Skip to content


Report Flat: femministe e lesbiche ai tavoli. Abbiamo sparecchiato…

Le due giornate romane sono state davvero una ottima occasione per
pensare e agire con calma senza lasciarsi condizionare dallo stato di
costante emergenza. Elaborare strategie, rilanciare in maniera critica
su battaglie in cui bisogna mirare alto per arrivare più lontano.

La
prima giornata
è iniziata da un caffè. Poi la fila per registrare la
presenza e segnarsi per il pranzo e intanto arrivavano facce conosciute
e anche quelle che conosciute non erano ma sapevano di comunicazioni
antiche, scambi su web che preludevano un abbraccio reale che prima o
poi ci sarebbe stato.


Così ho rivisto
tante compagne e ne ho
felicemente conosciute ancora molte altre. Tutte con la voglia di
mettere in comune occhi, orecchie, cervello, cuore. Ci siamo divise per
tavoli, ciascuna a ragionare assieme ad altre dell’argomento rispetto
al quale sentiva di poter dare un più grande contributo o per il quale
aveva un prioritario interesse. Avrei voluto partecipare a tutti, ma
avevo chiaro che era necessario parlare di "comunicazione, immaginari,
linguaggi" anche perchè qualunque sia il pensiero femminista che ci
passa per la mente se non siamo in grado di comunicarlo è nella nostra
testa che rimarrà.


Il tavolo sulla comunicazione
è stato
meravigliosamente introdotto da Feramenta e poi concluso da Femminismo
a Sud. Tra l’una e l’altra molte altre donne, appartenenti a diverse
generazioni, hanno parlato, condiviso, ascoltato, raccontato,
partecipato ad una discussione appassionante che si è conclusa – almeno
per me – con la bella sensazione di aver appreso molte cose e di essere
stata parte di uno scambio straordinariamente ricco.

Il giorno
dopo
, la domenica, per prima cosa abbiamo ascoltato le rel/Azioni di
tutti i tavoli. Per me è stata una bella conferma sentire quanto
fosse stato notevole il contributo delle tante donne per ciascun
tavolo. Potrete voi stess* leggere i contenuti dei materiali che sono stati condivisi e delle rel/Azioni sul blog Flat. L’assemblea alla fine si è chiusa con un documento
che riassume tutti i temi trattati, le strategie politiche proposte e
una serie di appuntamenti futuri cui sarà importante partecipare.


Durante
gli interventi si sono alternate donne di ogni età. Nel primo tavolo
si è parlato di violenza come fattore culturale attribuendone la
responsabilità al sistema patriarcale e dunque al motivo economico che
legittima questo sistema. La prossima iniziativa nazionale contro la
violenza si farà al sud. Ovviamente noi siamo molto felici di questo.


Il secondo tavolo

concludeva con un "aborto libero e gratuito per tutte" e descriveva
proposte e campagne che saranno assunte territorialmente sulla base
delle strategie locali. "Obiettiamo gli obiettori"
è una campagna di denuncia e boicottaggio che agisce per smascherare
gli obiettori [scrivendo i loro nomi e cognomi su un blog perchè le
donne sappiano con chi hanno a che fare e dagli stessi obiettori
rifiutino ogni altro tipo di prestazione medica] e per colpirli dove
più gli fa male: nelle loro tasche.


Il tavolo tre

ha parlato di comunicazione, immaginari, linguaggi. Non si poteva non portare ad esempio la bella campagna "Adotta un consultorio" lanciata a Bologna con una azione di attacchinaggio di figure di donne con frasi fumetto tutte riferite al proprio diritto di decidere, fruire dei servizi, rivendicare gratuità e garanzie. Al tavolo si è proposto di: "Creare un gruppo di comunicazione permanente che metta
insieme saperi,
materiali e risorse e che sia aperto non solo a chi lo fa di
professione ma anche a chi rientra nel circuito comunicativo in maniera
informale. […] Mettere in campo tutte
le forme possibili di comunicazione svincolate dai media ufficiali
quando vogliamo essere/agire nello spazio pubblico; usare
consapevolmente gli strumenti collettivi." E ora ci tocca aggiustare e
condividere i materiali del worshop e costruire un manuale per la
realizzazione del blog con un linguaggio semplice e calibrato sulle
esigenze concrete di chi ne ha bisogno. 🙂


Il tavolo 4

ha parlato di femminilizzazione del lavoro e si è infine proposta la
campagna per un "reddito di esistenza" e "di mettere in piedi un
laboratorio di autonarrazione, anche su blog,
che possa essere uno strumento di un osservatorio sul nostro lavoro,
che ci aiuti a comprendere la natura sociale delle difficoltà che
individualmente incontriamo nel lavoro".


Nel quinto tavolo

si è parlato ampiamente di come favorire la diffusione di una cultura
non sessista soprattutto nelle scuole. La educazione alla cultura non
sessista risulta molto difficile in un contesto in cui "il sapere è
falsamente neutro, disincarnato […] in cui non si definisce il sesso
o la classe […] si tratta di un sapere astratto, non di genere […].
Il sapere è dunque da risessualizzare con ruoli non codificati in cui
le donne non siano addette ai ruoli di cura o piuttosto in alternativa
presentate in veste di seduttrici." La discussione si è evoluta sino a
parlare di una "pedagogia della differenza". Anche in questo caso tra
le proposte c’e’ quella di realizzare un blog per favorire la
condivisione e la messa in rete di informazioni sul tema.


Il tavolo 6

era concentrato sulla critica all’eterosistema. Si è chiarita la
definizione "femministe e lesbiche" in quanto meccanismo di nominazione
reciproca. La sintesi parte "dalla provocatoria
dichiarazione di Monique Wittig: “Le
lesbiche non sono donne. Non è più donna chi non è in relazione di
dipendenza da un uomo”. Da qui l’autonominazione come lesbiche
piuttosto che come donne. Ma a
questo va aggiunto che molte compagne eterosessuali hanno contestato
l’uso della parole donne per nominarsi e hanno assunto
l’autodefinizione di femministe che è una scelta politica mentre il
termine donna è tutto interno al sistema e rivendicarlo diventa
difficile." Il ragionamento si estendeva sino alla fluidità delle
scelte sessuali, alla lotta contro l’eterosistema, alla critica alla
maternità obbligatoria. E’ stata denunciata la pratica dello stupro
come appropriazione o riappropriazione dei corpi delle lesbiche ed è
stato proposto a tutta l’assemblea di dire di no alla
strumentalizzazione dell’otto marzo da parte della triplice sindacale
ricordando il ruolo di pezzotta nel family day.


Il tavolo 7
ha parlato di autorganizzazione che deve occupare lo spazio pubblico. Il tavolo 8
ha ragionato di razzismo, del rapporto con le donne migranti, degli
studi post coloniali e dell’appalto del lavoro di cura alle donne
straniere. Vale a dire che noi non abbiamo risolto il problema
dell’attribuzione di certi lavori. Li abbiamo semplicemente riaffidati
ad altre donne. Rispetto a questa contraddizione il gruppo ha ritenuto
necessario misurarsi.


Il dibattito
che è seguito alla lettura
delle rel/Azioni dei differenti gruppi è stato altrettanto ricco e ha
mostrato la complessità di posizioni e comunque la disponibilità ad
ascoltarsi e incontrarsi per tutte le donne, femministe e lesbiche che
pure erano diverse tra loro. Siamo diverse ma abbiamo degli obiettivi
comuni. Ci interessa di noi, del nostro presente, del nostro futuro. Ci
interessa poter respirare tutto un respiro senza dover trattenere il
fiato. Ci interessa esistere: libere, autodeterminate. Così alla fine
abbiamo vinto noi perchè i processi di contaminazione reciproca
culminano in un contagio di pensieri radicali, complessi e forti. Sono
state due grandi giornate e la sensazione che ho portato a casa con me,
assieme agli abbracci e alle tante parole mai banali, è
quella di essere stata parte di un percorso di lotta di cui si parlerà
a lungo.  

Lo ripeto: Grazie a chi ha organizzato questa meravigliosa iniziativa e grazie ad
ogni femminista, donna e lesbica per ogni parola, ogni contributo, ogni
esercizio di ascolto, ogni sorriso, ogni caloroso abbraccio, ogni
spicchio di intelligenza che ha voluto portare.


Il documento finale

racconta di noi e delle nostre intenzioni e finisce con uno slogan
dedicato a chi vuole strumentalizzare l’otto marzo: "Tra la festa, il
rito e il silenzio…noi scegliamo la lotta!"

—>>>La foto è di Luisa di Gaetano 

Posted in Corpi, Fem/Activism.


2 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. FikaSicula says

    grazie a te Doriana :)*
    conoscerti è stato molto bello anche per me e sono davvero contenta di aver reso almeno un po’ possibile per chi non c’era poter vivere le straordinarie giornate che abbiamo vissuto noi.
    un grande abbraccio
    e a presto

  2. Doriana says

    Hai fatto un diario un sunto completo e straordinario.
    E’ stato molto forte ed emozionante per me conoscerti, conoscere tante altre che erano appese nella rete con i loro nomi e prendere energia. Spero di averne data anche io, rimangono anche molti nodi e spunti di riflessione anche se quello che ho trovato più vitale, è stato proprio il pragmatismo e la voglia di rendere ragione all’attività pratica e al nostro sentire collettivo. I richiami all’attenersi alle proposte, effettuati il giorno dell’assemblea conclusiva, miravano proprio a questo, hanno forse lasciato interdette molte, possiamo ora riscriverci dibattere, incontrandoci in tutti i sensi.
    GRAZIE!
    Doriana