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#Messina #TeatroPinelliOccupato sgomberato: “ce lo riprenderemo!”

Il Teatro Pinelli Occupato è una meraviglia fatta da gente preziosa che fa cose altrettanto preziose. Potete vedere voi stess*: è questa cosa QUI. Sgomberarlo significa derubare Messina di una della rare proposte culturali indipendenti che esistono. Questa la nota che compagni e compagne hanno condiviso e che potete leggere in basso. Solidarietà e buona lotta anche a loro!

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All’indomani dello sgombero del 19 gennaio scorso ai danni del “Teatro Pinelli Occupato” presso l’ex casa del Portuale e al successivo intervento del 31 gennaio da parte delle forze dell’ordine che hanno di fatto murato gli ingressi dello stabile di Via Alessio Valore, mascherando tale operazione come “intervento di messa in sicurezza”, il Teatro Pinelli Occupato intende riaprire il dibattito in merito ad una serie di questioni.
In primis il riaffidamento della struttura al rag. Placido Matasso, commissario liquidatore dei beni contenuti all’interno dello stabile (e non titolare della proprietà della struttura) ovvero alla stessa persona che per anni ha lasciato completamente abbandonata la struttura stessa facendola marcire nell’incuria più totale.
La proprietà dello stabile è, a oggi, oggetto di un contenzioso tra il Comune di Messina e la Regione Siciliana, ma in ogni caso pubblica, per cui lo stabile stesso è da considerarsi inalienabile.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Occupiamo tutto, Omicidi sociali, R-esistenze.


#Roma #PortaPia, 13/02, 15.30: presidio per l’arresto di 17 attivisti!

Da Abitarenellacrisi:

ROMA – 13 febbraio: l’assedio continua
I movimenti sociali rispondono in piazza agli arresti avvenuti a Roma e a Napoli questa mattina.

Questa mattina, a Roma, alle prime luci dell’alba decine di agenti si sono presentati sotto diverse occupazioni abitative per prelevare 17 attivisti a cui hanno notificato 7 arresti domiciliari e 10 obblighi di firma per aver partecipato alle giornate di lotta contro l’austerity e la precarietà dell’autunno scorso. In particolare ai 17 attivisti viene contestata la partecipazione alla manifestazione del 31 ottobre, con capi di imputazione che vanno dall’adunata sediziosa alla resistenza pluriaggravata e perfino alla rapina.

Si è trattato di un momento di grande partecipazione popolare che, in continuità con l’assedio di Porta Pia del 19 ottobre, voleva raggiungere la Conferenza Stato-Regioni che discuteva di politiche abitative. In particolare lo stesso ministro Lupi aveva rimandato al 31 ottobre la decisione sul blocco generalizzato degli sfratti e sulle necessità di politiche abitative pubbliche poste dai movimenti nell’incontro avvenuto al ministero delle Infrastrutture, riassumibili nello slogan “una sola grande opera: casa e reddito per tutti/e”.

L’assedio del 31 ottobre sotto a Palazzo Chigi ha ottenuto l’autorizzazione a spostarsi sotto la sede della Conferenza ma è poi stato arbitrariamente fermato e caricato a via del Tritone. Quei momenti di tensione, che hanno visto i manifestanti tutti a volto scoperto rivendicare i propri diritti, sono stati tradotti in un impianto accusatorio tutto politico finalizzato a criminalizzare anche preventivamente le prossime iniziative di lotta, a partire dal corteo di sabato prossimo contro il CIE di Ponte Galeria.

È chiaro che l’assenza di risposte sul piano politico e istituzionale relega le lotte ad una questione di ordine pubblico : dalle manganellate ai facchini della logistica agli arresti di oggi dei disoccupati di Napoli.
Rilanciamo da oggi l’assedio in tutte le città verso una primavera di conflitto lanciata il 9 febbraio all’assemblea nazionale. Chiediamo l’immediata liberazione di tutti e tutte, facendo sentire la nostra rabbia sotto le prefetture e le piazze di tutte le città di Italia.

La Roma delle lotte sociali chiama tutta la città ad esprimere la solidarietà e il dissenso

APPUNTAMENTO questo pomeriggio alle 15 e 30 ad una conferenza stampa e a Porta Pia e preparandosi a muoversi in corteo verso via del Tritone dove, il 31 ottobre, la polizia tentò di sbarrare la strada al movimento.

DALLA VALLE ALLA METROPOLI LE LOTTE NON SI ARRESTANO!
TUTTE LIBERI TUTTI LIBERI #LIBERTA’ DI MOVIMENTO
#31O C’ERAVAMO TUTT*

Movimenti sociali contro l’Austerity #19o

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Se il fine giustifica i mezzi, le lotte si degradano

Riceviamo e volentieri condividiamo, dalle compagne del #22Resiste. Buona lettura!

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***Se il fine giustifica i mezzi, le lotte si degradano***

Alcuni giorni sono passati da quell’articolo di cronaca sull’Huffington Post dal titolo “Degrado San Lorenzo, centri sociali si scoprono legge e ordine” e molte analisi e critiche sono state già espresse negli spazi di dibattito aperte dai microfoni della radio dai compagni e dalle compagne. Questo perché quelle dichiarazioni rilasciate sull’Huffington, sia nell’impianto retorico di ricostruzione della realtà dei problemi che attraversano il quartiere di San Lorenzo, sia nel lasciarne intravedere soluzioni di ordine pubblico, non potevano essere lasciate a decantare nel mare magnum delle narrazioni mistificatorie. O anche, delle notti in cui tutte la vacche sono grigie. O della mano sinistra che non sa quello che fa la destra.

Anche noi, come gruppo di compagne femministe e lesbiche della sede del 22 di Via dei Volsci, sentiamo l’urgenza di condividere un po’ di ragionamenti, e anche un po’ della nostra storia.

La problematicità di San Lorenzo e di molti altri quartieri di Roma è profondamente legata all’intreccio di interessi economici da “mani sulla città” che sta ridisegnando in maniera sempre più accelerata ed aggressiva l’assetto urbano. Spartizione di porzioni di territorio e ogni tanto una guerra di ridefinizione degli equilibri che interessano su vari livelli il piano istituzionale. Questo avviene in una situazione probabilmente neanche più “riformabile” dall’interno di queste strutture di poteri. Inevitabile e funzionale il viraggio a destra, anche sul piano culturale.
Che tutto questo sia mistificato da una sistematica montatura mediatica, ce lo dimostra l’articolo dell’Huffington in cui si palesa l’intento politico di portare avanti una campagna demagogica, securitaria e xenofoba contro coloro che sono stati definiti ‘nordafricani’, molto probabilmente spacciatori, che hanno organizzato una spedizione al 32, armati di coltelli, sassi e spranghe”.

Continued…

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