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#Milano #12Aprile presidio festante: #MoltoPiùDi194

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#MoltoPiùDi194
H.15 Colonne di S.Lorenzo

Il 12 aprile a milano ci sarà il corteo del comitato NO-194, gruppo di estremisti cattolici fanatici che vogliono abolire la legge 194, che regola il diritto all’aborto. Inoltre sono contrari all’eutanasia, alla sessualità libera e non riproduttiva e all’omosessualità, ma difendono come unico modello di famiglia quello tradizionale, composta solo da uomo e donna uniti nel sacro vincolo del matrimonio.
La legge 194 viene già svuotata di gran parte del suo senso dall’altissimo tasso di obiettori di coscienza, che rendono difficilissimo abortire. Basti pensare che in Lombardia il 68% dei ginecologi, il 50% degli anestesisti e il 40% del restante personale sanitario si dichiara obiettore.
Rendere illegale l’aborto non significa cancellarlo.
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Posted in AntiAutoritarismi, Anticlero/Antifa, Corpi/Poteri, Fem/Activism, Iniziative.


Appello per la liberazione dei corpi e del dissenso politico

Da Quaderni.SanPrecario.Info:

Proponiamo all’attenzione di tutte/i questo appello firmato da alcuni intellettuali e attivisti europei e non solo per denunciare il clima  di crescente intimidazione e repressione presente in Italia e in Europa. Clamoroso è il caso della lotta in Val di Susa, dove attualmente quattro giovani sono sottoposti a un regime carcerario di isolamento, accusati di “terrorismo”, e 54 persone si trovano sotto processo per aver manifestato,  in forme diverse, il loro dissenso contro il proseguo dei lavori per l’Alta Velocità  a cui da venti anni si oppongono le comunità della zona. Non basta: altri episodi diffusi di repressione del dissenso e del diritto a manifestare ci allarmano grandemente.

Promotori di tale iniziativa sono gli iscritti alla lista Effimera, variegata realtà di ricerca e di pensiero internazionale, nata dopo l’esperienza di UniNomade 2.0. Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore la libertà di espressione e di critica di appoggiare questa presa di parola che ha lo scopo di ribadire il diritto all’autodeterminazione dei corpi e dei territori al di fuori delle imposizioni e delle logiche del capitalismo finanziario contemporaneo.

Per firmare: appello.contro.repressione@gmail.com

Segue l’appello in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo con l’elenco dei primi firmatari.

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Foucault, in una lezione tenuta nel 1978 al Collège de France, scrive che oggi l’arte del governare “ha per bersaglio la popolazione, per forma principale di sapere l’economia politica, per strumenti tecnici essenziali
i dispositivi di sicurezza”. Se questo è il piano dentro il quale ci muoviamo, oggi stiamo assistendo ad un salto di qualità dei dispositivi di sicurezza. Osserviamo una complessiva e sottile involuzione autoritaria della società italiana ed europea, dove il conflitto viene patologizzato e interiorizzato e vige la repressione di ogni politica affermativa e di ogni pratica di autonoma gestione di corpi, relazioni, territori. In particolare, ci allarma e ci preoccupa il clima di controllo di un neocapitalismo particolarmente violento nei confronti degli attivisti del movimento No Tav in Val di Susa. Quattro giovani, Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò, sono da dicembre in carcere accusati di terrorismo. Altri 54 attivisti No Tav sono sotto processo per i fatti relativi alle manifestazioni del 27/6 e del 3/7/2011, attualmente in corso presso la IV Sezione del Tribunale di Torino, in condizioni in cui, come denunciato pubblicamente dagli avvocati della difesa, si consta “l’oggettiva impossibilità di garantire, nelle attuali condizioni, un sereno e concreto esercizio del diritto di difesa”.

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L’intersezionalità in discussione: la depoliticizzazione bianca (prima parte)

tumblr_mqo1afhND21r4fn52o1_500 (1)Da Intersezioni:

Gli oppressi lottano con la lingua per riprendere possesso di sé stessi, per riconoscersi, per riunirsi, per ricominciare. Le nostre parole sono azioni, resistenza. (bell hooks, Elogio del margine)

Proponiamo la traduzione di un articolo pubblicato in originale qui, sul tema dell’intersezionalità. Le critiche mosse dall’autor@, che mette in guardia sui pericoli insiti nell’appropriazione del termine da parte di soggett@ bianch@ e anche da parte di certo ambito accademico ci ha dato notevoli spunti di riflessione, che abbiamo deciso di condividere qui.

Traduzione di feminoska, revisione di Eleonora.

Buona lettura!

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L’uso del termine intersezionalità in riferimento all’inclusione in un’ottica di lotta militante di razzismo, sessismo e lotta di classe è stato proposto da Kimberle Crenshaw all’interno di un articolo scientifico, disponibile qui in lingua francese. Se l’articolo è stato pubblicato nel 1991, possiamo dire che l’intersezionalità esisteva da quando le donne schiave, poi i/le colonizzat* e gli/le sfruttat*, hanno resistito contro il dominio di razza, classe e genere che le colpiva, indipendentemente dal fatto che la cosa fosse o meno teorizzata. Si è comunque avuta una forte scossa militante nell’attivismo degli anni 1970: le lotte delle donne nere hanno acquisito status politico. Nacquero così il Black feminism, e più tardi il Womanism. Le donne di colore erano ormai al centro, non ai margini.

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