Ogni tanto mi capita di andare ad una delle serate con musica in stile rave. Non ci vado per abbordare sedicenni, certo che no. Trasloco in quei party giusto per motivi militanti e giuro che non lo farei per nessun altro motivo. Resto ipnotizzata a vedere il rapido slide di immagini che cambiano a ritmo di musica. Poi c’e’ il suono che mi rincoglionisce e dopo aver passato milioni di nottate in vita mia con le casse ad altissimo volume infilate dentro le orecchie ora mi ritrovo a chiedermi il perché devo sollecitare atrii e ventricoli del mio cuore con i bassi fortissimi di queste feste.
Mi viene da fare anche un’altra considerazione: ai miei tempi la musica cambiava ritmo. Ora invece pare discendere tutta da quella scuola minimalista in cui la nota base è una sola e tutto il resto fa da contorno ma senza grandissimo sforzo. Certo, non ho più vent’anni e sono pure africana e i tamburi dalle mie parti suonano con variazioni notevoli e anche belle. Che posso farci: il mio culo non riesce ad eccitarsi con ritmi ipnotici e monotoni. Non disprezzo l’arte, ovvio. Tuttavia avrò pure il diritto di esprimere una preferenza.
La cosa però che mi è sempre piaciuta di queste serate sono i personaggi, i movimenti e tutto quello che si riesce a captare in mezzo a quel bordello solo osservando le espressioni delle facce. Ovunque trovate le ragazze, quasi adolescenti che muovono le mani in quel certo modo e saltellano anarchicamente. Il ritmo non conta. Ce l’hanno dentro. Come dire che si muovono un po’ per cazzi loro e della musica non gliene può fregare di meno. Poi c’e’ la bonazza. Quella per cui tutti sbavano e che le ragazze guardano con quel misto di ammirazione, invidia e istinto omicida. E’ quella più figa di tutte che si distingue per la maniera altera con la quale cammina e per il modo attraverso il quale rivolge parole, sorrisi. Sempre un po’ a stento e a nessuno viene in mente che magari è solo un po’ timida e se le rivolgi la parola potrebbe illuminarsi come fosse il sole.
Poi c’e’ il fantastico gruppo che fa tutto aggratis, per motivi politici, perché ci credono e che ha il controllo della situazione. Lo si distingue subito anche se non hanno sul petto la targhetta con su scritto “staff”. Si scambiano occhiate veloci e parole in codice che non ho mai capito cosa significassero. Mi è capitato di organizzare e allora mi sono sentita parte di qualcosa. Questa appartenenza ricordo in effetti di averla ogni tanto ostentata perché mi dava sicurezza.
C’e’ il gruppo degli studenti un po’ progressisti che esprimono il massimo della trasgressione con la camicia un po’ sbottonata e le maniche arrotolate sulle braccia. In genere questi hanno un pullover attaccato in vita o sulle spalle. Poi c’e’ il professionista simil alternativo con la polo. Va alla ricerca di emozioni forti e ha lo sguardo di uno scout che è entrato per la prima volta in una dark room. E’ eccitato ed è venuto per farsi male. Tracanna di tutto e fuma ogni cosa disponibile, fosse anche cactus tritato e condito con gorgonzola. C’e’ anche il giovane politico di sinistra che deve stare vicino ai gggiovani e si esibisce in sculettamenti sudaticci con la clack attorno. C’e’ sempre anche l’ubriaco di turno. Quello che ti avvicina con una espressione serissima e ti dice cose senza senso pretendendo una risposta in tempi anche molto rapidi. C’e’ anche quello che balla da solo. Il fenomeno della serata che fa tanto ridere e che tutti pigliano un po’ per il culo.
Ci sono tantissime persone belle e tranquille che per una sera si concedono il lusso di mandare tutto a quel paese e godersi una serata a prezzo politico con musica bella e un contesto che non sta a guardare come ti vesti e quante strass ti metti addosso. Un contesto che non ha ragazze cubo e minchioni di ogni misura geometrica. Un posto dove ti aspetti anche di trovare persone politicamente affini e talvolta trovi imbucati coglioni un po’ fascisti che vengono per la figa, per qualcos’altro e perché pensano che le femmine di sinistra la danno via facile.
Ho visto litri e litri di vino versato a terra e bicchieri di birra strapieni di cicche di sigarette. Ho visto amori e poi l’aggaddo. La rissa che richiede l’intervento di qualcuno. Risse fatte di vino e cani e canne e linguaggio da compari che si chiamano frate’ e che della fratellanza tra gli individui ricordano spesso solo l’onore machista.
C’e’ sempre tanta polvere e l’umido che si filtra con i cappucci in testa. Ma ci sono i sorrisi belli di compagne e compagni che senti fratelli e sorelle perché ne condividi le sorti, gli ideali, i principi, la precarietà e i sacrifici. Piccoli e grandi eroi che per una sera non infilano i “cioè” e i “voglio dire” quasi in nessuna conversazione, perché c’e’ un tempo per le assemblee e uno per il relax. Quello autogestito dove non paghi una cifra esorbitante per andare a vedere sfilate di gente insulsa e sola che non è unita neppure dalle idee. Il relax da compagni l’ho sempre preferito. Ho quasi odiato tutto il resto.
Ho fatto la tonna cilindro, lo confesso. Per un mio amico, mille anni fa. Aveva organizzato una festa in discoteca e gli serviva gente che ballasse bene vestita con cose microscopiche. Io ballavo e vestivo di cose microscopiche. Così lo feci. Mi piaceva ballare e quindi animavo volentieri le serate frikkettone all’Avenida o ai Candelai. L’avenida chiudeva sempre con la canzone dedicata al Comandante Che Guevara e i Candelai avevano un dj fantastico che piazzava ritmi africani, arabi, celtici, etnici e soul, blues e soul jazz e ritmi belli da sentire e da ballare con sensualità. Poi c’erano le feste al mare e le schitarrate tra compagni. I tekno party per me vennero dopo. Vissuti, anzi tollerati (povere mie orecchie) solo per solidarietà politica. La flora e la fauna mi hanno sempre ripagato della scelta. Ma sono siciliana e amo cose diverse. Tutta ‘sta tiritera per dire che la prossima volta mi porto i tappi per le orecchie. 🙂
arte :)))
si padrone,
come vedi mi do parecchio da fare… espongo pure carnazza gratisse ma di soldini giuro non ne arrivano…
😛
“me so fatto du palle così a leggere sto post”
“eppoi che sei? un cliente insoddisfatto?
che io la paga non l’ho mica vista :P”
guarda che ancora aspetto l’affitto di novembre e dicembre, quindi vedi se dievi scrivere che qui c’è crisi! ahh 🙂
grazie del sostegno imprecario 🙂
io attendo con ansia i tuoi racconti di militanza, lo sai…
appena li pubblichi fammi un fischio che li recensisco subitissimo!
Invece a me è piaciuto … divertente e condivisibile (sul piano musicale) …. sto accusando un attimo di sovraccarico lavorativo… ma prima o poi toccheròà anche a me un bel post sulle tortuose vie della militanza ……..
e pazienza 🙂
potevi non leggerlo 😛
eppoi che sei? un cliente insoddisfatto?
che io la paga non l’ho mica vista 😛
me so fatto du palle così a leggere sto post.
🙁