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Alemanno disse: Roma città chiusa e sicura. E gli stupratori si diedero tutti appuntamento nella capitale!

Da quando il sindaco di Roma Alemanno ha cominciato a parlare di sicurezza e ha annunciato innumerevoli volte, senza poi farlo realmente,
che il comune si costituirà parte civile ai processi per stupro, pare
che gli stupratori si siano dati appuntamento tutti nella capitale.

Hanno avuto così
tanta paura e si sono sentiti così minacciati dalle iniziative
securitarie che dovrebbero occuparsi di queste vicende che non hanno
aspettato un solo minuto di più. Hanno preparato i bagagli e si sono
diretti a Roma.

Oggi è successo di nuovo, dopo lo stupro di qualche giorno fa, quello di capodanno (gli stupratori restano tutt’ora ignoti), quello di giovanna reggiani e dopo tutta un’altra serie di aggressioni che avvengono soprattutto in famiglia.

Forse
se ci si occupasse del problema in termini preventivi, di
sensibilizzazione culturale e di educazione sessuale nelle scuole, nei
posti di lavoro, ovunque. Forse se ci si occupasse del problema con dei
corsi di autodifesa prima di arrivare al punto in cui si cerca solo di
"punire" un colpevole. Forse se si smettesse di attribuire alle donne,
per ragioni di decoro s’intende, la colpa di quello che gli succede
quando mettono una minigonna, quando fumano in pubblico, quando hanno
bevuto e ballano, quando passeggiano da sole dopo il tramonto…

Forse se
si smettesse di usare le donne esclusivamente per motivi elettorali e se si smettesse di togliere finanziamenti costringendo i centri
antiviolenza a chiudere. Forse se le donne potessero avere una maggiore
certezza del reddito per
essere più libere. Forse, dico forse, se si decidesse di fare un po’
tutte queste cose allora le donne potrebbero stare un po’
più tranquille.

Aspettiamo con
ansia di sapere quali provvedimenti il sindaco vorrà adottare sulla
questione della violenza contro le donne. Dalla Carfagna ovviamente non
aspettiamo niente. Lei è solo una comparsa. 

Sarà una
task force dotata di sottomarini e radar interspaziali? Ronde con
intercettatori di peni eretti? Infiltrati nel mondo degli spacciatori
di spermatozoi avariati? Microchip sottocutanei al bromuro per tenere
molli gli affarini? 

Come in una fiction: non vediamo l’ora di assistere alle prossime mirabolanti avventure del super sindaco munito di superpoteri. 

Alema’, e mettiti una tutina da supereroe, però. Altrimenti non sei credibile. 

—>>>A proposito di sicurezza e reddito. Domani (24 gennaio) a Roma c’e’ l’assemblea nazionale delle femministe su lavoro, precarietà, reddito.

Posted in Corpi, Iniziative, Omicidi sociali, Pensatoio.


9 Responses

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  1. foscalontana says

    Hai ragione, cara Enza, quando scrivi che scendiamo ogni giorno(o quasi) in piazza. Ma la mia proposta va oltre. La “piazza” non è solo il luogo dove la società civile (o una parte della società civile), decide di darsi appuntamento per assumere e farsi carico della(propria) visibilità.Essa (piazza) è il luogo dell’assunzione del simbolico che diventa prassi politica e (speranza concreta) del cambiamento,della sovversione dell’ordine costituito. E’ l’assunzione della/lle parola/le che, domandono senza più prudenza, che avvicinano ciò che è possibile a ciò che oggi è ancora impossibile:una diversa relazione tra uomini e donne,il riconoscimento della nostra identità, della nostra differenza, dei nostri corpi(che non sono lì solo per essere massacrati, o vilipesi, o mortificati). E’ la richiesta che l’ordine simbolico patraircale che passa quotidianamente(e trasversalmente), per l’incultura sessuale,la genealogia maschile, l’universale neutro, che si concretizza poi, nella violenza come arma di potere (e di sopraffazione),venga sovvertito. Sono richieste e prassi che, donne di paesi meno ‘civili’ del nostro, hanno posto in essere. E’ pratica di democrazia che è risultata vincente: la vittoria della vita(quella vera, non quella opportunista che, le religioni, propinano), che si è fatta carico di far diventare posibile ciò che sembrava un’utopia irrealizzabile. La libertà femminile, che nella storia c’è sempre stata oggi, più di ieri, chiede questo cambiamento.

    ciao

  2. fikasicula says

    hai ragione fosca. bisognerebbe scendere in piazza ogni giorno.
    e infatti lo facciamo. solo che lo facciamo anche per altri motivi perchè le emergenze sono tante e la nostra militanza non è solo rivolta a questo…

    comunque so che a roma si vedranno per capire che fare in questi giorni. appena comunicano qualcosalo pubblichiamo qui

    ciao 🙂

  3. Francesco says

    Ma quale piazza! Secondo me vi conviene scendere in strada e fare le ronde come le donne indiane. A gruppi di 5 o 6.

  4. foscalontana says

    A parte che i violentatori sono sparsi per tutto lo stivale (con o senza tacchi ); a parte che con l’alibi di volere ‘tutelare(e mi chiedo chi ci tutela dai tutelatori) hanno strumentalizzato la violenza sessuale a fini elettoralistici; a parte che siamo in piena emergenza femminicidio(tanto che il Messico a noi ci fa un baffo); a parte che con i distinguo (A Roma, si stupra di più, a Palermo no,Guidonia è nà patumiera, Roma è caput mundi),creiamo le premesse perché il patriarcato continui imperterrito a seminare il proprio odio(di genere). A parte tutto ciò e anche di peggio, mi chiedo cosa aspettiamo noi donne scendere in piazza, a gridare ogni giorno e per tutti i giorni dell’anno, che non ci stiamo più, che sulla nostra pelle non si fa né campagna elettorale, né tirocinio per l’impotenza maschile (perché impotenti sono)e il loro odio.Basta con le feste comandate (25 novembre, 8 marzo), riuniamoci ogni sabato, o lunedì(o anche l’ottavo giorno), come le madri di Plaza de Mayo, o Nuestras Hijas de Regreso a Casa.Chiediamo una giustizia giusta,affinché gli stupratori (e chissenefrega se italiani o dell’isola che non c’è),non vengano o lasciati liberi o concedendogli attenuanti (perché una donna non si è fatta massacrare in ‘pro bono pacis).Né che debbano siucidarsi per gridare l’ultima volta il loro dolore. Scegliemo un giorno della settimana, e portiamole con noi.

  5. fikasicula says

    che c’entra. se gli stupratori sono on the road si accampano dove capita. oppure a ‘sto punto sono romani in tour 🙂

  6. Francesco says

    Non che ci tenga a difendere Alemanno, ma Guidonia non è Roma: è un comune a parte.

Continuing the Discussion

  1. La cioccolateria all'angolo linked to this post on Febbraio 16, 2009

    Dalle sentenze, dai provvedimenti, dalle affermazioni di rappresentanti istituzionali, dall’orientamento culturale, dalle reazioni, dai metodi attraverso i quali l’informazione tratta questo argomento, ho tratto un decalogo che può essere uti

  2. no alla violenza sulle donne linked to this post on Gennaio 25, 2009

    Dalle sentenze, dai provvedimenti, dalle affermazioni di rappresentanti istituzionali, dall’orientamento culturale, dalle reazioni, dai metodi attraverso i quali l’informazione tratta questo argomento, ho tratto un decalogo che può essere util

  3. Il Vento e L'Anima linked to this post on Gennaio 24, 2009

    Dire "Basta!" non basta più immagine tratta da Fastidio Un comunicato dell’Affi – Associazione femminista federativa internazionale – su quello che sta succedendo in questi giorni: E’ la vigliaccheria il connotato più ev