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Femminismo strumentale: la donna/vittima anche se ha ruolo di potere!

0e2dacDa Abbatto i Muri:

In un suo articolo Christian Raimo rileva come, sebbene la componente femminile nelle istituzioni sia aumentata in realtà, poi, sembrerebbe che di femministe lì proprio non ce ne siano. Quello che c’è è una presenza riconoscibile in quanto “comunità ginocratica, genetica più che di genere” (vedi il maternage istituzionale di cui parla Cristina Morini) e continua poi dicendo che “Questo sedicente e presunto femminismo che considera le donne solo come vittime (…) è penoso, inutile, e politicamente regressivo.” Parla di un “sedicente femminismo” e di un “maschilismo benevolo” ovvero quello che io chiamo la cordata dei patriarchi buoni perennemente sollecitati ad assumere ruolo da tutori, e tutto ciò diventa un limite per lui, uomo, che è costretto entro un preciso ruolo di genere che sintetizza con un “o ti meno o ti proteggo“. Dunque al potere abbiamo prevalentemente una categoria femminile che parla in senso eteronormativo di famiglia, figli, maternità, fragilità costante e “veri uomini” che devono tornare ad essere quei virili tutori e patriarchi d’onore pregni come quelli di una volta.

I segnali di quel che succede sono lì da tempo – e tante volte ve ne ho parlato – eppure è veramente difficile renderli evidenti perché le donne nelle istituzioni – e sue o suoi affiliat* – non solo pretenderebbero di rappresentare IL femminismo (unico e solo) ma si comportano esattamente come certi partiti di centro sinistra che nonostante siano al potere fingono di stare ancora all’opposizione. Ovvero: dipingono se stesse costantemente in quanto vittime e si deresponsabilizzano rispetto alle scelte politiche e istituzionali che fanno. In realtà sono donne di potere che propongono e votano leggi, si comportano da lobby, pretendono che i loro emendamenti siano approvati e in tutto ciò calano dall’alto una visione morale che non rappresenta tutte anche se con arroganza dicono di rappresentare le donne.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze.


Rosaria

femm62Dalle Dumbles:

Oggi, tornando a leggere di Rosaria Aprea, delle botte ricevute, di nuovo, dall’ex compagno, siamo tornate a rileggere, qua e là, delle sue vicende attraverso le quali anche noi l’abbiamo conosciuta.
Picchiata dal compagno nel 2013 al punto di vedersi spappolata la milza, poi asportata e rioperata per una grave emorragia interna, disse che lo perdonava, che avrebbe voluto tornare con lui.  Poi, intervistata in questo o quel programma, disse anche altre cose,  cose ambivalenti ed oscillanti tra perdono, denuncia, amore, ribellione.
Ma siccome era il periodo della campagna governativa del ddl contro la violenza di genere, della denuncia obbligata, dell’autoconsegna alla tutela giudiziaria, allora, Rosaria ed il suo perdono fecero scalpore e  molt* ne parlarono sottintendendo che faceva male, molto male a mantenere quell’atteggiamento.

“Da donna a donna le dico che con un uomo del genere non bisogna avere pietà perchè la prossima volta uccide. Persone del genere non cambiano“. Disse Daniela Santanchè riassumendo il pensiero di tutto il filone giustizialista.

Ad un certo punto, allora, intervenne anche Marina Terragni a dire che nella Rosaria che perdonava e voleva tornare a passare con lui le serate assieme sul divano della tavernetta , c’era “l’ingenua caparbietà del sogno d’amore”  ma che comunque, pur se queste donne sbagliano un sacco di cose, “c’è in loro anche una tenacia nella ricerca delle mediazioni, il tentativo di non distruggere tutto, di farcela a uscirne insieme….C’è una pazza ostinazione nel ricucire, nel rilanciare, nel credere che l’amore alla fine l’avrà vinta. .. E questa non è tutta roba da buttare, insieme all’acqua sporca della violenza maschile”.

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Ma cos’hanno? La piddiite delle piddine!

Antipatie5Dalle Dumbles:

Le piddine hanno la piddiite.
E’ una smania regolamentatoria, un rush sanzionatorio criminogeno che si produce in continuo contro il web stimolato, a loro dire, dai fenomeni del cyberbullismo.
Ne leggiamo una sintesi qui dove si dice di almeno tre (Campana, Moretti, Ferrara) proposte di legge sostanzialmente di regolamentazione “dell’odio in rete” e di ulteriori sanzioni penali per chi è reo di atti di bullismo e di bullismo informatico.
Leggendo nel dettaglio, almeno l’ultima proposta, quella di Campana, anche ad una non addetta spicca la velleità dell’argomentazione: nella distinzione tra bullismo e cyberbullismo, gran parte di quanto elencato è già configurabile come reato; il resto è del tutto fumoso e pretestuoso; es: Art. 3 Sono atti di bullismo informatico : a) i messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglie verbali in un forum. (????)
Un forum avrà una policy, un moderatore, un suo codice di autoregolamentazione… ci serve una norma di legge e delle sanzioni penali per chi non vi si conforma? Se pensiamo questo siamo pazzi/e ed è meglio che ci diamo all’ippica.
Oddio, capaci che quelle ti sanzionano anche il cavallo per averla fatta fuori dal vaso. Da 10 a 20 scudisciate…

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