La cronaca di questi giorni è piena di episodi di violenza. Molti avvenuti in Sicilia. Ne abbiamo parlato qui e in molti altri post del blog (per chi ci segue). Ci era sfuggito uno stupro a Catania segnalato il 31 gennaio. Rimediamo subito. E’ la storia di un uomo di 50 anni che violenta una donna. Nulla di più "normale".
La novità di oggi riguarda un ex sindaco leghista di Rovato (Brescia) condannato a sei anni per stupro. Lui è Roberto Manenti, protagonista di persecuzioni contro stranieri e caccia alle streghe moralizzatrici contro le prostitute. E’ stata proprio una sex worker RUMENA ad averlo riconosciuto da una foto sui giornali. Lo ha accusato di una serie di "brutali violenze" (lo dice il corriere e dunque noi non possiamo che credergli 😛) fatte in gruppo assieme ad altri aguzzini. Lui dichiara di essere stato condannato senza saperne neppure il perchè. La testimonianza della sexworker risale a parecchio tempo fa. Tutta la questione però era rimasta ferma per anni fino a che addirittura la procura non ne chiede l’archiviazione (Ci chiediamo come mai!!!).
Qualche tempo dopo però il gip di Verona vuole altre indagini e ieri si è celebrato il processo per il quale – dice sempre il corriere – Manenti aveva scelto il rito abbreviato (procedura che concede lo sconto di un terzo della pena). Una giudicessa lo ha condannato a 6 anni (senza il rito abbreviato se ne sarebbe visti appioppare 9?). Il corriere tiene a precisare che Manenti ora non fa parte della lega ma è un consigliere di una lista civica. Insiste sul fatto che si tratta di una "vendetta politica". Generalmente se gli uomini sono condannati per stupro si tratta sempre di qualche forma di vendetta: personale, se sono degli illustri sconosciuti, "politica" se si tratta di persone che hanno rivestito cariche pubbliche.
Integriamo la nostra rassegna delle violenze con quella che fa questa settimana la rubrica "Finchè morte non ci separi" di Beatrice Busi sul settimanale di Liberazione.
Giovedì 22 gennaio
Cellino San Marco (Br)
Si sono lasciati da mesi e lui la perseguita
Si sono lasciati da mesi e lui la perseguita. Pedinamenti, telefonate e messaggi ossessivi. Nel settembre scorso, lui la blocca per strada, la porta a casa, la picchia e la costringe a un rapporto sessuale . Poi la minaccia, la terrorizza, continua a perseguitarla. Una settimana fa la aggredisce di nuovo per strada, lei si divincola, sale in auto, arriva a Campi Salentina, entra in caserma e lo denuncia. Romeo, 48 anni, operaio, è stata arrestato in tarda serata.
Lunedì 25 gennaio
Cervinara (Av)
Lo zio, 50 anni, che abitava con loro, l’ha violentata per anni . Lei, 15 anni, ha finalmente trovato il coraggio di raccontare tutto alla madre che l’ha denunciato. Sono le prime ore del mattino, quando viene arrestato per violenza sessuale aggravata.
Polignano a Mare (Ba)
Quando arrivano i carabinieri, la trovano in lacrime con il volto segnato dalle botte . Li ha chiamati lei. Il marito, 42 anni, è uscito. Ha picchiato anche la figlia, 16 anni, che aveva cercato di difendere la madre. Sono anni che lo fa. Appena rientrato a casa è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e ingiurie.
Melfi (Pt)
Lui, 46 anni, ha aggredito la sua compagna. L’ha picchiata, le ha cosparso il corpo di benzina, voleva darle fuoco. Poi è fuggito . E’ stato arrestato per tentato omicidio.
Mercoledì 27 gennaio
Lecce
Lei, 41 anni, viene dall’Albania. Ha due figlie, di 18 e 19 anni, e un figlio più piccolo. Il marito, 45 anni, le sottopone da anni ad ogni tipo di violenza, anche sessuale. Qualche settimana fa, lei finalmente ha trovato la forza di denunciarlo. Per le botte è finita tante volte al pronto soccorso. Lui non perdeva l’occasione per picchiarla, minacciarla e insultarla . A casa di parenti, vicino alla scuola del figlio, sui luoghi di lavoro di lei che per questo ne ha dovuti cambiare tanti. Le indagini preliminari si sono concluse, lui è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, percosse e violenza sessuale.
Comincia il Festival di Sanremo, qualcuno vuole buttarsi di sotto. Stavolta è un 60enne, processato per aver stuprato una ragazza ucraina. Protesta per la condanna. Le telecamere si affollano. La spunta Telenord che ottiene un’intervista in diretta con annesso salvataggio. L’aspirante suicida mezz’ora prima di salire sul tetto del McDonald a due passi dall’Ariston aveva telefonato proprio al giornalista di Telenord. Reality trash costruito a tavolino? Ma c’è un altro dubbio più interessante, sollevato dall’Udi ligure: se fosse stata un’italiana a subire violenza da uno straniero, questi zelanti giornalisti che storia avrebbero raccontato?
—>>>Per l’immagine grazie a Fastidio
yes crocco. gli italiani sono tutta brava gente!!!
Se a fare violenza su una donna è semplicemente un maschio, non frega niente a nessuno. Occorre che sia anche scuro di pelle, o con accento dell’est e che la violenza avvenga fuori dalle mura domestiche.