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Moralizzatrici, stupratori opinionisti e le pubblicità sessiste

No. Per dire. Abbiamo capito che forse una tal associazione riceverà un finanziamento dalla carfagna perchè sono assolutamente in sintonia sulla moralizzazione delle fanciulle che vengono stuprate. Lo abbiamo capito perchè ogni volta che sentiamo parlare la criminologa telegenica del telefono rosa in tivvu’ sembra di sentire parlare chi ha – indirettamente, figuriamoci – ispirato una serie di scemenze che girano di mail in mail da un po’ e che sono state giustamente "recensite" e affondate da Sara Taricani.

Abbiamo capito anche che non ve ne frega niente di sentire la opinione delle donne stuprate tranne che quando dicono di essere state violentate da stranieri perchè così diventano utili al razzismo leghista e fascista. Sappiamo anche che il sessismo è roba di stato dato che il primo ad essere assolto è il premier. Ma addirittura andare a chiedere lumi agli stupratori con interviste su interviste a quei 20 stronzi che devono dimostrare che il progetto di "recupero" del carcere di bollate è la panacea di tutti i mali è veramente assurdo.

Indagare i motivi degli stupri chiedendo parere alle moraliste e agli stupratori è come scrivere una lista di regole idiota in cui si dettano comportamenti alle donne.

Alla fine la colpa sarà sempre e comunque nostra giacchè per non essere stuprate dovremo ricordarci di pettinarci in un modo piuttosto che  in un altro, vestire con i jeans invece che con la gonna, tingerci la faccia di nero, mimetizzarci come camaleontesse metropolitane e andare in giro appese alle liane invece che viaggiare in metropolitana.

Intervistare gli stupratori per ricavarne regole per le stuprate è quanto di più orrendo ci possa essere. E’ morboso. Immorale. Come stare a sentire un pezzo di merda che continua a picchiare la moglie e dargli ragione mentre dice che è stata lei a provocare.

Come si può immaginare che un progetto di recupero funzioni a partire dal fatto che si legittima la opinione degli stupratori? Che genere di progetto di recupero è quello che li fa partecipare a dibattiti nei quali dettano regole per i comportamenti delle loro vittime?

Che genere di recupero è quello che agisce per "redimere" un soggetto dentro un carcere e che abdica alla categoria della "punizione" la crescita sociale e civile? Perchè mai non si finanziano metodi preventivi di educazione ala sessualità consensuale e responsabile, di contrasto al sessismo in tutte le sue forme, di gestione libera ma responsabile della propria sessualità?

Perchè mai si insiste in tentativi di moralizzazione delle donne stuprate mentre viene messa orribilmente in dubbio ogni nostra parola, viene incrinata la nostra credibilità, viene supportata la richiesta di tanti uomini odiosi e donne complici che vivono solo per impedire ad altre persone, donne, bambine, di esistere?

Di contro ecco l’ipocrisia dei meccanismi "commerciali" che ci dominano. Ce li svela in tutta la sua pienezza la Ing Direct ultimamente al centro della nostra attenzione per una pubblicità sessista che alla fin fine chiarisce ogni equivoco, usa il corpo femminile per i propri fini e stabilisce senza ombra di dubbio che tutte le donne, a prescindere dalla professione che svolgono, sono tutte puttane. E con questo vuole offenderci e offendere le stesse sex workers giacchè si tratta di un mestiere come un altro, certamente meno pregno di pregiudizi di quello del "creativ*" che ha messo in piedi una scenetta del genere.

Avevamo segnalato, assieme a tante altre che la spiegano anche più chiaramente, della pubblicità e molte donne hanno scritto alla banca per esprimere la propria indignazione.

Questa la *indefinibile* risposta standard che la banca ha mandato a tutte:

Gentile Cliente,

siamo spiacenti di apprendere che la nostra pubblicità abbia suscitato in lei impressioni negative.

Evidenziamo che, in linea con l’innovatività portata da ING Direct nella comunicazione bancaria tradizionale, le nostre pubblicità non hanno alcuna intenzione di risultare offensive o poco rispettose, ma hanno come obiettivo quello di suscitare una immediata curiosità per i nostri prodotti.

A tal proposito desideriamo specificare che ING Direct non ha mai autorizzato la diffusione da parte di terzi di tale spot e, nei giorni scorsi ne ha richiesto la rimozione.

Qualora lei abbia tratto una impressione negativa dalla nostra pubblicità, ci permettiamo comunque di esprimerle le nostre più sincere scuse.

Cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti.

*Sei soddisfatto della risposta ricevuta? Vogliamo conoscere la tua opinione: clicca
qui XXXXXXXXXXXX
Grazie della collaborazione.*

Servizio Clienti ING Direct
*www.ingdirect.it*

Tutto chiaro, no?

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. Emanuela says

    Solo il titolo poteva essere più esplicito, tipo: Il dispetto alla barista. L’assassino invece che lavoro fa? http://www.corriere.it/…-bfa5-00144f02aabc.shtml

  2. roz says

    ma quant’è carina la letterina della ing direct! davvero innovativa, wow!