E’ morto domenica Gerard Damiano, regista del primo porno legale
di Gaia Maqi Giuliani
Caro posso fumare mentre mangi? Questa è la prima frase pronunciata
dalla co-protagonista di Linda Lovelace, Helen (Dolly Sharp) nel
famosissimo Gola profonda , mentre durante il primo cunilingus passato
alla storia della cinematografia porno e non solo, un ragazzo
riccioluto si prodigava a regalarle un lungo e piacevole passatempo.
Una scena piena di forza, questa, che dà inizio in modo inequivocabile
al fil rouge che percorre tutto il film: due donne si raccontano quello
che a loro piace e quello che è loro indifferente nel sesso. La prima,
Linda, dichiara all’amica di «non esser mai riuscita a sentire i fuochi
artificiali», mentre Helen l’aiuterà a scoprire cosa le potrebbe
procurare il piacere che le manca. Di questa ricerca, Linda e Helen
saranno protagoniste indiscusse e gli uomini solo comparse. La scena
citata sopra finisce con Helen che, terminata la sigaretta, scaraventa
il mozzicone dentro il lavello della cucina, e ancora seduta sull’orlo
della tavola da pranzo, si abbandona all’orgasmo.
Domenica scorsa ci
ha lasciato all’età di quasi 80 anni il regista di questa pellicola,
Gerard Damiano. Che non fosse femminista non vi era alcun dubbio, ma
che nel complesso quello che è il suo film più famoso, un cult della
cinematografia occidentale, sia risultato attento al piacere femminile,
è cosa ormai consacrata alla storia. Non è un caso, quindi, che la
disinibizione e il protagonismo sessuale mostrato dalle due donne sia
legato immediatamente al fatto di essere due prostitute. Non è un caso
che la protagonista si divertisse a praticare fellatio, forse la
pratica femminile più altruista nella sessualità eterosessuale, ossia
dove il corpo della donna è molto poco presente e coinvolto. E non è un
caso nemmeno il fatto che Linda, la protagonista, si trovasse ad avere
la propria clitoride "in gola", visto che quello era forse il modo più
semplice per rispedire la responsabilità dell’uomo nei confronti del
piacere femminile direttamente alla mittente.
Eppure il punto di
vista di alcune scene, alcune modalità del comportamento femminile,
alcune pretese che Linda, Helen e le infermiere del dottor Young
avanzano al partner o ai partner sessuali non erano assolutamente
scontate. E’ chiaro, la sessualità che queste donne desiderano è quella
eterosessuale e generalmente fallocentrica, alimentando così per tutto
il film e i decenni a venire, un immaginario maschile che non mette mai
in discussione l’assunto della totale e assoluta disponibilità del
corpo femminile. D’altra parte, vedendola dal nostro punto di vista
oggi, anche quella sessualità che ha fatto la Storia dell’immaginario
pornografico soprattutto maschile, sembra molto più emancipativa di
quanto non sia quella delle donne italiane ai giorni nostri, strette
tra mille tabù sociali. Uno per tutti, il tabù che prende corpo nel
decreto Carfagna sull’abbigliamento "di strada": mentre "da noi" si usa
lo spauracchio dell’abbigliamento per stabilire la "decenza delle donne
nei luoghi pubblici", nei primissimi anni Settanta Linda e la sua amica
scorrazzano indisturbate e succinte alla ricerca dei "migliori"
compagni di letto. Insomma noi a casa, vestite fino al collo e "per
bene" o in televisione (semi)nude e disponibili, loro libere di
"sputtaneggiare" senza essere arrestate, apostrofate, o violentate.
Ora,
di Gola profonda si è parlato tanto, dentro e fuori gli ambiti
cinematografici e in questa sede non si può far altro che citare il
dibattito più acceso, quello all’interno della comunità femminista, e
quello tra le femministe anti-pornografia e l’industria del cinema
porno. In effetti, agli occhi delle donne che negli anni Settanta si
sentivano le più emancipate dell’universo, tutte le premesse del grande
film di Damiano sembravano sbagliate: già durante le se riprese
violenze, soprusi, sfruttamento parevano essere di dominio pubblico. E
Linda Lovelace ha avuto modo di raccontare cosa quell’esperienza avesse
significato per lei. Nemmeno si possono analizzare in questa sede le
luci e le ombre della grande industria pornografica, che al pari di
tante altre di apparente "assoluta moralità", è costellata spesso (ma
non sempre) di violenza e sfruttamento. Si può invece dire che essa, al
pari di tanta altra cinematografia, ci ha permesso di guardare a noi
stessi/e e, forse ancor più che "guardare", di osservare la nostra
sessualità da un punto di vista esterno. L’approccio critico è di
dovere, in questo caso come negli altri, ma anche una sana, disinibita
e gioiosa risata.
Resta il fatto che Gerard Rocco Damiano ci ha
regalato una lettura importante dell’immaginario sessuale maschile e
femminile, guardato con tanta ironia. Non è un caso che ancora oggi,
trentun’anni dopo la sua apparizione in Italia, nei festival del cinema
indipendente, nelle rassegne cinematografiche italiane e straniere
venga proiettato o serva da spunto per corti e mediometraggi che
tentano un’analisi non mainstream della sessualità contemporanea. E non
è un caso che registri ancora il pienone.
—>>>Da Liberazione del 28.10.2008
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molto interessante il docufilm “Inside Gola Profonda”, con interviste, filmati inediti ecc