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Davvero il corpo è mio ma non è mio?

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Da Abbatto i Muri:

A smontare il ragionamento di Ida Dominijanni basterebbe il nome di Conchita Wurst. Vallo a dire a Conchita che “il corpo è mio ma non è mio” perchè “è inserito in una rete di relazioni e di significati dai quali nessuna, nel deciderne, può prescindere“.

La conclusione alla quale arriva la Dominijanni non c’entra con il moralismo. No. C’entra con il femminismo della differenza che ricorda la Butler decontestualizzandone un frammento senza ragionare del fatto che la Butler ha frantumato la teoria della differenza parlando di generi con altre e ben più complesse parole. Tanto per dire: per Butler non esiste proprio un “corpo delle donne” perché non esiste neppure la “donna” in quanto soggetto differente il cui genere è dato in senso biologicamente riduzionista.

Continued…

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Di femminismo moralista, effetti culturali e uomini che sfuggono alle dicotomie

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Da Abbatto i Muri:

Questa immagine mostra in qualche modo come viene affrontata la nudità, anche quando è una libera scelta, dalle nostre parti. Si mette a fuoco lo sguardo censorio delle suore e quello compiaciuto degli uomini. Sparisce lei dal centro della nostra attenzione perché di lei finiamo per non interessarci proprio più. Del fatto che lei voglia spogliarsi, camminare in quella maniera non frega nulla a nessuno. Lei è la protagonista eppure sparisce perché quel che deve essere messo in evidenza è la reazione altrui.

Così è ridotto il dibattito sulla nudità o sul corpo delle donne in generale qui in Italia. Tutte le opinioni complesse schiacciate in questa dicotomia rigida che non prevede eccezioni, per cui le moraliste dicono che lei ha da coprirsi per evitare di stuzzicare lo sguardo malizioso e sporco dei maschilisti e certi maschilisti giocano a fare i libertari per il bene del proprio uccello prima che per lei.

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Paola Bacchiddu e il “bene” superiore del partito!

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Annalisa Chirico, autrice del libro di cui potete vedere la copertina, pubblica sulla sua pagina questo selfie con Paola Bacchiddu. La Bacchiddu è oramai diventata famosa per via della foto in bikini. “Famosa” è un eufemismo che sta per ostracizzata, denigrata, anche insultata pesantemente e soprattutto, questo è peggio, aspramente criticata da gente che simpatizza per il gruppo politico per conto del quale dovrebbe curare la comunicazione della campagna elettorale. Questa bella gente ha diffuso mille commenti su di lei e in qualche occasione, anche pubblicamente, ha sostenuto che sarebbe meglio lei fosse cacciata via.

Cacciarla per aver mostrato sulla sua bacheca personale, per riderne con gli amici, una sua foto in bikini, sarebbe come dire che il moralismo di quella parte politica domina la sinistra, perciò, come è prassi di un certo contesto di sinistra, quello delle scomuniche e delle demonizzazioni, l’armata del bene è alla ricerca di ogni dettaglio che possa servire, da ora in poi, a dare elementi al pubblico affinché dicano alla Bacchiddu “sei stata nominata”. Perché è così che pensano si possa cacciare via una persona dalla casa del grande fratello, della grande sorella, da un partito, un movimento, dal proprio posto di lavoro. Continued…

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