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Audre Lorde: voglio vincere nei miei termini!

Da SguardiSuiGeneris:

In collaborazione con Commonware.Sarà in libreria nei prossimi giorni Sorella outsider. Gli scritti politici di Audre Lorde (Il Dito e La Luna, 2014).
È un testo di grande importanza, che introduce nel dibattito italiano il pensiero potente e radicale di una femminista “nera, lesbica, madre, guerriera e poeta”. Anticipiamo i testi “La poesia non è un lusso” e “Un’intervista: Audre Lorde e Adrienne Rich”, accompagnati dall’intervista a Margherita Giacobino, che ha curato la traduzione.

Audre Lorde resta ancora pressoché sconosciuta in Italia, questa omissione delle traduzioni del suo pensiero nella nostra cultura femminista può essere riconducibile a razzismi e classismi che caratterizzano parte del femminismo stesso nostrano, o forse la parte più autorevole e visibile di un femminismo bianco privilegiato cattolico ufficialmente eterosessuale. Qual è l’importanza di tradurre il suo pensiero oggi in Italia?

Non posso rispondere sull’importanza di tradurre il pensiero di Lorde a nome di altre persone, né posso farlo per un movimento che non sono neanche sicura di conoscere. Posso rispondere per me, in base alla mia esperienza, di persona che frequenta il pensiero di Lorde da più di dieci, quindici anni; Da quando furono organizzati i primi corsi al Maurice di Letteratura Lesbica mi sono convinta che era un’autrice da tradurre e ancor più lo credo adesso che ho realizzato questo lavoro per il quale ho letto veramente tutto di lei e ci ho lavorato a fondo.
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Posted in AntiAutoritarismi, Autodeterminazione, Critica femminista, otro mundo, R-esistenze, Recensioni, Scritti critici.


Quella “sbandata” di una sex worker e la trans dall’identità negata

Due differenti articoli di cronaca. Uno riguarda l’assassinio e la crocifissione di una sex worker. E l’altro lo stupro di gruppo ai danni di una trans. Per l’analisi del primo articolo in rassegna stampa mi aiuta Barbara che scrive:

“E’ sessista secondo voi questo articolo? Il modo in cui e’ scritto intendo: pone l’accento su frasi come “ragazza sbandata” e “gente che si lamenta per la presenza di prostitute nella zona”.

Nulla si dice sul fatto che potesse essere l’assassino “sbandato” o “fuori della norma”: cioe’ non figura nell’articolo un qualche aggettivo che ponga l’assassino in una luce di anormalità: l’assassino che ammazza è quasi sempre trattato come “normale”, come fosse una cosa all’ordine del giorno e naturale nella nostra società che accada che una donna che non sta “nascosta in casa” incorra in qualche sorta di incubo letale ad opera di un probabile membro normale di questa società che avrà perso il controllo delle sue azioni… (Anche poi quelle che stanno nascoste in casa incorrono in incubi letali… e li’ si troveranno altre ragioni…)

La stampa e’ sempre cosi’ irrispettosa delle persone uccise. Anche stavolta è così. Sbaglio?

Bisognerebbe analizzarli a tappeto questi articoli, relativi a questo tipo di notizie, e a tappeto decostruirli tutti, non lasciarne passare neanche uno, e far capire alla gente che così come sono scritti normalizzano una certa cultura della demonizzazione della “donna che trasgredisce”, giustificando e normalizzando delitti orribili e inaccettabili, rendendoli piu’ digeribili al lettore con il semplice fatto di dipingere la vittima come “sbandata”. Infatti quando si parla di sbandata o di prostituta, la persona offesa non viene piu’ vista dai lettori, che di per se si sentono soggetti “normali” di questa societa’, come un elemento uguale, pari a se’, parte di questa societa’ e che abbia subito una cosa inaccettabile; e ponendo l’accento sulla sua possibile devianza, cioe’ facendo diventare la vittima un soggetto “altro” cioe’ diverso o alieno, la gravita’ del delitto viene minimizzata e rimossa dal lettore il quale non si immedesima piu’ nella vittima, non prova piu’ compassione per quest’ultima e non la vede piu’ nella sua umanita’. La vittima viene in questo modo abilmente “disumanizzata” come se avesse quasi meritato di morire.

Una disumanizzazione alienazione della vittima, e l’accensione ossessiva dei riflettori su quest’ultima al posto dell’esposizione dello psicopatico vero, cioe’ dell’assassino, quello che veramente devia da questa societa’ nel comportamento che assume e al quale dovrebbe essere addossata la responsabilita’ del fatto.”

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#Torino #primomaggio: Valeria racconta del suo arresto!

Si chiama Valeria ed è la ragazza che ieri abbiamo visto in video e foto mentre veniva trascinata dentro un  mezzo della polizia. Qui racconta la sua versione dei fatti. Parla di contestazioni verbali ad alcuni parlamentari del Pd e poi di reazioni spropositate da parte della polizia. E’ stata denunciata a piede libero per resistenza, che poi è il reato che viene addebitato quando non si trova altro da imputarti e un po’ ti piglia male a essere portata via sapendo che non hai fatto proprio niente.

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