Era novembre di due anni fa, il governo di centro sinistra stava parlando di "sicurezza" in modi più o meno simili rispetto a come ne avrebbe parlato il centro destra l’anno successivo. In piazza dicevamo che la violenza comincia in famiglia, che l’assassino ha le chiavi di casa. In quell’occasione vennero a sfilare la prestigiacomo e la carfagna. Furono cacciate senza nessun riguardo. Esibivano i loro abiti formali e venivano a prendersi un pezzo di notorietà. Il giorno dopo i giornali avrebbero omesso di evidenziare che in piazza c’erano 150.000 donne e avrebbero parlato quasi esclusivamente delle speculazioni calcolate – con fotografi e giornalisti al seguito – delle due signore del centro destra.
Peggio fecero alcune ex femministe oramai istituzionalizzate e perfettamente funzionali ai poteri patriarcali che dissero peste e corna delle donne che avevano realizzato "il respingimento". Proprio come oggi il governo della carfagna e della prestigiacomo respingono altre donne senza curarsi degli stupri che li attenderanno nelle carceri libiche ne’ della sorte che toccherà loro. Per inciso: proprio oggi abbiamo saputo che una donna si è suicidata perchè non riusciva a regolarizzarsi. Anche questa è violenza. Si chiama violenza istituzionale e l’origine è la stessa.
Sono passati due anni da allora e sono state fatte altre manifestazioni, centinaia di iniziative in tantissime città, ore ed ore spese a tentare di colmare un vuoto di informazione reale e di sensibilizzazione su una questione imprescindibile: lo sterminio di tantissime, troppe donne per mano di un uomo che quasi sempre conoscono, hanno amato, hanno sposato.
Oggi si è saputo che un’altra donna è stata uccisa assieme ai suoi due bambini. Lei aveva chiesto la separazione e lui non ha trovato altro modo di affrontare la cosa che sterminare la famiglia della quale si riteneva proprietario. I giornali ne parlano come del solito incidente dovuto ad altro. Certamente vi sono cause sociali per quello che succede alle donne ma queste cause sono tirate in ballo sempre e solo per giustificare il gesto di un maschio che tratta moglie e figli come fossero oggetti di sua proprietà. Non c’e’ molto da dire in effetti, non più di quanto abbiamo già detto. Solo l’amarezza per un altro femminicidio annunciato, l’ennesimo, che forse si poteva evitare. Solo la rabbia che evidentemente tocca solo noi mentre la carfagna, ora ministra alle pari opportunità, continua a prodursi nella salvaguardia di questo luogo di sterminio che si chiama "famiglia".
Caliamo il sipario in attesa di nuove iniziative e nuovi appuntamenti. Torniamo nel silenzio provando a riposare comunque scosse da queste notizie che ci raggiungono ovunque.
Update: nel giro di due giorni altre tre donne vittime di femminicidio. Sempre per via del fatto che volevano lasciare i loro uomini. Due morte e una sola sopravvissuta. Se volete seguire il bollettino di guerra comunque potete leggere burqa blog.