Sono arrivata molto prima dell’inizio. E’ sempre il modo migliore per cogliere i movimenti degli agenti, gli equilibri fra uomini in borghese e quelli in divisa, studiare i volti che poi si agiteranno al momento degli scontri. Il comizio iniziava alle sei. Alle quattro e mezza largo Benedetto Marcello era già presidiato da quattro squadre di poliziotti e altrettante di carabinieri. Polizia da un lato, carabinieri dall’altro, tanto per non smentirsi sulle rivalità fra corpi. Gli ordini li dava la polizia. Quando ho provato a chiedere qualcosa al colonnello dei carabinieri se ne è lavato subito le mani. ‘Si rivolga a loro’, mi ha detto indicandomi gli uomini in blu dal lato opposto della strada.
I primi voti il caro GF li ha persi fra gli automobilisti bloccati nel traffico e i pedoni costretti a fare un lungo giro dell’isolato perché la strada era bloccata. I voti successivi si sono volatilizzati fra coppie ignare che volevano entrare nel cinema per vedere il film Juno e dovevano arrendersi perché la sala era del GF per l’intera serata. Giusto, peccato che nessuno li avesse avvertiti. Un altro po’ di preferenze se ne sono andate fra i proprietari di motorini infuriati perché costretti a spostarli per ordini superiori del boss dei poliziotti.
Le ragazze di ACTion-A ed Action sono arrivate alle cinque e mezza. Sorridenti, festose con grandi cartelli che intimavano un ordine di espulsione contro il caro GF. Saranno state un centinaio, molte tra i venti e i trent’anni e alcune immigrate. I poliziotti tirano fuori scudi e caschi antisommossa, fanno muro. Uno di loro tenta di spostare una camionetta ma sbaglia a ingranare la marcia correndo il rischio di invesire la granitica barriera di agenti.
I carabinieri si accontentano di assistere e intanto fare la guardia contro un fantomatico assalto dalle retrovie. Due poliziotte in borghese si aggirano con aria beffarda e sicura e i manganelli che escono dalle loro borse sono fra le immagini più volgari della giornata. Un manganello appeso al cinturone di un poliziotto maschio lo considero piuttosto normale, fa parte dell’ordine delle cose durante una manifestazione. La stessa arma nelle mani di una donna mi sembra inaccettabile.
Urla contro Ferrara, slogan, passanti che si fermano. Largo Benedetto Marcello porta dritto ai Parioli. A quest’ora chi passa di qui sono signore con figlie e cani a passeggio, tate con bimbi in divisa appena prelevati da scuola, liberi professonisti accorsi dagli studi vicini a spostare i motorini visto che girava voce di rimozioni forzate. Ad un certo punto appare una signora settantenne, capelli bianchi corti ben pettinati, occhiali scuri, aria distinta. Fa qualche giro, parla con qualcuno come se volesse fiutare l’aria poi fa la sua scelta, si sistema accanto alle ragazze, non grida ma poco ci manca. ‘Abito qui – dice – da domani nessuno più mi saluterà ma quando è troppo è troppo e il GF ha superato ogni limite’. Dal cinema una nonna prova a parlarle, a convincerla che il suo posto è lì, fra i pro-life. La signora senza scomporsi si avvicina, accetta la discussione poi la ignora del tutto e torna dietro la barriera delle proteste. ‘Mi diceva: vieni qui io sono una nonna. Bene, anch’io sono una nonna, le ho detto, ma sto da quest’altra parte, insieme a chi la pensa in modo libero’. La seconda donna, bellissima, era vestita con una giacca in seta rossa. Elegante, docente universitario, cinquantenne, chiede alle ragazze slogan più ragionati per convincere i passanti…
Il colpo basso arriva alle sei e un quarto. Un signore stempiato, anziano, prende una manciata di volantini gialli, li lancia verso le ragazze insieme con uno sputo e un urlo ‘Assassine!’ Parte la prima carica di uova. Il signore si rifugia nel cinema, le uova vanno a rompersi sugli scudi antisommossa: il giallo del tuorlo cola impietoso sullo scudo, teoricamente duro come acciaio. Poi un grido: ‘Basta, conserviamole’. Sperano ancora di poter veder passare il caro GF e lanciargliene addosso qualcuna. In realtà lui è già dentro il cinema e il volantino giallo lanciato dal signore è un foglio di carta plastificata di Militia Christi con foto di feti compiaciute nel loro orrore. Le ragazze si sgolano ancora per una mezz’ora. C’è un attimo di tensione con alcuni spettatori che stanno per entrare poi le ragazze lanciano le ultime uova quindi smontano il presidio e se ne vanno. Sulla strada restano decine di gusci frantumati, liquido giallo ovunque.
Entro dentro il cinema. Un centinaio di persone anche qui. Sala non piena. Volti di cattolici convinti, di quelli dalle gonne con le pieghe, occhiali, capelli non particolarmente puliti, barbette fatte crescere per darsi un’aria più adulta, un rapporto con il corpo del tutto assente a giudicare dai gesti, dai movimenti. Il caro GF li ha riuniti lì con un invito. Sono il suo pubblico, e non potrebbe essere diversamente. Quando il comizio finisce le ragazze della protesta sono già lontane da un pezzo.
Hanno fatto bene? Hanno fatto male? A pensarci ora che tutto è finito forse hanno fatto bene. E’ stata una manifestazione liberatoria, ognuno poteva prendere il microfono e gridare quello che voleva contro il GF. Nessuno scontro, nessuna forzatura dunque nessun rilievo giornalistico, e quindi è stata come una terapia di gruppo anti-Orco senza nemmeno l’ansia di avergli regalato voti. I giornali non ne hanno parlato, il pericolo di pubblicità non esiste. No, a Roma le proteste non penso che gli abbiano procurato nemmeno mezzo voto e un po’ di donne hanno almeno potuto urlare la propria rabbia.
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QUI potete vedere un po’ di foto. Vi passo il report della giornata scritto dalle donne che hanno organizzato il presidio:
Questo pomeriggio le donne di ACTion A, insieme ad Action e alle cittadine e i cittadini accorsi, si sono recate, al cinema Holiday in cui si teneva la chiusura della campagna elettorale di G.F.
Tra il silenzio per non dargli visibilità e l’intenzione di manifestare, noi abbiamo scelto la seconda perché per noi contestare personaggi come Lui è doveroso.
Crediamo che sia importante uscire allo scoperto dimostrando così che siamo tante a pensarla diversamente da certi personaggi, e che sui nostri corpi siamo solo noi a decidere.
Oggi è accaduto qualcosa di speciale, le immigrate hanno deciso di scendere in piazza a contestare Ferrara gridandogli che non è certo a loro che deve insegnare che ogni vita è importante.
Loro che hanno fatto lunghi viaggi per non mettere al mondo i loro figli in un paese di guerra e che lottano tutti i giorni per farli sopravvivere in un paese che non li vuole e che non gli riconosce lo jus soli.
Loro che combattono ogni giorno per affermare il loro diritto di soggiorno che gli è costantemente negato da una società civile e una politica securitaria e allarmista che individua nelle/negli immigrati il nemico da cui ci si deve difendere.
Dov’era Ferrara quando i loro bambini morivano di fame nei loro paesi di origine, dov’è Ferrara quando i loro figli vengono sfrattati da casa, buttati per strada o sfruttati dal lavoro minorile.
Per Ferrara l’importante è mantenere in vita il feto e basta, quando poi viene al mondo esso diventa immediatamente un numero, un niente se non una merce.
Oggi chiudiamo il cerchio delle contestazioni fatte a F. e ne riapriamo un altro più grande ci auguriamo, che passi anche attraverso le mobilitazioni.
Da oggi diciamo basta, nessuna politica si può più permettere di legiferare sui nostri corpi e sulle nostre scelte.
La maternità può e deve essere unicamente una scelta consapevole.
Accogliamo con entusiasmo la proposta di organizzare una assemblea nazionale con tutte le realtà di donne che si sono mobilitate in questo periodo riguardo a G.F. e non solo.
Sarebbe bello se si facesse a Roma magari nella neo nata occupazione di sole donne che tra l’altro ieri ha compiuto un mese!
Milagros, Alessandra, Zineb, Amina, Zufan, Simona, Lela, Adoration, Guenda, Abeba, Xiae, Zion, Nina, Doris, Miranda, Giuliana, Samantha, Luigia, Angela, Erica, Altea, Fatima, Michela, Blanca, Lemlem, Haidi, Wahid, Simo, Marina, Danielina, Giovanna, Cecilia, Zebideru, Beya, Guendalina, Ribca, Ilhlhem, Malkanthie, Jannet, Saduni, Madushika, Melaiya, Mariana, Ymer, Enza, Laura, Arianna, Besdrat, Madelene, Violet, Eva, Gina, Claudia, Doriana, Alice, Serena, Veronica, Noemi, Cristiana, Gladis, Jessica, Sonia, Francesca, Ingrid, Luana, Annamaria, Jacqueline, Elizabeth, Silvia, Camilla, Manuela, Sandra, Corinne, Lorenza, Olivia, Giovanna, Piera, Valentina, Zara, Chiara, Giulia, Rigibe, Masresha, Alessandrina, Monica, Donatella, Ida, Shaennaw, Sole, Brikti, Selam, Shewit.
ACTion-A
“Francesco: io non ho mai ritenuto una conquista il fatto che le donne avessero accesso alla carriera militare”
La conquista sarebbe che ogni donna possa prendere la strada che vuole, così come ogni altra persona. Il fatto che tra queste strade ci sia anche la carriera militare ne è una conseguenza.
“mi sarebbe piaciuto che non vi fosse discriminazione, certo. ma mi sarebbe soprattutto piaciuto che le donne ambissero a qualcosa di più e di meglio”
Sì, ma sta a loro decidere.
“Però certo mi rassegno. anche le donne partecipano alla repressione. potremo avere però il diritto di esprimere disagio nel vedere che le donne hanno sposato un modello repressivo e militaresco tutto maschile e che si fatto portatrici, nei gesti, nel look, nelle pose, di una cultura di violenza repressiva patrarcale?”
Sì, ma non capisco perchè dai un sesso al “modello repressivo e militaresco”. Se è per il fatto che prima era esclusivamente riservata agli uomini, beh… quella era un’anomalia che si sta risolvendo.
Altrimenti si ricade nello stesso errore della Presidente dell’UDI, che parlò di “comportamento non consono alle donne” in occasione delle proteste contro i fatti di Napoli.
le grrrl ! ma non si stavano estinguendo ?
vabbè , basta che non picchiate me …
tranne che per un po’ di mixed wrestling consenziente pre -trombatina 😉
(uso il plurale perchè anche te e “sorelle” mi sembrate piuttosto “arrabbiata” :-p )
cmq la Santanchè ha dichiarato di essere un uomo e che piace tanto(sessualmente) alle donne
a proposito di fascio … ti volevo lasciare due link sotto il post di nazirock , poi me ne sono dimenticato(mi pare):
la CORTELLESI CHE IMITA LA SANTANCHE’:
http://www.youtube.com/watch?v=fxsbpi1o-4M
AIUTIAMO I NAZI-FASCISTI(video antifascista tedesco):
http://rosebud.noblogs.org/…estremista-di-destra
ciao
ps.
dato che saranno le mie ultime incursioni sul web mi firmo con nome e cognome(nella mail) … tanto già mi linki tra i “fratelle” (o sorelli?) di blog .
Ah se lo sanno i miei amici fasci !! sarà più incomprensibile di quando feci l’iscrizione all’ ANPI 🙂
fuoriposto: non t’ho capito io 🙂
cosa c’entra quello che ho detto con il femminismo della differenza?
non mi risulta che i femminismi di vario genere abbiano teorizzato un approccio positivo con la vita militare.
quel modello di emancipazione forse appartiene alla santanchè e di sicuro non è il modello al quale mi riferisco.
ps: le donne post angelicate, arrabbiate, nel femminismo delle grrrl – ad esempio – tutto sono meno che propense alla repressione di stampo maschilista e poliziesco. casomai pongono la rabbia come strumento di autodifesa contro gli uomini violenti e persino contro la polizia in tenuta antisommossa…
i pink block poi hanno invece una maniera colorata e comunicativa di fare resistenza militante e anche loro con la violenza repressiva militaresca non c’entrano un beneamato ovulo.
ciao
-esprimere disagio nel vedere che le donne hanno sposato un modello repressivo e militaresco tutto maschile-
“uh uuu o uhh uhh o vb h ur o o o uhoh u”
vuoi sapere cosa c’è scritto?
non puoi!! perchè è un modello di linguaggio che appartiene solo a noi maschi violenti ed è estraneo alle donne angeliche :-p
🙂
sfottò a parte… ma tu non eri distante dal femminismo della differenza?
boh ! non t’ho capito 🙁
cmq un bacione , chiedendone il permesso, a tutte le donne non militaresche 🙂
ed un rispettoso saluto a quelle militaresche
(paura, paura, paura )
blazar hai perfettamente ragione. ogni tanto il sonno e la mancanza di concentrazione producono errori tremendi. fatemeli notare perchè altrimenti capita che non ci faccio caso :|||
grazie! :)*
Felipe: grazie della solidarietà e ti assicuro che anche le lotte sulla libertà del desiderare della comunità glbt sono utilissimi alle donne…
Francesco: io non ho mai ritenuto una conquista il fatto che le donne avessero accesso alla carriera militare. mi sarebbe piaciuto che non vi fosse discriminazione, certo. ma mi sarebbe soprattutto piaciuto che le donne ambissero a qualcosa di più e di meglio che tenere nella borsa tra assorbenti rossetti e telefonini un manganello con cui fare male a qualcuno. Però certo mi rassegno. anche le donne partecipano alla repressione. potremo avere però il diritto di esprimere disagio nel vedere che le donne hanno sposato un modello repressivo e militaresco tutto maschile e che si fatto portatrici, nei gesti, nel look, nelle pose, di una cultura di violenza repressiva patrarcale?
Anselma come sai sono d’accordo con te 🙂
bacioni
Scusa se faccio il rompiballe su base totalmente OT, ma quell’apostrofo ci sta davvero male. Almeno nel titolo…
Anselma, io l’anomalia la vedevo (e me ne stupivo) prima, non ora. Anzi, la vedo anche ora, dato mi sembra che ci siano ancora reparti dell’esercito esclusi alle donne.
La cosa deprimente è che se anche voi femministe vi meravigliate di vedere una donna in un campo che prima le era precluso, immaginate la reazione delle altre persone.
Ragazze, sapeste quanto vi invidio… voi sapete mobilitarvi contro gli oscurantisti assassini, noi -persone glbt- stamo ancora a perdere tempo coi politicanti sperando in qualche briciola… che tristezza.
Dovreste darci lezioni, sapeste che voglia che ho anch’io di lanciare qualche uovo…
Tenete duro, in fondo un pochino state lottando anche per noi.
francesco, non c’è nessun motivo?
e allora perchè le donne sono state ammesse nell’esercito solo nel 2001? questo qualcosa vuol dire a livello di impatto visivo, di semplice abitudine ottica, non ti pare?
senza voler esprimere giudizi, se io per anni vedo degli uomini in divisa e con i manganelli in mano, mi sembra normale se qualcuno si stupisce quando all’imrpovviso vede un manganello uscire dalla borsa di una donna
“Un manganello appeso al cinturone di un poliziotto maschio lo considero piuttosto normale, fa parte dell’ordine delle cose durante una manifestazione. La stessa arma nelle mani di una donna mi sembra inaccettabile.”
Questa dev’essere un’altra delle eredità del maschilismo che bisogna estirpare dalla società.
Non c’è nessun motivo per cui la detenzione di un’arma debba suscitare reazioni diverse a seconda del sesso di chi la detiene.
Che poi si odii le armi tout-court è un altro paio di maniche, e posso anche capirlo, ma non può essere il sesso una discriminante.