di Flavia Amabile [da Diritto di Cronaca]
Roma, Italia, anno 2008: ad un certo punto nel già
articolato e evoluto dibattito sulle donne e le gravidanze a colpi di
‘l’aborto è l’omicidio perfetto’, si inizia a parlare di ruote. Sì, le
ruote degli esposti, dove venivano abbandonati i bambini subito dopo
la nascita sono l’ultima trovata della Chiesa per venire incontro alle
esigenze delle madri del Terzo Millennio.
Certo, l’idea non è nuova, le alte gerarchie
vaticane ne sono consapevoli. Furono inventate nel 1188 a Marsiglia e
giunsero Roma dieci anni dopo, con una rapidità davvero
sorprendente dati i tempi, epoche in cui ancora non esistevano i libri
e le notizie viaggiavano a piedi o a cavallo insieme con i loro
messaggeri. Ma forse proprio la loro anzianità può rappresentare un
fattore decisivo: si tratta pur sempre di sistemi collaudati nei
secoli, e quindi di sicura efficacia. In genere venivano costruite in
pietra, sotto i porticati di monasteri e cappelle. Oggi si
potrebbero usare materiali più moderni e scegliere luoghi meno in
vista, l’importante è che le madri – meglio se disperate – abbiano
un posto diverso dai cassonetti dove lasciare i loro figli (i
gettatelli), girare l’eventuale ruota, suonare la campanella e
andarsene con la coscienza tranquilla: il confessore di turno le
assolverà del peccato commesso.
Una soluzione all’avanguardia, insomma, in linea
con i tempi e con la società. A proporla è stato Giuseppe Betori,
monsignore, segretario generale della Cei, l’organizzazione dei vescovi
italiani. D’altra parte, ha ricordato che la Chiesa da più o meno
duemila anni si oppone con tutte le sue forze alle interruzioni di
gravidanza. ‘Non è questione di questi giorni’ , ha chiarito e quindi
non cambierà di certo posizione ora. Per questo non esclude nulla,
nemmeno il ritorno alle buone, vecchie ruote ‘che hanno espresso e
possono esprimere ancora oggi un modo per venire incontro alle esigenze
delle donne’.
D’altra parte, a decretare il fallimento delle ruote
non era stata la Chiesa ma la società alle prese con le crudeli leggi
dell’economia e della demografia. Nell’Ottocento la popolazione aumentò
a dismisura: principi e re si trovarono a dover affrontare costi
insostenibili per le loro casse spesso dilapidate da eccessi di feste e
guerre. Gli abbandonati aumentarono ma nemmeno gli orfanatrofi
riuscivano più a occuparsene. In Italia ogni anno venivano abbandonati
dai trenta ai quarantamila neonati. Troppi. La prima città a chiudere
le ruote fu Ferrara nel 1867. L’anno successivo Milano e Como, nel 1869
Torino, nel 1870 Novara, nel 1872 Roma, nel 1873 Cosenza e Udine, nel
1874 Genova e Napoli, nel 1875 Firenze, Siena, Verona e Vicenza, nel
1876 Rovigo. Fu solo Benito Mussolini nel 1923 a mandarle
definitivamente e ufficialmente in pensione con il “Regolamento
generale per il servizio d’assistenza agli Esposti” del suo primo
governo.
Un secolo e mezzo è trascorso dalla chiusura delle ruote. La
popolazione italiana è più che raddoppiata, da 25-26 milioni della metà
del XIX secolo. Le madri degeneri continuano a essere più o meno uguali
in numero, visto che nel 2005 c’erano state poco meno di 130 mila
interruzioni regolate dalla 194. Il fenomeno insomma è lo stesso, in
percentuali che non si discostano di molto nei secoli, a dispetto di
tanti allarmi sulla degenerazione dei costumi e delle derive libertine
del mondo attuale.
Per evitare gli aborti la Chiesa propone una
soluzione che fra un po’ avrà quasi mille anni. Bene, è un’idea. Io
continuo a ritenere che i profilattici e in generale opportune
politiche contraccettive possano rappresentare una soluzione più adatta
al Terzo Millennio ma la mia è solo un’opinione. E continuo a ritenere
che si debba fare di più per le donne che decidono di aver figli.
E la Chiesa forse, visto che tiene così tanto alla
nascita dei figli, una mano potrebbe darla rendendo gratuiti i suoi
asili e le sue scuole elementari, creando asili nido. Sono certa che
tanti fra coloro che in questi giorni si sono iscritti o rinnovano il
loro impegno come volontari nei Movimenti per la Vita sapranno trovare
tempo e modo di dare anche loro una mano visto che il clero con la
sua crisi di vocazioni potrebbe non disporre di tutto il personale
necessario. Sui locali invece non ho dubbi che fra le tante sue
proprietà il Vaticano riuscirà a trovarne in tutt’Italia da mettere a
disposizione della battaglia in nome di una maternità sempre più
voluta, possibile, diffusa.
ps: due anni fa a Roma il Policlinico Casilino ha
inaugurato una specie di ruota moderna, due stanze dove in totale
anonimato una madre può lasciare suo figlio. Ne ha usufruito una sola
donna, a un anno dall’abbandono la pratica per l’affidamento del bimbo
a una famiglia è ancora in corso.
faticosi i numerini dell’antispam…
noi imbriaconi protestiamo
Sarà che sono troppo imbriacà per parlare (ultimamente mi prende bene) però sto fatto che gente che non sa manco che voglia dire aver un figlio sentinzi sugli altri mi rode proprio il culo.
Sarò che oggi sul ponte della tiburtina ho letto che chi è per l’aborto è un assassino scritto da quattro stronzi di ragazzini che sicuramente mando affanculo la propria madre come io bevo, saranno tante cose…
sarà che da parte ora sarebbe ora di smetterla perchè sono pesanti più di un cornetto alla panna più una alla nutella alle due di notte!!! …
Sarà che io imbriaca so sicura di ragionare meglio di loro da lucidi…