Ore fa mi sono svegliata pensando a quello che mi è ancora permesso fare. Tra leggi razziali, divieti per i writers, obbligo di consumo, ordinanze per il decoro, norme per la "sicurezza" del premier e regolamenti per censurare i blog, non mi resta molto altro.
Faccio uno sforzo di immaginazione e tento di capire cosa posso fare in concreto.
Se per esempio la mia amica straniera viene deportata nei campi di concentramento italiani o in quelli libici come prima cosa mi scappa di oppormi. Se intervengo personalmente e dico allo sbirro che è una merda disumana c’e’ la resistenza a pubblico ufficiale e mi becco la galera. Se scendo in piazza a manifestare "pacificamente" sono una *facinorosa* che vuole rovinare il clima di "pace e serenità" che regna in questa disney italy per allocchi. Se manifesto da sola, che so, attaccando un volantino sulla porta del ministro, così per non disturbare nessun altro, mi arrestano come anarchica insurrezionalista. Se faccio una critical mass mi tolgono i punti dalla patente. Se ne parlo su facebook con gli amici mi chiudono l’account. Se ne scrivo su internet c’e’ la privacy, l’oblio, e il rispetto al diritto del premier a cagare in santa pace perchè le lamentele lo fanno diventare stitico. Se lo scrivo sul mio diario c’ho da stare attenta che nel frattempo non ci sia qualcuno che ha piazzato una telecamera che riprende il mio studio. Posso parlare senza fare rumore. Come i pesci. Muovo soltanto la bocca. Sperando che non mettano in strada ronde che leggano il labiale.
Se cammino con un cartello addosso mi denunciano per pubblicità non autorizzata. Se mi porto appresso due coperchi per fare rumore mi arrestano per schiamazzi. Se espongo una bandiera, uno striscione alla mia finestra mi multano perchè non posso interrompere la coerenza urbanistica della città e lo considerano come un panno steso. Se vado in giro nuda mi portano alla neuro. Se vado in giro in minigonna e non ho fatto la liposuzione mi portano alla sezione clonazione immagine veline. Se faccio un volantino e lo fotocopio per farlo leggere ai miei amici mi accusano di stampa clandestina. Se scrivo una lettera a gente che non conosco per dire loro come la penso diventa violazione della privacy (può farlo solo il premier per spedirci in casa il suo album di famiglia ante escort).
Potrei scrivere a quelli che conosco. Alla vecchia maniera. Con francobollo e tutto l’occorrente. Sempre che le poste non abbiano direttive per bannare i soggetti che scrivono lettere politicizzate. Ci sarebbe da procurarsi gli indirizzi e i numeri civici. Ma in questa epoca di social network, che se te lo spengono non sai neppure come comunicare, già ricordarsi qualche numero di telefono degli amici più cari è un miracolo.
Credo che allo stato attuale bisogna seriamente considerare l’idea che un movimento d’opinione che abbia una finalità considerata eversiva (la libertà per vivere, pensare, manifestare opinioni, circolare liberamente senza che qualcuno ti prenda le impronte digitali e biometriche) debba dotarsi di nuove pratiche.
Sempre che il ministro sacconi, quello dell’obbligo al nutrimento artificiale post englaro, non faccia una proposta di legge che riguardi il settore corporeo dei vivi dovremmo forse avere la libertà di ruttare, scorreggiare, scaccolare, sputare.
Un movimento antifascista, antirazzista in questi tempi bui avrà una ottima scorta di bibite gassate, mangerà molti fagioli e broccoli, terrà le caccole in serbo per i momenti di battaglia e imparerà a scrivere sulla pavimentazione stradale con gli sputi.
Un graffito è reato. Uno sputo sulla parete forse ancora non lo è. Pensate alla soddisfazione di scrivere a furia di sputi giallastri (quelli fatti di nicotina sono i migliori, indelebili): "Governo clandestino".
Immaginate l’effetto di disturbo che potrebbe avere un coro di rutti ben assestati durante un comizio di borghezio. Non ci possono certo arrestare per problemi di aerofagia. Immaginate ancora l’effetto disgregante che avrebbe una scorreggia puzzolente in un bel raduno di destra. Uno, cinque, dieci, cento persone che scorreggiano e avvelenano le delicate narici degli squadristi ancora prima che questi vi prendano a sprangate perchè avevate una medaglietta a forma di un quarto di luna al collo e quelli l’hanno scambiata per una falce senza il martello. Immaginate infine la potenza devastante di una caccola lanciata (pollice e indice per dare la spinta) al passaggio delle ronde.
E per finire c’e’ sempre la nostra arma segreta. Noi donne abbiamo tanto di quel sangue mestruale da poter scrivere sulle strade l’intera divina commedia dantesca. Milioni di frammenti di ovuli espulsi per macchiare i simboli del neo nazifascismo. Per sporcare di rosso qualunque cosa possa arrivare in altri Stati. I soldi, per esempio. Perchè se circolano i soldi e circola anche il sangue, davvero non si capisce perchè non debbano circolare le persone e le idee…
Facciamolo dunque. Nella speranza che non facciano una task force per fare l’esame del dna ad ogni sputo, ogni espressione aerea, ogni caccola, ogni goccia di sangue. Un movimento dagli slogan chiari.
Uno sputo per la libertà!
Una scorreggia per la libertà!
Una caccola per la libertà!
Un globulo per la libertà!
Senza considerare che potremmo anche usare il fetore delle ascelle sudate e l’alito cattivo…
Ps. Se avete altre idee per una rivoluzione sporca non avete che da scriverlo tra i commenti…
e la cacca?
Molti si stanno interrogando se sia il caso di aderire allo sciopero dei blogger e, nella fattispecie, quale post pubblicare (tutti insieme) il 14 luglio prossimo.
Proporrei questo. 🙂