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Reddito minimo per le donne che denunciano violenza

Favola della buonanotte, per bimbi e bimbe grandi

La prima volta che mi violentò fu di notte, mentre dormivo. Mi svegliai che lui era sopra di me. Aveva fatto tutto con cura: pigiama abbassato, mutande tagliate. “Scusa se ti ho svegliato, continua pure a dormire” – mi disse. E io chiusi gli occhi perché lui era già dentro e se resistevo fino alla fine poi mi sarei guadagnata una doccia.

La seconda volta fu dopo un litigio finito 4 a 1 per lui. Occhio, labbro, guancia, orecchio, erano le mie cicatrici. Le nocche graffiate di una mano erano le sue.

“Ti voglio chiedere scusa” – pretese. E mi bloccò al letto. Le sue scuse me le faceva da dietro. Come fosse un altare. Come se il suo pene fosse un cero alla madonna. Un credente praticante non perde occasione di mostrare gratitudine a Dio.

La terza volta fu davanti a mia figlia. Aveva appena un anno e mezzo. Continuai a sorriderle per tutto il tempo. A rito liturgico finito l’uomo mi esortava ad assolvere i miei doveri di madre. Andavo, la nutrivo, giocavo con lei. Ridere era diventato un dovere. Mia figlia era la mia unica amica.

La quarta volta fu per punirmi. Avevo detto chiaro e tondo che non volevo più. Poteva ammazzarmi ma non sarebbe più successo. Mi legò le mani. Sfidò il mio culo a duello. Lui scelse l’arma. Ebbe la meglio al primo colpo.

Quando lo dissi, nessuno mi credette. Quando cercai un posto diverso dove andare, nessuno me lo offrì. Quando cercai un lavoro per poter portare via mia figlia, non lo trovai. Non c’erano lavori per le donne ingrate. Un uomo che ti desidera è una lusinga non da poco. Bisogna saperselo meritare.

Allora decisi che avrei rovinato il mio aspetto. Mangiai fino a scoppiare e diventai una balena informe. Per un po’ lui si eccitò di più. La carne si misura in centimetri. Se ne avanza pare una provocazione. Poi il corpo cominciò a straripare. Non furono sufficienti i tessuti e avrei continuato fino ad ammazzarmi se lui non avesse smesso.

Gli piacqui poco e mi lasciò. Felice, un po’ alla volta, tornai a vivere. Per prima cosa cercai un lavoro. Di nuovo. Stavolta non piaceva la mia immagine. Le grasse non meritano uno stipendio.

Il primo stupratore fu mio marito. Il secondo fu un datore di lavoro. Il terzo non c’e’ ancora ma lo aspetto.

Uno stupratore arriva sempre. Puntualmente. Quello più pericoloso ce lo ritroviamo a casa. E’ l’optional di ogni contratto d’affitto. E senza la busta paga di un uomo, l’affitto non c’e’. 

Fine della favola


Ci sono milioni di donne in ostaggio di altrettanti uomini. Nessuno vuole pagare il riscatto e c’e’ un esercito la’ fuori che ci aspetta. Chi riesce a liberarsi viene ricacciata indietro. Non c’e’ scelta.

Si prospettano tregue bilaterali in ogni conflitto. Ma in quello che noi viviamo non c’e’ mai stato.

Ci serve “certezza del reddito”. Ci serve poter scegliere le relazioni senza dover dipendere da esse. Non è una richiesta irragionevole. Non siate responsabili morali degli stupri, quelli che fanno chiasso e quelli silenziosi, e degli omicidi che avvengono dentro le case, all’interno delle famiglie. Dateci ascolto. Soprattutto, se davvero volete aiutarci, fate dire a noi quello di cui abbiamo bisogno. I militari non ci servono. Un lavoro, un reddito si. 

C’e’ qualcun@ la’ fuori che è in grado di presentare una proposta di legge che oltre a prevedere una funzionalità riconosciuta e pienamente legittimata dei centri antiviolenza immagini soprattutto risorse per il reddito minimo, quote lavoro, assegnazione di case, affitti bloccati, posti assegnati dentro gli asili, momenti di formazione e di riqualificazione gratuita, e un milione di altre cose possibili, per le donne che denunciano violenza dentro e fuori le famiglie?

Se nessuno è disposto a fare queste cose, non ci fate perdere tempo con le vostre chiacchiere. Qui abbiamo un gran da fare. Stiamo lottando per sopravvivere.

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Posted in Corpi, Narrazioni: Assaggi, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


9 Responses

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  1. fikasicula says

    gyordie: certo 🙂
    ma il ragionamento che ci sta a monte è reale.
    ciao

  2. gyordie says

    ciao a tutte/i,

    una sola domanda su questa frase “reddito minimo alle donne che subiscono violenza” : é provocatorio, vero?

  3. fikasicula says

    francesco che io sappia non se ne abusa, no. oltretutto ci sono delle verifiche. non è poi così automatico. c’e’ la denuncia e se c’e’ il riscontro si avvia l’iter per forme di supporto. ma l’iter porta a degli aiuti reali.

    lo stesso io immagino per le donne vittime di violenza fuori e dentro le famiglie.

    in parte può anche essere che un emendamento di estensione alla legge sulle vittime di mafia e di estorsioni possa bastare ma le forme di supporto alle quali penso io sono anche più complessive perchè ricadono sulla fruizione di servizi pubblici e su possibilità differenti.

    per dire: ci sono delle garanzie per i pentiti, i testimoni di giustizia, contributi, e non so che altro. le donne che denunciano subiscono forme di persecuzione che le portano a ritorsioni, minacce che spesso arrivano alla morte, all’omicidio. per queste donne non si prevede nessuna forma di prevenzione. sono cadaveri ambulanti. morte annunciate.

    il vuoto legislativo da questo punto di vista è veramente spaventoso, ecco.

  4. Francesco says

    Non sapevo di questa cosa sulle estorsioni e sulle vittime di mafia.
    E di questo meccanismo non se ne abusa con false denunce?! Evidentemente sono fin troppo pessimista verso il genere umano,
    In questo caso sì, sono favorevole ad una legge che estenda gli stessi aiuti anche alle vittime di violenza.
    Anzi, visto che una legge di base già c’è, se ci fosse la volontà basterebbe cambiare un paio di parole per estenderla in tal senso. Se ci fosse la volontà.

  5. fikasicula says

    francesco: per le denunce contro le estorsioni sono previsti supporti anche di tipo economico. le vittime di mafia vengono tutte assunte con lavoro sicuro in enti pubblici. non capisco: quelle di mafia e estorsioni sono più vittime che quelle di stupro e violenza in famiglia?
    dove sta la differenza?

    chiara: sono in pausa lavoro, militanza 🙂 rimando a dopo :*

  6. Chiara di Notte - Klára says

    sto leggendo le tue cose e poi te ne dirò

    Curiosissima sono! 😀

  7. Francesco says

    Non credo sia applicabile: se si garantisse un reddito a tutte le persone che presentassero denuncia di violenza, sai quanta gente lo farebbe?
    Altra cosa sarebbe garantire il reddito a chi risulta vittima di violenza dopo un processo, ma in questo caso si perderebbe lo scopo di dare subito indipendenza alle vittime.
    Mi sa che la cosa migliore è continuare con le strutture che offrono accoglienza, mentre si cerca di rimettersi in piedi da soli.

    Piuttosto, la razza umana dovrebbe imparare dai procioni l’autodifesa.
    http://www.hwupgrade.it/…howthread.php?t=1915122

  8. fikasicula says

    perchè no 🙂
    solo che la’ fuori per l’appunto c’e’ l’esercito che ci attende e dunque se fai la prostituta poi c’e’ qualcuno che ti caccia dalle strade e persino dalle case nelle quali eserciti la professione. autonome mai. questo è il trucco della società patriarcale.
    schiave a tutto servizio e puttane in esclusiva!

    ps: sto leggendo le tue cose e poi te ne dirò 😀

  9. Chiara di Notte - Klára says

    E secondo te, tutto cio’, puo’ essere un motivo valido per scegliere la via della prostituzione?

    La mia risposta gia’ la conosci, credo.

    Buona giornata. 🙂