Una delle critiche che riceviamo ogni tanto da commentatori *anonimi* è quella di essere troppo sicure di noi. Così ci dissero una volta mentre dichiaravamo la nostra parzialità senza mai assolutizzarla anzi soggettivandola di volta in volta con toni e rumori e prove differenti.
Sta di fatto che dire anche solo la propria opinione con tono sicuro, parole chiare, serenità, pare dia parecchio fastidio a presuntuosi e provocatori di infima categoria.
Si tratta di gente che non si occupa degli argomenti dei quali parliamo perchè sarebbe troppo difficile e probabilmente avrebbero ben poco da dire a parte snocciolare i soliti stereotipi. Gente che investe l’unico neurone che ha in circolo nell’osservare un dettaglio che poi dettaglio non è giacchè gli produce cotanto fastidio.
Dire le cose con sicurezza, anzi, dire le cose in generale è già troppo pesante da digerire se arriva dalle donne. Ed è certo che la cultura della quale siamo nutrite dovrebbe averci addomesticate ben bene a non proferire parola.
E perciò vediamola questa cultura rispetto alla quale taluni soggetti sono totalmente conformi.
Si tratta di quella cultura – prettamente fallocratica in cui i corpi sono tutti di servizio – che investe sull’immagine, che rende invisibili le creature che non piacciono alle aziende e alle agenzie pubblicitarie che producono idee per vendere qualunque cosa (gli stessi pubblicitari subiscono il diktat dell’immagine unica senza tuttavia riuscire mai a sporcarla, renderla vera, giacchè l’immagine unica è l’anticamera del pensiero unico a tutti i livelli). Si tratta di quella cultura che tratta i corpi – e l’avremo già detto un migliaio di volte – come carne da macello.
Quali sono le creature invisibili? Tutte quelle che non aderiscono al modello etero, macho (con quell’ego misto tra presunzione e testosterone avariato al posto del cervello), arrogante, arrivista, con tono che lapida donne per poi apprezzarne il recupero conciliante, allisciante, da pompini di necessità insomma. Tutte quelle che non appartengono al genere che piace tanto ai target pubblicitari aziendali o familisti, partitici e ecclesiastici. Quelle che stanno bene dentro la propria pelle e che si ostinano a tenersi la cellulite e gli altri segni che il corpo produce con il tempo. Quelle che "espongono" il proprio amore per una compagna dello stesso sesso. Quelle che non si vergognano a stare in giro per il mondo nonostante le proprie disabilità. Quelle che non invecchiano come suggeriscono i venditori di pannoloni per incontinenti wonder women o per benestanti signore con la dentiera. Quelle che rivendicano diritti invece che pietire favori. Quelle che non si lasciano intimidire da interlocutori sessisti che gradirebbero tanto vederle prone a chiedere sommessamente scusa per i propri pensieri.
Di creature invisibili nel mondo dell’apparire, lo spettacolo, la televisione, le pubblicità, tutto ciò che oramai ha forgiato i nostri look, ce ne sono tantissime. I conformismi in realtà sono altrettanti.
Tutti insicuri e frustrati se non si conformano come si deve e per quanti sforzi possano fare ci sarà sempre quel tal problema estetico del quale dovranno occuparsi.
L’estetica imposta dalle regole del mercato e dai fascismi dominanti colpisce tutt@, nessuno esclus@.
Chi non aderisce alla regole della cellulite zero o dell’addome scolpito per rifocillare il mercato della chirurgia estetica sta anche parecchio male.
Come potremmo definirli? Corpi difettosi, di quelli che hanno il problema di apparire, di quelli che non possono essere esibiti perchè c’e’ tutta una cultura che li fa vergognare di esistere. Corpi normati e conformi rispetto ai quali diventa rivoluzionario mostrarsi per quello che si è.
La questione del fisico è strettamente collegata anche con i caratteri, i comportamenti, i pensieri, le opinioni. Chi si conforma diventa insicur@ per esigenza di affiliazione. L’insicurezza produce i mali peggiori e parliamo di mali sociali oltrechè individuali.
Imparare a pensare con la propria testa vuoi o non vuoi produce un po’ di *sicurezza* perchè si impara a vestire bene i propri panni, a stare dentro i propri corpi, a misurare la vita e le relazioni (e anche le opinioni con le quali ci si confronta) a partire da una maggiore autostima.
C’e’ un grosso problema nella nostra società. Si investe tanto in iniezioni di sicurezza per gli uomini, tanto sulla loro autostima (virili per forza, viagra anche se soffri di cuore, prestazioni sessuali prestampate e ricopiate dal quaderno degli appunti degli amiconi del premier) e nulla sull’autostima delle donne, delle lesbiche, dei gay, dei e delle trans.
Se non sei utile al mercato e non ti presti al giochetto della riproduzione per mettere al mondo altri corpi schiavi delle regole del mercato, se non produci altri consumatori, se non diventi una consumatrice plagiata, vittima della persuasione, se pensi con la tua testa, non conti niente. La società ti ignora, l’immagine offre una visione estetica di te che non somiglia alla realtà.
La lesbica sarà esteticamente fruibile per l’eccitazione di maschi etero, l’attivista e l’antagonista aderirà a modelli estetici di un certo tipo, il gay dovrà comunque aderire ai canoni estetici etero, il/la trans dovrà somigliare per forza a soggetti imposti, l’uomo dovrà interpretare l’unico modello di mascolinità imposto, la disabile o il disabile (avete mai visto in tivu’ una disabile o un disabile esteticamente sgradevole?) sarà sempre bello o bella, persino l’anziana aderirà conformemente a quei canoni estetici. La bellezza imposta. Canoni normati ai quali nessuno può sfuggire. Una società che costringe i corpi e rifiuta persino la malattia. La tirannia dell’immagine a tutti i costi accetta di mostrare la malattia solo se può guadagnarci sopra.
Intrappolare i corpi e la sessualità è una cosa grave e da lì a intrappolare i pensieri e le individualità il passo è brevissimo.
Così scopriamo che in realtà tutta la società investe in una cultura che sottrae "sicurezza" e autostima ai soggetti non conformi. Ne soffrono in tant@ e ci interessa parlare di ragazze.
Quante sono le ragazze o le donne che si accontenterebbero di un perfetto idiota o di uno stronzo patentato perchè ritengono di non meritare nulla di più?
Quanti sono gli uomini che odiano le donne che hanno opinioni libere, criticabili, contestabili, come volete, ma libere?
Sono tante e tanti. Riferendoci agli uomini: molti vorrebbero ridurci al silenzio. Vorrebbero ricondurci al ruolo di ancelle concilianti che scambiano con loro sorrisini complici stando bene attente a non intaccare il loro ego (che smisurato deve restare per una sorta di legge non scritta). Vorrebbero lasciarci nello stato di soggetti insicuri che non riescono spesso, e non per colpa nostra, a riconoscere l’idiota che potrebbe farci del male.
Insistono con giochetti distorti, pensieri distorti affinchè a noi sfuggano le cose che invece potrebbero essere così chiare. E lo sono a partire dal fatto che ogni opinione è parziale, che non esiste un diritto naturale per nessuna cosa e non è assolutizzabile la logica androcentrica della fallocrazia che regna sulle nostre teste.
Ci serve autostima e maggiore sicurezza per vivere meglio e salvarci la pelle. E se incontrate qualcuno che vi rimprovera misurando le proporzioni che gli sono sgradite e non utili del vostro ego, dite pure che sono loro a sbagliare. Non è colpa nostra se si sentono sfidati e insicuri se il nostro livello di sicurezza poggia su cose più consistenti e profonde della grandezza di un pene.
Liberate i vostri corpi, i vostri pensieri e vogliatevi bene, anche parecchio…
Con amore
FikeSicule (al completo)
Ps: la parola "sicurezza" avete notato che non è mai riferita a voi, alla vostra dimensione personale, soggettiva, economica? La cultura dominante vi vuole insicure dal punto di vista personale, economico (perchè precari@ e senza reddito fisso), dipendenti, piegate a tal punto da dover strisciare per chiedere un favore, servili, ossequios@, soggiogate, paurose, vittimiste, arrendevoli. Se esigete ad alta voce i vostri diritti o esprimerete con convinzione le vostre opinioni ve ne diranno tante: dal solito "sii più femminile" allo strisciante e subdolo "sei troppo sicura di te". Potrebbe capitarvi di essere persino violentate, e non ve lo auguriamo mai, fisicamente o in senso metaforico. Una donna sicura va quasi punita. C’e’ chi vorrebbe piegarla fino a farla sparire, lo sapete. Se vi è capitato o avete stimoli, dubbi, suggerimenti, dite e aggiungete. I commenti sono lì apposta e ci servono tutti i pensieri per combattere contro una mentalità odiosa che ci nega la possibilità di vivere.
Guardate che anche voi donne (parlo in generale non avendo il piacere di conoscere voi di persona), quando c’è un uomo brutto, soprattutto se vestito in modo “vistoso”, fate dei commenti anche abbastanza pesanti (forse voi non ne avete mai fatti, ecco perchè generalizzo).
E questa cosa anche gli uomini se la portano dietro, e ci rimangono male.
Inoltre, come ho già detto, io personalmente cerco di astenermi da fare commenti che potrebbero ferire le altre persone.
Purtroppo però forse vi state dimenticando che le prime persone che dicono “Ma guarda quella, è vestita come una …..” sono proprio delle donne.
Ma quanto hai ragione. Infatti gli uomini brutti non girano mai scoperti.
Grazie Michele, davvero. Abbiamo tanto da imparare da te.
Premetto che sono contrario anche a certi “richiami” che molti usano per strada, come molti che gridano “Bionda!” oppure fischiano dietro.
Eppure ci sono molte belle donne che hanno degli atteggiamenti davvero troppo provocatori verso noi uomini.
E in quei casi è davvero troppo difficile non commentare quello che si sta vedendo, dando alla donna di turno quel nomignolo che è così degradante ma purtroppo così meritato.
Poi c’è anche il contrario.
La donna brutta, che gira scoperta e si lamenta pure se qualcuno glielo dice.
Sinceramente penso che dobbiate fermarvi a pensare un attimo, perchè non ho capito dove volete arrivare con atteggiamenti simili.
E’ come se io mi rasassi a zero, piercing dappertutto, vestito come un barbone.
Sono libero di vestirmi come voglio, e va bene, ma non posso di certo lamentarmi se qualcuno commenta.
Accade a volte di sentirsi sole ed annientate da quello che non si è riuscite a controllare. Accade che ci si facciano bastare le parole mentre le azioni ti distruggono. Poi non ti puoi più nascondere e ti ritrovi in una sala operatoria in cui sono tutte, per fortuna, vestite di giallo, scherzano e ti chiamano per nome e tu ringrazi di essere in quest’alveare in cui delle api buone si prenderanno cura di te. Poi c’è tutto quello che non si può dire, non esiste il tempo quando il dolore ti annienta oggi come ieri e tu sei tanto stanca di ripeterti che non è successo nulla e che c’è chi sta peggio di te. A volte puoi solo scegliere tra te stessa e chi ami da morire, anche se i suoi occhi li hai solo immaginati.
Per anni mi sono rassegnata ad avere un sedere gigantesco perchè a 15 anni ho permesso a uno che mi piaceva di ficcarmi questa idea in testa, inoltre la mia pelle mortalmente pallida mi rendeva assolutamente indegna di stare al mare in costume. Ho passato buona parte della giovinezza infagottata e nascosta.
Quando riguardo le mie (rare) foto di allora mi prenderei a sberle. Pesavo 55 kg per 170 cm, mi spostavo sempre in bici, camminavo e nuotavo un sacco. Bisogna imparare a difendesi dagli imbecilli fin dalla primissima adolescenza, perchè gli imbecilli sono come un cancro e possono rubarti la vita. I giudizi estetici sono un abuso al nostro corpo, non importa che siano apprezzamenti o critiche. Il nostro corpo non va toccato ne’ giudicato senza il nostro permesso.
Quando assistevo a queste aggressioni ai danni di altre ragazze mi facevo piccola sperando che nessuno mi vedesse e ringraziando che al centro del massacro non ci fossi io. Poi un uomo fantastico mi ha insegnato come spostare l’attenzione degli astanti dalla vittima al carnefice (“In effetti tu hai più tette di lei…”) ed è stato come scoprire di avere un potere magico. Dev’essere la stessa cosa che provano i comici quando fanno a pezzi il potente di turno. Gli uomini sono bravissimi a colpire dove fa male e la loro autostima accusa dei colpi che a noi farebbero ridere. Trovatene uno intelligente, fatevi spiegare e iniziate a reagire. Anche se quella sotto attacco non siete voi. Costa caro certo, ma sempre meno che tenersi il groppo in gola.
spesso si è sole/i a combattere per la propria libertà, per affermare il proprio modo di essere, l’importante è non mollare mai e nutrirsi di tanto in tanto di incontri e scambi che possano rafforzarti.
L’idea del confronto fra corpi reali e ideali è molto interessante, attento però potrebbe diventare un’arma a doppio taglio, vedi pubblicità dell’acqua depurante ripresa qualche post fa…
@rosa
gli uomini temono anche per se stessi intrappolati come sono dietro canoni precisi. altrimenti berlusconi non avrebbe tutti i problemi che mostra di avere
@sconnessissima
non sei per nulla fuori argomento e sei la benvenuta.
un sollievo depotenziato è una copsa che nessun@ ci aveva mai detto 🙂
trovo questa definizione fantastica e se permetti la riutilizzerò in qualche post.
io non credo che il nostro sia un feeling tra condannati a morte.
casomai un feeling tra persone che la pensano un po’ alla stessa maniera e fino a che il pensiero resta solo teorico è consolante certo ma efficace solo a lunga scadenza, nell’influenza che può esercitare di parola in parola e di pensiero in pensiero.
se però il piano teorico si sposta a quello pratico tutto ciò diventa politica, diventa il metro di valutazione che ti guideranno nelle tue scelte, diventa la tua forza e anche uno dei tuoi terreni di lotta.
una lotta che ti vede attiva e non passiva a sentirsi sconnessa e scorfana mentre altri decidono per te cosa va definito “bello” e cosa no.
tu non sei intrappolata in un corpo. è il tuo corpo ad essere intrappolato in una cultura che decide che esso è inadeguato.
è tuo compito provare a liberarlo e a liberarti.
è compito di tutti/ e noi
provare a mostrare l’orgoglio di essere diversi.
per dire: il 30 a napoli c’e’ un pride, qualche post più giù qui trovi tutte le notizie.
se vieni da quelle parti puoi partecipare. altrimenti cerca posti che possono aiutarti ad esprimere quello che sei.
se non ne trovi creiamoli insieme.
potremo arrivare all’apoteosi: una campagna di comunicazione che mette a confronto i corpi esistenti e quelli di fantasia.
il tuo corpo è vero e se tu cominci a riconoscerlo in quanto bello lo vedranno anche altr@.
se c’e’ gente che non lo vede non è tua la responsabilità. ma di chi fa di tutto per condannare all’invisibilità te.
scrivine ancora. altre cose sconnesse. quello che vuoi. a noi interessa e sono convinta anche ad altre.
grazie mille
perdonatemi in partenza per la confusione che segue, sono una femmina di diciassette anni fuori argomento.
leggervi dà il genere di sollievo che si prova ad ascoltare de andrè o a leggere certi libri, tuttavia il sollievo che date voi è depotenziato dal fatto che parlate sempre di cose che succedno ora e qua fuori, quindi se da un lato mi nutro e sono contenta dei vostri punti di vista dall’altro ogni nome cognome e luogo della realtà che scrivete mi ricorda che siamo impotenti al 100% dal punto di vista “rivoluzionario”. tipo feeling tra condannati a morte, sento io (ovviamente non è a morte che siamo condannati-e ma al perpetuo “sfruttamento dell’uomo sull’uomo”). per il resto avete ragione in questo topic, oguno è e deve essere sempre e comunque preso a sassate (da “loro”). e io sono una femmina fisicamente, umanamente neutra per tutto quello che dipende dalla mia intelligenza, casualmente eterosessuale, forse in leggero sovrappeso (nulla che possa danneggiare la mia salute di certo), e benchè io provo a vivere e ad essere “me stessa” con la massima consapevolezza, e non faccia e non sia mai nulla di quello che non voglio essere, sono così bombardata che spesso riescono a farmi sentire un orribile elefante, a farmi credere solo nella mia intelligenza ma intrappolata in un corpo, in un atteggiamento esterno goffo e repellente. io mi sento una persona bellissima aggredita per la sua autosufficienza e appunto bellezza( non fisica, non solo fisica), il problema è che se nessuno ti riconosce bello come puoi continuare a pensare di esserlo?
comunque perdonatemi ma volevo tanto esternare qualcosa, anke se così sconnesso.
adieu
Ad esempio quando ci dicono che ci stuprano perchè siamo troppo libere di uscire e vestire come ci pare…non si sono chiesti se il problema sta nella testa di chi ci stupra che non tollera questo non nella nostra troppa libertà e sicurezza di uscre quando e come vogliamo, tanto che non a caso il governo vuole piazzarci un soggetto maschile al nostro fianco x garantirci sicurezza bleah :(..
della serie le donne non possono essere sicure di sè. Secondo te metterci le ronde è un modo per evitare che siamo sicure no istesse con i nostri mezzi? rendendoci deboli, aparteneni a qualcuno e incapaci di difenderci..
Le ronde consistono nella paura tale delle donne da affiancarla ad una figura protettiva maschile a mo’ di cosa propria?
Mi chiedo: perchè gli uomini ci temono?
temono la nostra libertà, temono addirittura il nostro corpo, la nostra sessualità e temono la femminilità..mostrano un profonda avversità contro il nostro corpo. Mi sono accorta quando molti si sentono ancora legittimati a dire che se ci prendono per prostitute colpa de nostro abbigliamento (ho sentito un tipo pochi giorni fa che ne parlava), anzi peggio, addirittura quando ci stuprano invitandoci a coprirci. Io ad esempio molte volte vengo presa x **** per i miei atteggiamenti ambigui che per me sono innocenti.
Anche appunto contemporaneamente il fatto che ci bombardano di modelli estetici irraggiungibili e donne nude dappertutto consiste nella distruzione della nostra sicurezza..proprio come la condizione economica precaria cui ci lasciano.