A Milano – più esattamente a Bruzzano – persone con permessi
di soggiorno e status di rifugiati sono state sgomberate e
caricate dalla polizia. Clima da persecuzione dove i politici locali possono
fregiarsi
di un titolo di merito in quanto a capacità di “smaltire i rifiuti”,
compresi quelli umani. La tecnica di smaltimento è stata ben espressa nella
nuova legge regionale lombarda che mette sotto accusa il kebab.
C’e’ da chiedersi se sarebbero in grado di esportare il loro modello anti take
away a Palermo contro stigghiolari, venditori di pane con la milza e con le
panelle. Nella speranza che il recupero delle tradizioni culinarie lombarde
prenda di mira anche mc’donalds che non pare essere un venditore di
pietanze che i nonni di milano mangiavano sotto il duomo.
Il bisogno lombardo di liberarsi di quella che considerano
mondezza umana si estende fino ad immaginare scenari abbastanza inquietanti. Il
quotidiano Libero accusa chi vorrebbe costringerli a sparare
sugli stranieri che sbarcano sulle coste siciliane. Il progetto sarebbe
coerente con quanto afferma
Licio Gelli che non ha mai avuto paura di dichiarare che lui gli immigrati
li vorrebbe in campi di concentramento. Se aggiungiamo a questo che la
nuova legge sulla caccia amplia la possibilità di sparare a vista su nuove
specie e in più lunghe stagioni venatorie, abbiamo una nuova ed eccitante
prospettiva. Invece che lasciare morire
gli immigrati per omissione di soccorso in mare, invece che aspettare – e
l’attesa è estenuante, comprendiamo – che muoiano o si suicidino dentro il
centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa, potranno finalmente passare all’azione
e insegnare ai loro virili e trepidanti figlioli come imbracciare il fucile e procurarsi
qualche bel trofeo da usare sotto forma di tappeto per i loro salotti.
La lombardia è un posto strano. Un po’ tutto il nord lo è in
effetti. Pensare che a Vigevano possa esserci un
prete che celebra messa con la svastica al braccio o che in molte città vi
sono più
divieti che diritti è abbastanza deprimente. Il centro sta appena
recuperando. Povero alemanno che viene chiamato fascista persino dal sindaco di
Parigi il quale peraltro non ha neppure visto il
video che sindaco e consorte si sono fatti proiettare apposta per celebrare
la rinascita dell’impero.
In lombardia comunque conservano un altro primato: lo
sdoganamento in italia della tivu’ reality, del tg fiction e del reality
sociale.
La televisione e la stampa non sono più il luogo che prende
notizie dalla realtà, commentandole e presentandole. E’ la fiction che ha preso
il posto della realtà. Niente di nuovo, lo diceva Debord ne La
società dello Spettacolo. Altre cose interessanti ve le dice TvTalk e Glob.
E’ quel meccanismo che ti permette di massacrare i rom
dappertutto e poi di raccattare
un rom da piazzare tra gli abitanti della casa del grande fratello
mediaset per cancellare la realtà e sostituirla con la fiction.
E’ il meccanismo che permette di fare diventare sorprendente
l’ovvio e di fare
diventare naturale, drammatica, populista, commovente, la discriminazione, il cinismo, la
superficialità, la crudeltà umana. Tutto prefabbricato. Tutto inventato. Puro marketing fascista.
Qualche volta non c’e’ neppure la necessità di inventare. Un
tg fiction si ottiene facilmente se hai un terremoto che crea la scenografia
perfetta e tante comparse pronte a recitare il ruolo delle persone bisognose
che devono essere soccorse. Puoi persino creare la fiction nella fiction.
Prendi una vecchietta, le fai fare quello che deve fare e si
crea suspance, pathos, attese, fino al momento della consegna della dentiera che
avverrà ovviamente davanti alle telecamere. Il capo d’italia può tutto. Si
fosse presentato un tizio con il pene mozzato lui glielo avrebbe fatto ricucire
a costo di trovare un donatore (spontaneissimo) tra gli splendidi angeli, i
volontari della protezione civile.
L’Aquila è dunque uno scenario perfetto e perché i benefici
mediatici siano duraturi bisogna rilanciare. Indurre un altro terremoto
probabilmente sarebbe abbastanza complicato. Meglio approfittare della città
per farci
un bel G8.
La città è già sufficientemente militarizzata,
i fascisti ci si sono
piazzati con tanto di
bandiere (gente tanto caruccia, con un leader – tale Iannone – condannato a 4 anni per aggressione), meno si sa sulla mancanza di cose
indispensabili per la popolazione accampata e meglio è. Il G8, con le sue strategie
securitarie cade proprio a fagiolo.
C’e’ da aspettarsi un po’ di tutto. Il consolidamento della
deriva autoritaria attraverso l’uso della tragedia era plausibile. La
costruzione di una città zona rossa diventa un progetto vero e proprio. Una
sorta di esperimento sociale per la perfetta città ariana. Niente stranieri ne’
comunisti. Niente dissenso, criminalizzazione e colpevolizzazione della
protesta, nessuna critica sociale. L’annientamento dei poteri territoriali. Nessuno
potrà mettere il naso sulla ricostruzione, sugli appalti, sui soldi che arriveranno a pioggia. Tutto vincolato dal
segreto di stato, da quello militare, da quello per i g8 che in generale trasparenti non sono mai. Tutto gestito da berlusconi, la russa e maroni. Giacchè è stato stabilito che dei poteri locali non ci fidiamo poichè i soldi degli aiuti li gestisce tutti bertolaso, nominato a commissariare anche il terremoto, e per la giustizia hanno mandato un apposito gruppo con il marchio della superprocura nazionale.
Tutto il mondo rimarrà dunque fuori dalle mura della città fortezza. A voler essere ottimisti
non sarà comunque mai più la città di una volta. Nessun aiuto arriva mai
gratis. Certo non ci si aspettava di aver messo una firma su un contratto di
cessione dell’intero territorio.
C’era una volta L’Aquila. Poi arrivò il terremoto e fu l’occasione perchè cambiasse destinazione d’uso. Da città terremotata a città G8. E la storia continua…
—>>>Nella prima foto è il re vittorio emanuele che incontra mussolini. A L’Aquila berlusconi incontrerà gli altri imperatori d’occidente.