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Sposare un milionario? No, meglio fare come Irina Palm.

http://i.o2active.cz/i/reds/recenze/srpen07/irina/irina_ofina.jpg
Irina Palm è la risposta cinematografica all’oscena proposta che invita a risolvere i problemi della precarietà sposando un milionario [guarda il video]. E’ un film eccellente che parla di una donna che alla tenera età di più di cinquant’anni si trova a dover risolvere un problema economico urgente. Nulla di originale: ha un nipote che deve essere portato all’estero per essere curato altrimenti muore. L’espediente è ripreso da squarci di normalità cui siamo abituati. Quello che sorprende è la soluzione che la donna troverà per risolvere quel gran problema.


A Londra
, nel quartiere di Soho, legge un annuncio di ricerca hostess. Il datore di lavoro le spiega che il termine è un eufemismo e che si riferisce ad un incarico ben preciso. Servono buone mani e un bel gioco di polso. Un lavoro onesto, con una retribuzione chiara. Nessuna ambiguità, nessuna coercizione.


Così a Maggie
, la protagonista della storia, si aprono le porte del vizio che non somigliano per nulla a quelle immaginate dalle menti morbose delle sue vicine di casa. Ci sono orari da rispettare e c’e’ persino una possibilità di carriera che sposando un milionario non si può avere. Ciò che è importante è che c’e’ una distanza precisa tra lavoro e vita privata e quindi Maggie non dovrà mai temere di dover elargire prestazioni fuori orario o di essere molestata dal suo datore di lavoro. Sposare un milionario per essere mantenuta è roba squallida. Fare seghe per campare, no.


Maggie dapprincipio rifiuta
. Poi ci ripensa e viene istruita da una giovane seghista del "Sexi World". Tutto quello che deve fare è accogliere con destrezza, un pene dopo l’altro, l’eccitazione maschile che si presenta attraverso un buco. Diventa brava, la migliore di tutta Londra ed è a partire da quella dimensione "chiara" e "pulita" che lei riesce ad affrontare, una per una, tutte le pettegole del suo quartiere fino alle "amiche" più care, moraliste madame borghesucce tutte "sani principi", "sguardi scandalizzati" e "sesso hard con sculacciate, in privato". Maggie affronta anche il figlio che è così miope da non riuscire a separare la dimensione maschilista bacchettona e giudicante da quella affettiva. La parentesi con la gratitudine estrema della nuora è un po’ da polpettone romantico. Per fortuna poi Maggie sceglie la sua strada… 

E’ un film tenero, commovente, comico, che rompe lo schema delle soluzioni convenzionali a problemi personali e collettivi. E’ un film che ci restituisce il senso di quello che viene "scelto" a fronte di quello che il clan alla "Don Benzi" ci lascia vedere come fosse sempre una costrizione. Una seghista, così come qualunque altra sex worker, quando sceglie, semmai possa definirsi vittima, lo è di una società che si diverte ad elargire etichette per programmare recuperi umani e redenzioni. Se la professione delle sex workers non viene regolarizzata è proprio per mantenere in vita un regime di regole morali che permette ad un idiota qualunque di consigliare ad una precaria di consegnarsi ad un uomo senza alcun contratto che regoli il rapporto. Perciò, dalle nostre parti, un marito può ancora considerare la moglie come fosse una cosa e se lo ritiene può persino ammazzarla.

Il film è di Sam Garbarski. Gli attori principali sono: Miki Manojlovic, nello splendido ruolo di Miki, il datore di lavoro del "Sexy World" e Marianne Faithfull, straordinaria nel ruolo di Maggie, nome d’arte: Irina Palm. Se non l’avete già visto vi consiglio di vederlo. Soprattutto, se vi capita, consigliatelo al cavaliere. Magari impara qualcosa.


Ps:
Sapete qual’e’ il risvolto della faccenda della precaria futura sposa di Pier Silvio? Che è una candidata di AN a Roma. Bella sceneggiata, bel reality show vero? 

Posted in Corpi, Pensatoio, Precarietà, Vedere.


7 Responses

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  1. Antonio LdF says

    E’ la prima volta che riesco a fare un discorso del genere senza infervorarmi e perdere la voglia di discutere,ma purtroppo resto della mia convinzione non perché voglia alimentare una qualsivoglia morale religiosa, quanto perché la mia esperienza laica, di strada, sofferta e reale (purtroppo), mi ha portato a conoscere donne che questa scelta l’hanno fatta, che dicono di sentirsi libere, di guadagnare bene e di non star facendo nulla di male, ma poi quando sono lì a fare i manichini a sangue caldo soffrono…e soffrono perché hanno già sofferto in passato di violenze di questo tipo.

    Amo troppo le donne e le rispetto tanto da forse sopravvalutarle (si fa per dire eh..), quindi se credo che un uomo sia più facile che penetrare a destra e a manca, per una donna immagino sia diverso, più personale e più mentale sennò forse neanche biologicamente e psicologicamente sarebbe possibile al maschio far violenza e alla donna subirla.

    Attenta non è bigottismo, quanto forse fede, amore..ma verso le donne intese come tali, non come figure mitologico-bibliche!

    Questo discorso inoltre coincide perfettamente con la ripugnanza che sento quando penso ad abusi e violenze.

    Se assistessi a una violenza non esiterei ad ammazzare (=togliere dal mondo) il violentatore..

    Il film sono sicuro sia molto bello, ma purtroppo (per loro), le lavoratrici del-sesso-per-scelta le ho conosciute di persone e proprio questa esperienza mi ha fatto maturare questa adorazione e questo senso di paterna difesa.

    Un caro saluto.
    🙂

  2. FikaSicula says

    ciao Antonio,
    io ti invito a vedere un video che puoi scaricare gratuitamente da Ngvision: Ne’ colpevoli ne’ vittime.
    le donne scelgono anche questi mestieri perchè guadagnano meglio che facendo le badanti. è più morale che una donna venda corpo e intelligenza per due lire per fare la badante o che gestisca in autonomia qualunque professione purchè sia una scelta?
    non pensi che continuare a sostenere la moralizzazione di alcuni contesti non serva in realtà soltanto a nutrire la morale cattolica del nostro paese che impedisce a queste donne di pagare le tasse e di fruire di servizi quali la sicurezza, l’assistenza sanitaria, la pensione come qualunque altra lavoratrice?
    in altri paesi già lo fanno. perchè in italia non è ancora possibile?
    perchè ci piace immaginare che le donne che vendono servizi sessuali siano tutte da redimere e da far diventare “donne oneste”?
    chi ha stabilito che sono disoneste?
    quindi no, io credo che la demoralizzazione vada fatta in maniera definitiva.
    rispetto al film dice tante cose. se tu sostieni che non ragiona sulle demoralizzazioni a mio avviso hai un punto di vista personalizzato che ti fa inserire la scelta che fa la protagonista nelle ragioni che ci rendono più accettabile questa scelta. io credo che il film dica molte cose. dipende da come uno le vuole vedere 🙂

  3. Antonio LdF says

    Io sulla demoralizzazione dei lavori sessuali avrei qualche dubbio perché ancora non li riesco ad assimilare a vere e proprie scelte.

    Forse ho una visione riduttiva, ma che una donna possa scegliere di fare la prostituta come fosse l’imbianchina o la segretaria mi sembra un asssurdo.

    La componente intima che viene coinvolta è tale secondo me che nessuna, a meno di condizioni particolari, accetterebbe un “andirivieni” occasionale di tale portata.
    Non stiamo parlando della fatica fisica di un muratore, né dell’estro di un creativo, ma di una penetrazione fisica, liquida e animale.

    Trovo plausibile invece che donne con esperienze di abusi o altro, anche se superati e sublimati, considerino tutto questo come un affaticamento da “muratura” e nulla più, non che facciano delle scelte nitidamente ponderate.

    Questa è la mia opinione eh! Non vorrei che si generalizzasse troppo considerando una scelta giusta e “normale” quella della prostituzione (che non è neanche il caso del film tra l’altro..).

    Saluti e complimenti per il Blog.

  4. FikaSicula says

    Beppone sono contenta che ti sia piaciuto. a me è piaciuto tanto e non potevo non segnalarlo 🙂
    ciao

  5. Beppone says

    Ti ringrazio per avermi fatto conoscere un film veramente ben fatto e denso di umanità.

  6. FikaSicula says

    infatti si bimbovic 🙂
    in sospetto è che non fosse precaria neppure prima. buh!
    la storia delle sceneggiature è bellissima :)))

  7. bimbovic says

    Beh non è più precaria!
    Dovremmo fare tutti così:
    andare in qualche sezione di partito e dire: “Ho una sceneggiatura per voi!…»
    Un pò come con i programmi deusanii, defilippici e co. Uno s’inventa una storia e loro hanno qualcosa da mandare in onda…
    Lo spettacolo della tv si è spostato in parlamento già da un po’…