A Roma sono arrivate le Pupotte Ribelli. Da "Le Ribellule":
FUORI IL CONTROLLO DAI NOSTRI CORPI E DALLE NOSTRE VITE.
INVADIAMO LA CITTA’ CON LA RABBIA DELLE PUPOTTE RIBELLI.
Questa
notte le Pupotte, le stesse donne di carta della campagna "adotta un
consultorio" apparse qualche mese fa sui muri di Bologna, sono scese
fino a Roma. Appoggiamo il principio della campagna, ma utilizziamo questo strumento
comunicativo per aprirci ai nostri territori ed esprimere tutta la
nostra solidarietà per le femministe e le lesbiche di Bologna che sono
scese in piazza determinate a denunciare stupratori, medici e
farmacisti obiettori, ricevendo come risposta da un sindaco
giustizialista e forcaiolo la repressione.
Nella nostra città le donne di carta invaderanno i muri di scuole,
universita’, ospedali, consultori e mercati cercando di intercettare
tutt@ coloro che attraversano questi spazi pubblici.
Qui nel Lazio, la regione in cui la pillola RU486 e’ ancora un miraggio e l’aborto non e’ garantito in tutti gli ospedali.
Un (sopr)uso generalizzato dell’obiezione di coscienza ostacola i
servizi(diritti) di ivg e di contraccezione e crea un clima avverso
alle donne.
Le Pupotte esprimono il disincanto rispetto ad una metropoli in cui i
servizi sanitari per le donne sono inesistenti e insufficienti; dove i
consultori sono molto spesso fagocitati dalle a.s.l. e tolti alle
assemblee delle donne; invasi da chi impone valori ipocriti e vuole
decidere sui corpi altrui, da chi non parla alle donne ma al loro senso
di colpa.
Le Pupotte rifiutano una societa’ repressa che non informa sui tipi
di prevenzione ma indottrina ad astenersi dal sesso;una società
succube dell’ ingerenza clericale che appiattisce la cultura e rende
l’istruzione pubblica di stampo cattolico ed eterosessista, che non
concede spazio nelle scuole e nelle universita’ a materie sul genere e
sulla sessualita’.
Pupotte ribelli perche’ non accettano i ruoli imposti di madri e mogli
all’interno di una famiglia mitizzata che nasconde una realtà di
violenze e oppressioni quotidiane; perchè rifiutano un finto sistema di
welfare che continua a demandare la sostenibilita’ sociale e
familiare alle donne. Pupotte libere dai dogmi cattolici perche’ la mia sessualita’ la scelgo io.
Determinate
a voler andare fino in fondo nel denunciare tale condizione,
continuando ad attraversare i quartieri di questa citta’ con la stessa
rabbia e voglia di liberazione.
PUPOTTE RIBELLI