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Misoginie – parte seconda

Aiko, da brava donna di casa, fa le pulizie (da Projectaiko.com)

Atto I°

La Cassazione di Ancona ritiene che una donna che abbia “tradito” il marito non abbia diritto agli alimenti. Perché viveva: Un rapporto "coltivato con aspetti esteriori", quali "manifestazioni affettive anche in pubblico" come emerso da testimonianze, "tali da ingenerare più che plausibili sospetti di infedeltà" così da "comportare offesa alla sensibilità e al decoro del marito".

Nell’articolo che riporta la notizia si fa notare che per legge oramai neppure le donne che abbandonano il tetto coniugale meritano una punizione. L’abbandono del tetto coniugale non è infatti reato. E non lo è neppure la relazione vissuta con un altro. Non si capisce quale sia l’articolo del codice civile al quale si sono ispirati per poter dedurre che una donna che ferisce la sensibilità e financo il decoro del marito meriti una punizione.

Forse che ci sono regole che stabiliscono che gli uomini che feriscono la sensibilità – e vi giuro che succede – di una donna meritano una punizione di qualche tipo?

E poi che significa in termini giuridici “offesa del decoro del marito”? Nel nostro codice il reato di violenza sessuale non è più contro la morale ma contro la persona; il delitto d’onore grazie alle donne non esiste più; il matrimonio riparatore, che riparava il torto del padre mica quello della fanciulla, non c’e’ più neppure quello. Da dove spunta ora l’offesa del decoro del marito?

Mi viene in mente la logica del decoro impartita dalla ministra carfagna con il ddl sulle prostitute. Le gonne decorose, i regolamenti per il decoro urbano delle città, la concezione di decoro fascista. Mi viene in mente anche la manifestazione nazionale contro la violenza maschile di quest’anno e soprattutto il suo slogan: Indecorose e libere.

C’avevamo preso, eccome se c’avevamo preso. Così come c’hanno preso le donne che hanno inventato lo slogan “adeschiamo i diritti” e “anch’io sono una puttana” e ancora “Noi le gonne non le allunghiamo”.

Cos’e’ una relazione “coltivata con aspetti esteriori”? Bisogna fare case chiuse anche per le relazioni? Un bel lucchetto a tutta la sessualità per non offendere la sensibilità e il decoro di tutti i bacchettoni del mondo? Allora quella faccenda scema dei lucchetti a ponte milvio un senso ce l’ha. Ma si. Cinture di castità, morale sigillata, fica protetta, sessualità ultradecorosa.

La legge dice che quando avviene una separazione tra coniugi, chi tra i due è in grado di passare un mantenimento all’altro – se disoccupato o non in grado di vivere, in questo caso si, decorosamente – lo deve fare. Non esiste la regola dell’offesa del decoro. Altrimenti per tutte le volte che la mia sensibilità è stata ferita dovrei chiedere risarcimenti da qui all’eternità. Magari lo faccio…

Indecorose e libere. Su questo non ci piove.

Atto II°

Ve lo ricordate il film “Io e Caterina”? Quello con Alberto Sordi (del quale fu peraltro regista) alle prese con un robot formato donna perché voleva accanto una creatura servile, ossequiosa, che non disturbasse mai. Il robot poi svelò un lato oscuro fatto di emozioni, gelosia e aggressività. Caterina fu smontata e neutralizzata dopo una sequenza distruttiva con lancio piatti e tentati omicidi.

Erano gli anni settanta e la faccenda mostrava tutto il disagio degli uomini vecchio stampo di fronte alla emancipazione femminile. Le donne avevano preso a lavorare, parlare, manifestare, esigere. Per tanti uomini un robot come Caterina sarebbe stata certamente una risposta perfetta alle loro anacronistiche e maschiliste esigenze.

Pensavate che la faccenda non sarebbe stata più riproposta? Invece no. Ci sono ancora uomini che non amano mettersi in discussione, che risolvono picchiando le donne per “correggere” il loro comportamento e riadeguarle ai loro gusti, ovvero esiste qualcuno che non vuole neppure fare la fatica di stare a discutere. Non ha tempo, dice, e dunque si è fatto la compagna robot per se. Assai più perfetta di quella prodotta dall’immaginazione di Alberto Sordi. Pulisce casa, non apre bocca, legge ad alta voce il giornale ed è carina. Roba da spararsi una dose di droga pesante in vena. E la storia ha certamente una finalità commerciale dato che da un po’ già si parla di servette robot, bionde, brune, belle, formose.

C’e’ una parte di me, quella che è affezionata alla tecnologia e che ama la figura del cyborg quando a descriverla è Donna Haraway (quella del manifesto cyberfemminista), che è profondamente colpita da questa cosa e immagina un futuro fantascientifico nel quale un mio braccio potrebbe essere sostituito con quello sviluppato dal prototipo dello sfigato. L’altra parte di me giudica un po’ patetico il fatto di crearsi una cyberschiava in un mondo nel quale neppure le badanti straniere fanno tutto gratis e in silenzio. Ma è la storia delle macchine che sostituiscono le braccia umane e dunque su questo punto taccio. Se invece che una serva in carne ed ossa gli uomini vorranno delle robot allora forse quelle che ora fanno le serve e le badanti troveranno un lavoro nel settore della manutenzione dei cyborg. Certo che però un corso per imparare a rifarsi il letto, il genio creatore di una simile creatura, lo poteva pure fare… Che forse era meno faticoso che inventarsi una cameriera…

Mi frulla in testa anche un’altra cosa: la fanciulla tech fa anche le seghe? Perché allora è fantastico. Bisognerà mettere assieme le forze dei cervelli femminili per costruire un corpo attorno al vibratore. Almeno così abbiamo un aggeggio che vibra e anche un essere che all’occorrenza si presta per altri giochini erotici. Serve un prototipo che non picchi, non stupri e faccia sesso consensuale con attenzione rispetto al piacere delle donne. Bella idea vero? La tecnologia, che bella cosa. 🙂

—>>>Altre misoginie QUI

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


9 Responses

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  1. Francesco says

    Volevo precisare che l’idea dell’indigente a carico della comunità invece che dell’ex coniuge non è per mio tornaconto personale, dato che non sono ne’ sposato, ne’ penso minimamente a sposarmi.

  2. Johnny7 says

    @fikasicula
    hai ragione, le donne ne hanno subito di tutti i colori, e mi si stringe il cuore al solo pensiero, ma piuttosto che rivoltare la frittata e fare lo stesso gioco che hanno fatto gli uomini per secoli e secoli, le donne devono(seguendo l’esempio della merkel solo per dirne una) rimboccarsi le maniche e salire in cima alla piramide del potere
    Sentite ciò che disse la buonanima dell’avvocato(a partire da 4:38) sulle donne, e datevi da fare(in senso buono)
    http://it.youtube.com/watch?v=msBLBLLBZ9k

  3. Francesco says

    “volere bene vuol dire volere il bene di una persona a prescindere dal fatto che quella ti ferisce o meno e se non sei in grado di stabilire con una persona una relazione basata su questo tipo di affetto, sincero e disinteressato allora non è amore ma un baratto. un contratto di vendita di carne in cambio di un mantenimento…”

    Ma stai scherzando, spero.
    Questo è il tipico ragionamento che porta diritto filato le donne a stare con mariti che le maltrattano.
    E poi stiamo parlando di matrimonio, che è appunto un contratto, mica di amore.
    Quello (l’amore), quando si arriva alla situazione che come dici tu non capita a ciel sereno, è già finito da un pezzo. Per cui, sì, l* si manda fuori di casa (o si va via di casa, se la stessa appartiene all’altr*) senza troppi rimorsi.
    E, una volta terminato il contratto matrimoniale, se uno dei due è indigente ci pensi la comunità a mantenerl*, oppure si crei una cassa integrazione per divorziati.
    Questo, fermo restando le responsabilità parentali nei confronti dei figli, ovviamente.

  4. fikasicula says

    e mo’ questa? 🙂
    dove l’hai letto che lei lo ha fatto entrare in casa con i figli?
    comunque ora i gionali ne diranno delle belle…
    di sicuro quello che dicevo non era a senso unico.
    su questo ti do ragione. ma ci sono storie e storie e questo non toglie che un mantenimento è dovuto nel caso in cui lei non sia in condizioni di mantenersi. non si può aggirare la legge con le stesse regole che fino a — decide e decine di anni fa lasciavano le donne senza il becco d’un quattrino sempre…
    non avevano diritto a ereditare proprietà… solo il figlio maschio era erede. le femmine avevano diritto a riconoscimenti patrimoniali solo in virtù dello status di moglie.
    quello status poteva essere revocato in ogni momento se l’uomo decideva che quella donna doveva essere buttata in mezzo alla strada e la scusa più frequenta era proprio l’offesa per una cattiva condotta morale.
    anche indossare una gonna sopra il ginocchio diventare sintomo di pullagine.
    è una mentalità ancora presente nel nostro contesto sociale e giustifica veri e propri atti di violenza.
    ci sono donne che hanno perso la vita per pagare la gelosia degli uomini…
    ma questo di sicuro lo sai 🙂
    ciao

  5. Johnny7 says

    @massimo:
    Complimenti per l’approfondita conoscenza giudiziaria(sei per caso un avvocato?)

    @fikasicula:
    Chi pecora si fà il lupo se lo mangia, a maggior ragione che è stato diviso un letto per tanto tempo, ci vorrebbe un pò di rispetto, è vero che siamo fatti di carne e un avventura può scapparci, ma non che, soprattutto davanti ai figli fai entrare “un altro papà” e a quello originale o non gli e li fai vedere o gli e li metti contro
    @fikasicula(2):
    Con una pistola puntata alla tempia o un coltello alla gola, grazie che una donna “spontaneamente” si cala i jeans.
    Anche per me sta legge è na gran cazzata.

  6. fikasicula says

    massimo questa del danno esistenziale fa esattamente il paio con la sentenza di cui stiamo discutendo.

    te ne dico un’altra: è stato assolto uno stupratore perchè – secondo la sentenza – lei aveva i jeans e se non se li fosse tolti da sola lui non sarebbe riuscito a penetrarla…

    se cerchi su internet ne trovi tante di sentenze che fanno riferimento a interpretazioni discrezionali delle leggi.

    l”offesa al decoro e l’ onore del coniuge” (insieme alla violazione del dovere di fedeltà, l’omissione di attività sessuale, eccetera…) – di cui parli tu non mi pare stiano scritti nel codice. qual’e’ l’articolo?

    la fedeltà per la legge italiana non è un “dovere”. il tradimento non è reato. l’offesa al decoro e all’onore del coniuge esisteva con il codice rocco (fascista), prima che venisse riformato il diritto familiare. prima che fosse abolita la figura del capo famiglia.

    non esiste una offesa al decoro e all’onore.

    esiste un danno biologico che viene riconosciuto sulla base del riconoscimento di episodi di vera e propria molestia ovvero di una situazione di grave costrizione psicologica.

    tu pensa che il danno biologico non viene riconosciuto quasi mai neppure in caso di mobbing…

    bisogna dimostrare tramite perizie mediche che la molestia subita danneggia gravemente lo stato psicologico di qualcuno per definirla vittima e arrivare anche ad una richiesta di risarcimento.

    il resto è parto della tua fantasia o è il tuo auspicio che purtroppo incontra il favore di giudici vetero maschilisti che continuano ad interpretare la legge come se i tempi non fossero mai cambiati.

  7. fikasicula says

    ma come fai a sapere che il marito si è sempre comportato egregiamente? 🙂

    comunque non è questa la cosa fondamentale.
    se lui è un marito strabravo e lei lo ha tradito in ogni caso non esiste una legge in italia che punisce l’adulterio. nei paesi arabi esiste la lapidazione. qui no.

    quando si stabilisce una separazione, non consensuale e dunque legale, si ragiona per motivi e non per colpe (quella è la sacra rota). in tutti i casi la condotta decorosa non è oggetto di interesse della nostra giurisprudenza a meno di non volercela infilare a forza.

    in una separazione si stabilisce che la parte economicamente più debole deve essere assistita da quella più forte.

    il fatto di non passare gli alimenti per punire la condotta morale di una persona sta proprio nella mentalità anacronistica cui ti riferisci tu. come se la donna fosse merce e dunque se l’ha data a qualcun’altro allora da gran puttana qual’e’ si facesse mantenere da quello.

    una prostituta, carne in vendita a tutto servizio con vincolo di esclusività. nulla più che questo.

    io penso che se in un legame c’e’ affetto, se davvero hai amato una persona, se le vuoi bene, sarai anche in grado di capire il motivo per cui quella alla quale vuoi bene ha intrapreso una relazione con qualcun altro. se hai dell’affetto per lei ti preoccupi di sapere come sta e quindi non discuti sul fatto di darle una mano mentre vi state separando. fino a che non sarà in grado di stare meglio e di provvedere a se stessa da sola.

    oppure tu alla notizia che la donna che sta con te, non a ciel sereno perchè ‘ste cose non accadono mai a ciel sereno ma in una situazione di crisi, nella quale non si scopa più, nella quale il rapporto è già in qualche modo incrinato, dicevo alla notizia che la tua donna si incontra con qualcun altro tu la butti in mezzo alla strada? la rimandi dalla mamma? la chiami svergognata e puttana e la lasci morta di fame e senza un tetto sulla testa?
    saresti in grado di fare questa cosa ad una persona alla quale vuoi bene?
    volere bene vuol dire volere il bene di una persona a prescindere dal fatto che quella ti ferisce o meno e se non sei in grado di stabilire con una persona una relazione basata su questo tipo di affetto, sincero e disinteressato allora non è amore ma un baratto. un contratto di vendita di carne in cambio di un mantenimento…

    aggiungo che in italia spesso, troppo spesso, succede che i mariti non passano neppure gli alimenti ai figli se non possono più avere controllo sulla moglie. anche i figli vengono considerati merce di scambio. e non è proprio una bella cosa…

    la teoria del femminista si ma fesso no quindi sta dentro quella mentalità tutta patriarcale che ti dice che sei fesso se sei solidale con quella che ha diviso il letto e la vita con te per un tot di anni. quella con la quale ha fatto l’amore ma hai anche vissuto e ci sei cresciuto insieme e magari ti ha permesso di andare avanti nella vita e ti ha regalato risorse ed energie preziose…

    se ti sbarazzi di ogni responsabilità verso la persona che è stata con te per tanto tempo appena quella la da ad un altro la stai trattando solo come una puttana, merce che non serve più.

    le responsabilità non dipendono dalla proprietà che si stabilisce sulla fica di una donna. dipendono da qualcosa di assai diverso…
    ma forse sei troppo giovane per capirlo. buh. 🙂

  8. Massimo says

    Guarda che basta fare una rapida ricerca su internet per scoprire che tra i “più consueti comportamenti che conferiscono il diritto a chiedere la separazione con addebito”, c’è appunto l’ “offesa al decoro e l’ onore del coniuge” (insieme alla violazione del dovere di fedeltà, l’omissione di attività sessuale, eccetera…). Non c’ entra niente il sesso del coniuge, e neanche la cosa che dici tu della “punizione”: ci si riferisce solo all’ addebito della separazione. Volendo essere più precisi, il marito avrebbe avuto diritto al risarcimento del danno esistenziale: “…il Tribunale di Brescia (Sent. 14.10.2006) ha condannato un marito, al quale aveva addebitato la separazione per violazione dell´obbligo di fedeltà di cui all´art. 143 c.c., al risarcimento del danno esistenziale in favore della moglie, quantificato equitativamente in € 40.000,00, oltre intressi legali. “Infatti – continua il Tribunale – il rispetto della dignità e della personalità, nella sua interezza, di ogni componente del nucleo familiare assume il connotato di un diritto inviolabile, la cui lesione da parte di altro componente della famiglia costituisce il presupposto logico della responsabilità civile…”. Saluti.

  9. Johnny7 says

    Ma una donna che si porta dentro l’amante e lascia fuori il marito, quando quest’ultimo si è sempre comportato egregiamente, perchè si dovrebbero pagare gli alimenti alla mogli e all’amante, che sia quest’ultimo a pagargli gli alimenti.
    Femminista si, minchione no.