Questo il documento/volantino che viene da Comunicattive e Sexyshock per essere distribuito domani alla manifestazione contro la violenza maschile sulle donne. Aderite? 🙂
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NON TI SCORDAR DI ME
contro la violenza c’è bisogno di una politica inclusiva, reti e condivisione
Una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne è proprio quello che ci vuole, soprattutto in questi brutti tempi.
Da anni lavoriamo nei nostri territori sulla violenza di
genere: machista e misogina ma anche omofoba e transfobica, puntando
strategicamente le nostre energie sul piano della produzione di
immaginario, ben consapevoli che la violenza non e’ il
mostruoso, l’alieno, l’altro da noi, ma e’, per l’80%, la normalita’
delle relazioni di potere dentro la famiglia. La violenza e’ un
aspetto strutturale della cultura socialmente condivisa, quella che
ci costruisce come donne e uomini, produce i corpi e li normalizza, li
riconduce a rigidi ruoli di genere, come fossero un destino.
Lavoriamo per tentare di svelare le retoriche securitarie che
costruiscono le donne – quelle "per bene" – come soggetto debole, da
proteggere, da salvare, soggetto della paura. La stessa logica che
specularmente autorizza ad esercitare violenza, o tollerare quella
altrui, sul corpo delle donne se camminiamo di notte per la citta’ con
i tacchi a spillo, rinchiudendoci nello stereotipo delle "donne per
male", che "se la cercano".
Lavoriamo per smontare lo schema della vittima, del bruto e del
salvatore, dove spesso il bruto viene "etnicizzato" e la donna
vittimizzata per giustificare politiche razziste e persecutorie.
Aggiungendo violenza alla violenza.
Dell’appello alla manifestazione "contro la violenza maschile
sulle donne" del 24 novembre a Roma condividiamo quindi la presa di posizione antirazzista, l’idea che la violenza contro le donne non sia devianza di singoli, cosi’ come la volonta’ di rigettare le strumentalizzazioni a fini securitarie.
Molte di noi hanno deciso di partecipare attivamente alla
manifestazione, nonostante le critiche mosse al metodo con cui essa e’
stata organizzata e all’impostazione che ha assunto. Alcune hanno
invece deciso di non partecipare. A prescindere dalla scelta di essere
o non essere a Roma, tutte noi, in modo significativo, continuiamo a
interrogarci sui contenuti e le modalita’, sugli obiettivi e sulle
strategie, tenendo vivo un dibattito di estrema importanza.
Secondo noi il senso di una manifestazione, che sappiano, da
sola, non puo’ risolvere la complessa rete di fattori che genera la
cultura della violenza contro le donne, sta nella visibilita’ pubblica
che produce, nella moltiplicazione della partecipazione collettiva, nei
meccanismi di comunicazione che innesca.
Riteniamo quindi che la manifestazione del 24 debba dare un forte
segnale di protagonismo delle donne ponendosi al contempo come uno
spazio per connettere i tanti progetti e le molteplici reti di donne,
ma anche quelle maschili (purtroppo ancora poche) che lavorano contro
la violenza quotidianamente, con i propri strumenti e linguaggi.
In questo senso troviamo riduttiva la scelta del
separatismo come strategia politica tout court, compiuta per altro con
modalita’ assembleari molto lontane dal metodo del consenso che ci piacerebbe praticare nella costruzione di relazioni e reti politiche.
E’ una scelta che viviamo come non rappresentativa dei nostri percorsi
e della pluralita’ di pratiche e di femminismi, potenzialmente
escludente, soprattutto poco efficace rispetto all’obiettivo di una
"battaglia culturale che sconfigga una volta per tutte patriarcato e
maschilismo."
Battaglia culturale che necessita di un forte ed efficace movimento
contro la violenza alle donne basato su un ampio raggio di alleanze:
dalla vicina di casa capace di percepire il dramma che si sta svolgendo
nella porta accanto, ai finanziamenti ai centri antiviolenza, alle
esperienze dei corsi di autodifesa.
L’efficacia politica stia nel moltiplicarsi di spazi e strategie contro
la violenza che parlino a tutte, e a tutti, perche’ purtroppo anche le
donne riproducono la cultura della violenza. Perche’ se gli uomini non
s’interrogano su come il patriarcato impone loro un ruolo che non ha
nulla di naturale e non si responsabilizzano rispetto alla violenza,
e’ difficile che la battaglia culturale possa essere vinta.
Ci vedremo a Roma, ognuna con le sue pratiche e i suoi percorsi con la
speranza che il dibattito e il confronto proseguano anche dopo.
Comunicattive, Sexyshock, Orsola Mattioli e Nicoletta Maldini Libreria Trame, Maurizio Cecconi, Giulia Gentile, Sandra Bellini, Gaia Maqi Giuliani, Famiglia Bresci, Bifo, Ilaria Demartini (Bologna) – Femminismo a Sud (a Sud) – Sconvegno,
OSAdonna (Milano) – Geremia Biagiotti, Phag Off, Giuseppe Reitano (Roma) – Valentina Longo (Università Complutense di Madrid) – Gruppo di studio femminista Elmarenpat, Patrizia Favaron (Firenze) – Marta Bonetti (Lucca) – Slavina + 1 (Bcn) – Sara Massaccesi – Prec@s (Rete nazionale) – La rete della Bassa Bergamasca (Bergamo) – imprecario.ilcanocchiale.it, reporter libertario, ciechelefante.blogspot.com, momo.noblogs.org, fulvialeopardi.it (dal web)
se condividi giraci pure l"adesione"…..lo ricompatteremo e stamperemo per roma.
—>>> La foto e il logo sotto fanno parte della campagna grafica a cura di:
Armonie, Comunicattive,
Orfeo Tv e Sexyshock, sostenitori del progetto Macho Free Zone, desideri
e strategia contro la violenza alle donne.
qualumquismo e rancore per sconfiggere la violenza!
Se non sapessi che parlate “sul serio” sarebbe anche da ridere…
Sono un uomo, non farei male a nessuno, a nessuna PERSONA!!!
Rincitrullite che non siete altro, chi ammette la violenza sulle donne la ammette anche contro un altro uomo, è un problema di persone violente che ricorrono alla violenza per risolvere i problemi con altre persone,punto.
che poi probabilmente un uomo abbia più forza di una donna e possa farle violenza più facilmente, siamo d’ accordo.
Ma finchè non la smettiamo di ragionare per categorie astratte e non ci occupiamo delle persone non andremo da nessuna parte.
Credo che una manifestazione contro la violenza sulle donne che contempla una violenza(per quanto lieve) sui giornalisti uomini sia veramente la cosa più demenziale che ho visto negli ultimi tempi.
lo dico col cuore, davvero, facciamoci furbei .luciano.
grandiosa!
ho incontrato imprecario e te no … sto capello rosa !!!… era un corteo che non finiva mai
bellissimo!
bisogna continuare a lavorare …
baci
GRANDISSIMA MANIFESTAZIONE!!!!
ho pubblicizzato gli appelli…entrambi!
aderisco
ho pagato il mio debito storico cara erezione (bel nick ti sei scelta :P)
lo abbiamo pagato tutte. il mondo è andato un po’ più avanti di come pensi, se non nelle conquiste collettive almeno in certe relazioni. il tempo dello speculum è passato. io conosco il mio corpo e so cosa desidero. sempre più donne lo sanno. stiamo meglio grazie a voi, certo. ma come ti dicevo ho già pagato il mio debito storico e ora il mio femminismo (che io ho portato avanti per anni senza che la tua generazione mi degnasse di attenzione poichè anzi si negava esistesse un femminismo oltre quello degli anni settanta), le mie pratiche saranno presenti e il contatto tra noi, che io non rifiuto ma ricerco, deve avvenire per contaminazioni reciproche. perchè io sono uscita dallo status di allieva. sono una donna adulta e ho maturato una mia visione delle cose che se ha la tua stessa radice non arriva comunque alle tue stesse conclusioni. il separatismo che tu mi presenti come “credenza” per me è una religione che mi è stato detto di rispettare con militaresco ordine. tutto ciò non ha il sapore di laicità che mi piace frequentare. io dentro le chiese di qualunque genere ci piscio e la manifestazione di domani è fatta per sensibilizzare e non per attraversare qualcosa per liberarsi. quello è un percorso che fai in altre occasioni. domani andavano comprese tutte le individualità e le pratiche. e lo vedrai da te che se non ci saremmo state anche noi con il nostro spezzone misto voi sareste un po’ pochine per liberarvi in qualunque senso. tranne se non intendi una iniziativa come quella di domani come un esercizio di autoreferenzialità nostalgico e dogmatico e di allegro contatto visivo di un pianeta femminile che non c’e’. io ho rispetto per le vostre pratiche. esigo rispetto per le mie. mi pongo un problema di metodi di partecipazione che non mi sono piaciuti. perchè niente mi piace mai se è imposto dall’alto. la manifestazione di domani avrebbe dovuto dare spazio a tutte le pratiche con spezzoni diversi. questo penso.
la manifestazione di domani ha presa anche perchè sui territori e tra le persone noi (si proprio quelle che tu dici essere così cattive) abbiamo lavorato ogni giorno, parlato, comunicato e non ci siamo mai arrese. il corteo si colloca in una fase di sensibilizzazione che tutte abbiamo contribuito a costruire, tutte, nessuna esclusa, ciascuna con le proprie pratiche e mi fa specie che ci sia chi dice che ha fatto più di me o di altre donne, davvero. di violenza che mi attacca la psiche, non ne vedo a parte quella che mi fai tu insultandomi 🙂
io sono pienamente cosciente di quello che dico. sei tu che non riesci minimamente ad accettare che esista una diversità senza stigmatizzarla, negativizzarla e renderla quasi allo stesso livello di una malattia. io sto benissimo, cara erezione, ma sono diversa da te, fattene una ragione e impara a non discriminare le altre persone perchè non la pensano come te o non hanno il tuo stesso sesso. è questo che chiedi agli altri, no? beh, fallo anche tu. rispetto ai maschietti di maschile plurale come li chiami tu io dico solo che esistono e sono felice che ci siano e non mi metto a dire a loro cosa devono fare per essere più “accettabili” al mio cospetto di divinità e dea femminile. come non voglio che un uomo dica a me che percorso devo intraprendere per crescere. certo non direi mai comunque ai ragazzi di maschile plurale di andare a fare proselitismo nelle scuole con conferenze dal titolo “ecco noi i maschi evoluti!”. immagino già la folla che si accalca per vedere simili meraviglie… ma per favore!
il protagonismo maschile, vecchio o nuovo io non me lo pongo come problema perchè se sono portatori di concetti sani non gli nego spazi solo in quanto uomini. che poi è quello che non voglio si faccia con me perchè sono donna, no?
non gli chiedo poi ancora di andare a fare i gesù redivivi alla ricerca di apostoli nei centri sociali o dentro indymedia (questa poi da dove te la sei tirata fuori, mah). il maschilismo teknocratico di indymedia io l’ho vissuto e combattuto (e tu?). esiste una indymedia women se ti interessa ed è una rete che seguo. ma mentre stavo dentro indymedia sai chi non capiva le mie rivendicazioni di genere? maggiormente le altre donne. e anche alcuni uomini, certo. perchè in un luogo dove c’e’ una differenza così spropositata in termini di competenze (quelle tecniche) tra uomini e donne è chiaro che si verifica un conflitto che è anche di genere ma si realizza su altri meccanismi identitari che si realizzano (come vedi) anche nei gruppi femminili. e ti giuro che prima o poi ti dirò esattamente dove stanno le similitudini perchè anche a me piace vivere e vivo zone separate (in momenti differenti che non sono il corteo pubblico). per non parlare del fatto poi che gli uomini che fanno i tecnici e con generosità si fanno un culo della madonna per elaborare progetti che diano risposte ai gruppi collettivi (ai quali io non ho mai fatto pompini di nessun genere :P) mi insegnano che stiamo nell’epoca del web 2.0 in cui una community può esistere nel rispetto delle singole identità (i blog) tutte dentro una stessa piattaforma (noblogs) cui si aderisce in nome di principi condivisi.
per capirci, io e tu ora ci stiamo parlando perchè c’e’ qualcuno anche e prevalentemente di sesso maschile che ha inventato e tiene in vita la struttura su cui poggia il mio blog. quando io ho aperto il blog nessuno mi ha detto di inserirmi fedele ad una pratica o “credenza”. aderisco a principi di antisessismo, antirazzismo, antifascismo e non faccio vendita commerciale di niente perchè questa struttura è disponibile in termini politici e militanti per chi non c’ha soldi (altro che ricchezza). loro sono anonimi ( tu li vedi sul mio blog?). altro che protagonismo maschile. dove pensi che stiano i blog di molti gruppi femministi? stanno su questa struttura dove ci sono persone che se non capisci le cose te le spiegano e dove si pratica condivisione. ed è così che funziona nelle comunità . se c’e’ qualcosa che non funziona ci si scazza, si pone il problema, se non c’e’ condivisione effettiva o se c’e’ pratica machista tra compagni lo si dice. ci si scazza, ci si separa incazzat* pure se vuoi ma poi, quando si va in piazza per affrontare i fascisti e i fascismi ci si va insieme ostinandosi di trovare punti di incontro piuttosto che punti di scontro. perchè i maschi non sono tutti potenziali stupratori o picchiatori di donne come le donne non sono tutte potenziali mamme, sorelle, amiche e mogli che picchiano figli, figlie, sorelle e uccidono anche e fanno la guerra
rispetto alla storia del bianche ricche e benpensanti permettimi di ridere moltissimo :)))
perchè in questa fase mi è stato detto di tutto: che agisco su commissione pagata dai maschi di qualche partito per boicottare la manifestazione o dalle donne dello stesso partito per lo stesso motivo. mi mancava anche sentirmi dare della ricca io che sono precaria e per nulla benpensante (ma lo hai letto il blog?). bianca si certo ma siciliana 😛
sono belle e comode le generalizzazioni, eh?
il rischio che corre questa manifestazione domani (e arriveranno gli uomini perchè ti giuro che nessuno ha capito che era per sole donne e non li ho invitati tutti io) il rischio dicevo è che la manifestazione sia cavalcata dalle “donne” come la turco o la pollastrini che portano avanti senza opporsi degnamente progetti di stampo patriarcale e securitario. ci saranno loro a fare dichiarazioni nelle tivvu’ e la manifestazione passerà come la loro manifestazione. il rischio è dunque che non passino i contenuti che il gruppo organizzatore si è dato perchè le donne partecipanti (tutte assolte) ci metteranno il cappello.
a domani
se ci incontreremo 🙂
ciao
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Si vede che non ne sai nulla… Il separatismo ha creato una manifestazione come questa, ha creato uno spazio che non c’era, ha dato voce a chi non ce l’aveva. Non è una religione o qualcosa in cui credere ma un modo da attreversare per liberarsi e per essere più forti nel mondo di merda in cui viviamo…
Se esistono i centri antiviolenza, se ora si parla di violenza di genere e si studia il fenomeno è perchè c’è stato. Poi ora non so per quale motivo – o forse è quella violenza subdola quella che ti attacca la psiche e neanche te ne accorgi – il separatismo non viene neanche rispettato come esigenza di molte non come credenza.
Questi quattro maschietti di maschile plurale sono “due giorni” che fanno autocoscienza e quanta importanza gli si dà ! basta con questo nuovo protagonismo maschile!!! Ma se proprio fanno questo importante lavoro su di loro perchè non vanno a parlare con i ragazzi nelle scuole, perchè non entrano nelle assemblee dei centri sociali o quelle di indymedia che sono piene di maschilismo imperante…
mah… penso che nella maggior parte dei casi le donne che non vogliono il separatismo sono BIANCHE, BENPENSANTI e RICCHE di famiglia…
sai che vi dico che per colpa vostra questa manifestazione non avrà l’imporatanza e la forza dirompente che invece poteva avere. e questo, purtroppo, non si vedrà ora ma nel tempo.
le donne ne usciranno solo indebolite.
Il separatismo non è una tattica, ma una pratica identitaria e come tale creatrice di muri esteccati
ho visto, grazissime 🙂
ho postato pure io e ho detto la mia…
baci
maschile plurale ha convocato un’assemblea … ho postato l’appello li
grande alba!
replicate il documento sui vostri blog se potete/volete che cusci’ saremo in tant*
baci baci :***
wow
aderisco aderente!
😀
aderisco aderente!
mi ci spià ccico su!
bisou
grande! 🙂
spargi la voce e raccogliamo altre adesioni!
baci
Aderisco …… eccome se aderisco!