http://www.youtube.com/watch?v=SpApITku5aw
Media&Diritto ha presentanto un esposto contro Rocchetta per questa pubblicità che per loro è "un’intollerabile offesa alle donne e una potente mistificazione. Un
messaggio diseducativo e denigratorio che viola il Codice di
autodisciplina pubblicitaria". Trovate la notizia qui.
Personalmente trovo la pubblicità non più offensiva di quella della mulino bianco. Si tratta sempre di una azienda, un gruppo industriale, una corporation quotata in borsa, che usa le donne per vendere qualcosa.
Quello che è significativo non è tanto l’uso del corpo in se’ – già esecrabile ma c’e’ modo e modo – quanto il fatto che la pubblicità usa i corpi e promuove modelli di comportamento.
Ricavarsi fette di mercato è complesso se non si usa la "persuasione" e se non si modificano le abitudini delle persone. In questo caso si passa dall’idea che per essere "depurate" – metafora sessista del concetto di "verginità" non per niente impersonato da una Chiabotto che non sembra hot neppure se prova a fare real porno per la tivu’ – bisogna bere tanta acqua di quella marca. Come dire che se bevi l’acqua dalla fonte è come se ingoiassi spermatozoi vaganti nell’ora di punta post rapporto-orale.
Quello che questa marca vende è il modello di donna "pulita" (o di suocera cagacazzo nella brioblu), che passa la sua vita tra scaramucce adolescenziali con un calciatore che parla con il suo uccello immaginario (invece che trattarlo da adulto come si converrebbe ad un signore che vuole avere una discreta vita sessuale), tra monache stereotipate modello Sister Act, però senza gospel, perseguendo quale suo unico obiettivo quello di tracannare liquido con o senza coloranti in una preoccupante forma di compulsiva ossessione.
La marca promuove un modello culturale. In questa ultima pubblicità lo chiarisce fino in fondo. Arriva a paragonare la donna "pulita" (da spararsi) a quella "sporca". Donne "per-bene" e donne "per-male". Regolamenti per il decoro anche se bevi l’acqua, un bene comune, la cui privatizzazione è quanto di più sporco e immorale ci sia.
Una idea di sovversione di questo spot? Una donna sensuale, una grrl incazzata che arriva dalla Chiabotto con un secchio di vernice pieno di merda, come quella che ci buttano addosso tutti i giorni le pubblicità e che lei stessa veicola. Allora si sarebbe il caso di dirle: depurati!
Sarebbe una bellissima contromossa.
le Iene dovrebbero organizzare un blitz, magari a base di budino al cioccolato… 🙂