Vediamo: secondo la stampa lo stupro di capodanno non era uno stupro ma un tentato stupro… consensuale. Un pestaggio per un rapporto mai finito (ma ancora non abbiamo sentito una sola parola da parte della ragazza). Cosa che ricorda il vis grata puellae (come suggerisce barbara spinelli). Cioè: si sono visti, lei non ha voluto e lui l’ha pestata. E’ andata così? Il vis grata puellae è quella cosa che veniva usata tanto tempo fa nelle aule dei tribunali a proposito di stupro per affermare che quando una donna da accesso al suo corpo l’uomo può farne – teoricamente – quello che vuole. Come dire: se ti ho lanciato segnali e ti ho incontrato oppure ho accettato di uscire con te allora è giusto che tu pensi che io ci sto. Mi puoi stuprare. Ma si, che problema c’e’.
La verità è che il clima da linciaggio per le donne sta molto peggiorando. Nonostante i proclami e i provvedimenti annunciati siamo tornati alla fase precedente al 1996. Siamo di nuovo al concetto di offesa della morale pubblica, delle "nostre" donne, della contabilità dei centimetri di penetrazione per dimostrare che è uno stupro invece che no.
Lo stupro di capodanno sarebbe dunque un tentato stupro. Una cosa non riuscita. Ma cos’e’ uno stupro "riuscito"? Quando una donna può dirsi stuprata? E qui la giurisprudenza si è sempre sbizzarrita in sentenze che lasciano davvero di stucco. Lo stupro diventa aggressione se non c’e’ stata penetrazione, se la penetrazione è avvenuta appena appena, se c’e’ stata penetrazione ma non eiaculazione, se c’e’ stata penetrazione ma lei portava i jeans, se c’e’ stato un rapporto orale ma lei non gli ha staccato il pene a morsi, se c’e’ stata penetrazione e lei non si è difesa, se c’e’ stata penetrazione e lei ha dato in escandescenze perchè molto pentita, se non c’e’ stata penetrazione ma lui ha toccato e strofinato con il chiaro intento di eccitarsi, se ha toccato fino alla vagina, se ha toccato a distanza intermedia tra la vagina e l’ano, se ha messo la mano in mezzo alle cosce della donna "indulgendo nella ricerca dell’organo sessuale femminile" senza però compiere "nulla di concreto", e via così.
La casistica delle sentenze è talmente vasta che potremmo fare notte. Per dire: un toccamento di culo l’anno scorso fu giudicato una cosa normale, nulla di preoccupante, a Pisa invece la mano morta è costata una pena di un anno e mezzo.
Tutto ciò è davvero molto penoso soprattutto perchè si consuma sulla pelle della donna violata, comunque offesa a prescindere dalle modalità in cui è avvenuta la violenza. Uno stupro, un abuso non può essere deciso per legge, per discrezionalità dei giudici, per necessità di difesa degli avvocati degli stupratori.
Sentirsi violate è un fatto personale. E’ una cosa che differisce – ma anche no – a seconda dell’età del violentatore e delle pretese che egli ha. Si tratta comunque della pretesa di rubare un pezzo, una toccatina, un’oncia di tetta, un grammo di culo, una sfregata di pelle, una palpata di quelle che "indulgono" e sono ambigue e non per questo meno moleste.
A che età gli uomini iniziano a stuprare? I ragazzini che scommettono chi per primo ti toccherà i seni a quale categoria appartengono? E i ragazzi che fanno a gara per mettere un colpo a segno? E gli uomini che molestano in ogni modo?
Da donna a donne: quante volte vi è capitato di far cadere la mano come per caso su un pene o su un culo maschile? se avete osato tanto come siete state giudicate? lo ritenete socialmente lecito? è plausibile? soprattutto: pensate che naturalmente a lui faccia piacere o ritenete che potrebbe essere infastidito?
Ci sono tanti esempi che si potrebbero tirare fuori per stabilire che nella nostra società i livelli di sessismo sono così ampi che neppure si riesce a definirli tutti.
Il sessismo, lo sapete, è la discriminazione sulla base del sesso. Operata da un sesso verso l’altro. Quello maschile contro quello femminile. Potremmo dire: quello etero maschile contro tutti gli altri generi.
Una persona che pratica sessismo si comporta esattamente come un razzista. Tende a mentire, a dire che le donne hanno raggiunto la parità, che anzi sono maggiormente favorite a fronte di dati che dimostrano l’esatto contrario. Il sessista può mostrare con chiarezza la propria volontà discriminatoria o produrre un ragionamento ambiguo che porta alla misera esibizione di numeri e statistiche fasulli che dimostrerebbero che le donne sono al potere e gli uomini, poverini, sarebbero lì lì per soccombere.
In realtà la questione maschile sta assumendo dei toni emotivi vittimisti che dimostrano soltanto che molti uomini non sanno modificare la propria modalità di pensare e agire di fronte ad un cambiamento sociale che richiede una maggiore attenzione per le donne da sempre discriminate e ora persino diffamate perchè – secondo i sessisti – ambirebbero a troppi spazi e vorrebbero troppe cose. E’ una questione maschile trattata non come occasione di crescita ma come rancoroso motivo di rivalsa, di molestia, di rabbia che spesso viene espressa nei confronti di colleghe, compagne, sorelle, madri, mogli, fidanzate, ex fidanzate, ex mogli. In questi casi, purtroppo, il rancore si finge rivendicazione dispettosa. Diventa battaglia legale per togliere i figli alla ex. Non per crescerli. Solo per consegnarli alla cura di un’altra donna: la nonna paterna, dio l’abbia in gloria.
Tutti/e ricorderete le leggi razziali (spero): sono leggi che decidono un assetto sociale discriminando una razza. Le donne hanno subito quel genere di discriminazione per millenni. Da pochissimo si considera che abbiamo un anima, il diritto di voto, il diritto ad una istruzione, il diritto ad occupare posti di lavoro come gli uomini, il diritto alla libera scelta, il diritto a vivere.
Tutt’ora però le donne in alcuni paesi non possono andare a scuola ne’ votare, sono obbligate a vestirsi in un certo modo, non possono scegliere nulla a parte il matrimonio deciso dalla famiglia. Nei paesi nei quali le donne hanno un margine di libertà maggiore è evidente che il carico del lavoro familiare ricade soprattutto su di loro, il welfare è basato sul lavoro gratuito delle donne, il diritto all’istruzione è in realtà vincolato al parere di genitori, mariti o delle possibilità economiche della famiglia di provenienza.
L’accesso al lavoro è vincolato ad alcune aree precise. Le donne sono soprattutto infermiere, insegnanti, segretarie, commesse, cassiere da supermercato, operatrici call center. Poche operaie specializzate nel settore metalmeccanico. Poche donne professioniste o poche tra esse con una posizione non subordinata. Poche donne in posti manageriali. Poche donne in politica. Poche donne indipendenti. Gli stipendi delle donne sono nettamente inferiori a quelli degli uomini. Le donne vengono licenziate con maggiore facilità. Le donne spesso non vengono assunte in fabbriche o lavori riservati agli uomini perchè i datori di lavoro vorrebbero ampia garanzia di produttività ove per produttività si intende una costituzione robusta, muscoli da rambo, fine delle mestruazioni, nessuna minaccia riproduttiva.
Le donne hanno un carico enorme e nonostante il lavoro gratuito che portano avanti per tutta la famiglia nessuno riconosce loro una retribuzione, una giornata di sciopero, una assenza per malattia, un risarcimento per i tanti infortuni sul lavoro di casalinga, madre, moglie, nuora, figlia, parente. Le uniche che abbiano mai avanzato la proposta di stipendio per le casalinghe furono e sono donne di destra, ora transitate in forza italia, che volevano sancire con una minima miserabile paghetta il definitivo e inaccettabile ruolo delle donne come madri e mogli. Nel frattempo, altri, riconoscendo la discriminazione operata nei confronti delle donne (che nel migliore dei casi fanno il doppio lavoro fuori e dentro casa), decidevano di "concedere" una età pensionabile con cinque anni di anticipo. Attualmente è in esame il prolungamento dell’età pensionabile. Ottima cosa se supportata da altri provvedimenti che potrebbero ridurre il carico di lavoro per le donne. Così non è, anzi la situazione sta notevolmente peggiorando. Dunque questa ultima proposta sembra davvero una punizione nei nostri confronti.
Ciò nonostante sentirete molti uomini, alcuni in particolare, lamentarsi perchè in classe c’era una compagna che aveva voti migliori ed è riuscita a fare qualcosa di più e meglio nella vita. Sentirete l’invidia, l’incapacità di competere ad armi pari, vedrete uomini che denunciano favoritismi, che diranno o dicono che le donne vengono sempre trattate con più riguardo. Ci saranno e ci sono tanti uomini (ma anche tante donne purtroppo) che pensano che per le donne tutto sia più facile.
Ci sono tanti uomini e tante donne che non riescono ad essere solidali con la propria compagna, collega, conoscente perchè se il capo le mette le mani addosso danno per scontato che è lei che l’ha voluto per ottenere qualcosa. A nessuno viene in mente che potrebbe trattarsi di molestia. A nessuno viene in mente che le donne sono sole, talmente sole che sono persino diffidenti le une con le altre. Sono sole a tal punto da vergognarsi di subire molestie ogni giorno in ogni luogo, a scuola, sul lavoro, a casa. Sono sole perchè il sessismo è così radicato che ha creato divisioni e inimicizie tra le persone dello stesso genere.
Di tutto ciò, luoghi comuni, stereotipi, pregiudizi, infamie, ma non solo (per fortuna) è fatta la vita di una donna. Non siamo vittime: ci prendiamo ed esigiamo quello che ci serve per esistere. Le violenze e il sessismo devono ridursi a zero. Tutto qui.
Ed eccovi le ultime violenze che prendiamo in prestito – per l’appunto – da zeroviolenzadonne.it (parliamo di quelle riportate dalla stampa che come sapete prediligono gli stupri fuori casa e ad opera di stranieri, per gli altri nessuna prima pagina):
Bolzano, un sacerdote era stato condannato a sette anni e mezzo per pedofilia. Il reato è caduto in prescrizione. Tutto archiviato. Siena, un uomo è stato accusato di violenza contro la propria figlia di 4 anni. Thajlandia, un altro italiano arrestato per violenza su un minore.
Chieti, un uomo arrestato perchè avrebbe fatto ubriacare e poi avrebbe stuprato una ragazza. Mantova, un ragazzo avrebbe molestato e tentato di violentare una donna. Firenze, un uomo ha violentato una donna costringendola ad avere un rapporto non protetto (senza preservativo). L’Aquila, un uomo ha stuprato una conoscente. Bologna, un tentato stupro con arresto.
—>>>La foto è di Tano D’Amico
Il primo ostacolo per ottenere giustizia è proprio la mancanza di solidarietà che subiscono le donne. Nessuno mai è pronto a difenderle a spada tratta. Se non lo facciamo noi, chi altro?
Il secondo ostacolo è costituito dalla nostra debolezza (se vista da una prospettiva maschile, forza in una femminile), non siamo capaci di odiare e perciò di attaccare. Non facciamo paura. E gli uomini che violano i nostri spazi, i nostri corpi, il nostro pensiero, conoscono solo il linguaggio della paura. Finché non saremo noi “a far paura” finiremo sempre per essere inglobate in un linguaggio maschile che non ci prevede.
Perdonate il pessimismo…
Vorrei far conoscere a questo indirizzo: http://raffaeleparente.wordpress.com
il post di un uomo sull’argomento dello stupro.
L’ho trovato interessante.
Grazie
Silvana
mi chiedo se la magistratura sta toccando livelli di fondo assurdi!
Che significa stupro consenziente?
Lo stupro può essere consenziente? Se è consenziente coe fa a venir chiamato tale?
se ci sn segni di sevizie come può essere consenziente? se lei denuncia come può esserlo?
Se lei si tira indietro e poi lui conclude o la pesta..è rapporto NON consenziente o tentato stupro ed è sempre stato tale. Ma che sta succedendo al nostro paese?
Pensi che tra poco gli concederanno la licenza?
Questa sentenza è un offesa a tt noi..
PS. lo sai che il gip è quello che si è occupato dei rumeni (mi pare muntoni)? nn a caso cn loro è stato duro!
Ieri ho letto un articolo in PDF su zeroviolenzadonne, in cui la vittima ha commentato “non c’è giustizia”…
🙁
potessi andrei ad abbracciarla in questo istante…
Un abbraccio anche a voi