facciamo battaglia in modo assai più blando rispetto alle pratiche usate dalle donne di teheran (con i san pietrini) sono proprio i quotidiani cui lei fa riferimento che ci descrivono come violente. Miriam Mafai su repubblica ha detto che lanciare verdura a giuliano ferrara equivaleva ad usare la p38 e in quanto alle donne del pd hanno bacchettato con toni durissimi le compagne perchè queste ultime hanno osato cacciare dalla manifestazione contro la violenza maschile sulle donne le signore prestigiacomo e carfagna venute a cavalcare l’iniziativa.

Chieda un po’ alle donne del pd come si è arrivato allo sdoganamento dei dis-valori di destra. Chieda loro come mai avevano siglato l’accordo del "branco rosa" tra donne di destra e centro sinistra. Chieda loro dov’era l’opposizione mentre a noi facevano ramanzine su ramanzine perchè dovevamo scendere in piazza in fila per due e condotte per mano dalle reazionarie cultrici del femminismo intellettual-borghese. Quello che non viveva sulla sua pelle la precarietà e i disagi che viviamo noi. Glielo chieda: dove diamine sono state e dove sono adesso?

—>>>Segnalo che c’e’ una continuazione della faccenda a proposito della quale potete leggere qui e qui

—>>>L’immagine della donna invisibile viene da qui 

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Scritti critici.


8 Responses

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  1. fikasicula says

    denise si, l’orario è sballato ma non posso correggerlo :|.

    a proposito del tuo commento: certo. mai detto che siamo una fiumana infinita. il punto è un altro. siamo una minoranza ma ci siamo e ne repubblica ne l’unità parlano così spesso di noi e quando ne parlano lo fanno per dire che lo cose descritte sopra. tutto ciò non si chiama inesistenza delle donne, tutto ciò si chiama censura. tutto ciò si chiama fingere la non esistenza di altro per dare più pathos ad un presidio di donne in tayeur con i cartelli indignati contro berlusconi. e per intenderci la battaglia contro berlusconi, a prescindere dal fatto che lui sia o meno un politico avariato, la sta facendo in maniera scandalistica proprio repubblica e l’unità. io di scendere in piazza al grido di “abbasso al puttaniere” per fare un favore a repubblica e all’unità non ci penso nemmeno. ci sono cose più importanti da fare…

  2. Denise says

    PS: mi sembra che gli orari dei commenti e forse anche del post siano un pò sballati! Sto scrivendo che è mezzanotte e 25 del 13 agosto, e sulla schermata segnala le 13!

  3. Denise says

    Concordo su tutto, ma allo stesso tempo ho un dubbio. Se è vero che voci critiche di donne esistono ma non conviene mediatizzarle (ed è vero), d’altro lato penso che “siamo” una sconcertante minoranza. Lo dico non perché abbia in mano statistiche o che, semplicemente perché mi guardo intorno, perché mi confronto ogni giorno con persone reali, ed è davvero raro per me imbattermi in donne (e uomini) critiche verso la, diciamo così, attuale “situazione femminile in Italia”. Vedo molto qualunquismo, accondiscendenza, cliché, apatico appiattimento sulla tradizione della donna-materna o sulla “Novità” della femmina vittima della culocrazia televisiva. Siamo poche, o m’imbatto malauguratamente sempre nelle persone sbagliate?

    Quello che voglio dire: è vero che i media mettono a sottacere questi nostri fermenti, assolutamente sì, però in quello che dice Urbinati (non mi va di giudicare dei modi, parlo del contenuto) c’è un briciolo di verità, anche se omette l’aspetto fondamentale da voi sottolineato. E’ vero che siamo poche. E forse è ANCHE per questo che la voce non arriva.

  4. fikasicula says

    serbilla spiega “meliamo” 😀
    qui a sud questo termine ci è ignoto o lo è a me 😛
    intendi dire mail-iamo?

  5. Serbilla says

    Sono d’accordo, con il post e con i commenti e le speranze.
    Che ne dite le meliamo il post?
    http://www.columbia.edu/…s/urbinati/faculty.html

  6. GM says

    Urbinati, dopo aver magistralmente spiegato che il silenzio delle donne è il silenzio delle donne (non per niente è professoressa eh), dice per ben due volte che non conosce il femminismo ed il suo modo di pensare.
    Caspita, sforzarsi un po’ no?
    Poi rinfaccia alle altre di non agire, mentre ella stessa non muove un dito se non per ergersi a portabandiera di una causa che – per sua stessa ammissione – le è ignota.
    In più mente: sa benissimo che ci sono iniziative importanti a difesa delle donne (e dei diritti di tutte le persone) portate avanti proprio dalle femministe di questo schifo di Paese.
    L’esimia professoressa è troppo vile per far notare a chi la paga per darsi un tono su un giornale che tutte le voci in difesa della dignità degli individui vengono censurate o mistificate, ma forse anche il coraggio è tra le cose che non conosce.

    Questo ed altri siti sono una fonte preziosa di riflessioni, informazioni ed iniziative; è tanto inconcepibile per i radical chic riprenderne i temi in almeno una pagina al giorno?

  7. fikasicula says

    cara, concordo totalmente sui lamenti radical chic ma a questo punto comincio a pensare che ci sia anche un po’ di malafede. la strategia per portare in piazza una cosa da donne borghesi (forse a settembre?) è farla passare come la grande rivoluzione del secolo passa attraverso la negazione dell’esistente. bisogna lasciare cenere attorno a se’, annientare il resto e poi fare risorgere una fenice reazionaria che pone come unico tema di interesse femminile la vita sessuale di berlusconi. intanto lasciano passare la moratoria sull’aborto, votano provvedimenti del cavolo ovunque etc etc…

    basta che la urbinati legga le pagine di questo blog (per semplificare basta andare alla voce iniziative) o quelle del paese delle donne o l’agenda di women.it o di zeroviolenzadonne e di tutti i siti che tengono il conto delle iniziative svolte, altro che fare il resoconto per chi non vuole sentire…

    bah, spero mi smentiscano e che una volta tanto mi sorprendano…

  8. B.S. says

    quoto come al solito, e sono convinta che ognuna di noi potrebbe rispondere con almeno una battaglia che ha fatto con le femministe / donne della sua città in un mese, mi piacerebbe sapere se la nadia al posto di lamentarsi di quello che non fanno le altre possa rispondere con una lotta al mese che abbia fatto lei, oltre all’inutile lamentarsi ovviamente.
    Per quanto mi riguarda, prendo luglio, e dico che a bologna e ravenna insieme alle ragazze dei collettivi universitari abbiamo fatto togliere dalle strade i poster delle fantastiche 4 dell’alma mater, a siena in università abbiamo parlato di stereotipi sessisti nella comunicazione, e in giro per l’emilia fatto formazione a giovani donne e uomini sulla violena contro le donne. Invito anche le altre a esprimersi con le iniziative locali del mese di luglio2009, magari facciamo un elenchino e lo mandiamo alla Urbinati, così capisce la massa che si muove censurata mentre lei è impegnata in lamenti snob radicalchic.