Da Abbatto i Muri:
A smontare il ragionamento di Ida Dominijanni basterebbe il nome di Conchita Wurst. Vallo a dire a Conchita che “il corpo è mio ma non è mio” perchè “è inserito in una rete di relazioni e di significati dai quali nessuna, nel deciderne, può prescindere“.
La conclusione alla quale arriva la Dominijanni non c’entra con il moralismo. No. C’entra con il femminismo della differenza che ricorda la Butler decontestualizzandone un frammento senza ragionare del fatto che la Butler ha frantumato la teoria della differenza parlando di generi con altre e ben più complesse parole. Tanto per dire: per Butler non esiste proprio un “corpo delle donne” perché non esiste neppure la “donna” in quanto soggetto differente il cui genere è dato in senso biologicamente riduzionista.