Da Coordinamenta:
8 MARZO 2014
con chi è privata della libertà…
sabato alle ore 11.00 sotto Rebibbia Femminile,
al pratone in fondo a via Bartolo Longo
Siamo rinchiuse in una gabbia a cielo aperto, fatta di parole corrotte e segnali stravolti, fatta di quotidiane espropriazioni di pezzi della nostra vita e della nostra immaginazione, una gabbia che hanno costruito per noi e che hanno chiamato “normalità”.
La nostra “normalità” è così l’esecuzione automatica, inconscia, di gesti quotidiani che sono programmati da qualcun altro. Le nostre giornate sono piegate alle esigenze di un sistema produttivo che succhia costantemente le nostre risorse e non dà indietro nulla, ad eccezione delle macerie.
Siamo costrette/i in doveri e divieti sempre più capillari che aspirano a regolare ogni nostro comportamento, dal più privato al più pubblico. Vorrebbero farci correre sulla ruota come i criceti, con l’illusione di arrivare da qualche parte e, se non ci adeguiamo a questo circo di sfruttamento ci pensa l’apparato repressivo a metterci in regola.
Questo presente fatto di galere con le sue quotidiane violenze, assordanti anche quando sono silenziose, viene spacciato come il migliore, oppure come il meno peggio, in ogni caso come unico esistente, costruendo in questo modo l’ultima delle gabbie: la rassegnazione.
In questa operazione programmata svolgono un ruolo importante la socialdemocrazia e il riformismo, comprese le componenti femminili, che nelle reti della comunicazione quotidiana fanno la guerra alla memoria e all’identità del movimento femminista, manipolandone la storia, strumentalizzando l’oppressione di genere, di razza, i diritti umani….falsificando la lettura della società e tentando di farne dimenticare la struttura e la divisione in classi. Creano, così, una società che fa dell’antirazzismo-razzista, dell’antisessismo-sessista e della strumentalizzazione dei diritti umani il grimaldello per addomesticare le coscienze.
Continued…