Con una Azione di attacchinaggio sui muri dei consultori a Bologna è stata lanciata la campagna "Adotta un consultorio". Ne parlano le Sexyshock e io riporto qui:
Casalinghe,
precarie,
studentesse,
topmanager,
veline,
molto ricche o molto povere,
alte o basse,
con i tacchi o senza tacchi,
cattoliche,
atee,
musulmane,
animiste,
devote del suv o ecologiste incallite,
lesbiche,
eterosessuali,
italiane nate o diventate,
con documenti o senza documenti,
di destra o di sinistra,
con i capelli ricci o con i capelli lisci.
Le donne di carta apparse ieri notte sui muri dei consultori di Bologna sono tante e diverse come le donne in carne e ossa!
Donne diverse che fanno scelte diverse sulla loro sessualità, sulla
maternità, sulla contraccezione, sulla salute. Donne che hanno desideri
ed esperienze, storie di vita e relazioni, donne che quotidianamente,
ognuna con la propria sensibilità, prendono decisioni, grandi e
piccole, fanno mediazioni, si inventano percorsi di autonomia,
praticano la libertà e la responsabilità.
"Adotta un consultorio" è una campagna di visibilità e comunicazione nata dall’intreccio tra gruppi, collettivi e singole: le donne-sagoma parlano dai muri dei consultori pubblici per ricordare che questi sono stati una loro conquista. Una dice che "fare la fila al consultorio è peggio che alla Coop"
forse perché, dati i tagli alla sanità pubblica e le fila d’attesa di
mesi, quasi anni, ha dovuto ricorrere a una ginecologa privata, o forse
perché non vuole essere trattata come una mucca da latte.
Le donne di carta parlano di accesso alla contraccezione, perché "Più preservativi=meno interruzioni",
rivendicano campagne informative sulla prevenzione e sulla tutela della
salute, vogliono poter prendere la pillola del giorno dopo, chiedono di
poter ricorrere alle modalità meno invasive e dolorose per l’aborto
quando la gravidanza non è un desiderio e credono che le tecniche di
riproduzione debbano essere accessibili a tutti. la sagoma di una donna
medico dichiara: "Aborto, nessuna obiezione!", con
l’idea che in ogni struttura pubblica dove si pratica l’Ivg ci debbano
sempre essere medici non obiettori. E tutte pensano che, sulla propria
vita e le proprie scelte, "decido io", non solo al lavoro, non solo sul menu.
La notte del 21 febbraio le donne di carta sono comparse sui muri dei
consultori di via Sant’Isaia, via Montebello, via Tiarini, Pilastro,
S.Orsola e in alcuni punti, sparsi per la città, di grande visibilità o
importanza simbolica come Porta Mascarella, Porta Santo Stefano, l’ex
Maternità di Via D’Azeglio, il liceo Minghetti, la Bottega del teo-con
di Giovanni Lindo Ferretti.
presto su questi schermi il kit con le grafiche delle donne di carta.
Bravissime/i!!!
Grazie a nome di tutte le donne di Bologna!
Se lo avessi saputo mi sarei unita a voi nell’azione. Difendiamo i consultori! Io ho fiducia e stima in chi vi opera, perchè da sempre ne utilizzo felicemente i servizi, anche se negli ultimi anni le attese sono lunghissime a causa delle politiche dell’AZIENDA (!!!) sanitaria locale: dottoresse, dottori, ostetriche lavorano in condizioni eroiche per difendere il servizio! Anche a loro un grazie.