Premessa: stavo per lasciare un commento a questo post di Abbatto i muri “Proposta di Manifesto per una Rete tra compagni/e: chiunque tu abbia votato!”, poi ho visto che mi stava scappando la mano e ho pensato fosse meglio riportare tutto il mio ragionamento sul blog invece di sfoltirlo per adeguarlo alla dimensione commento.
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Dal mio punto di vista questo è un ragionamento molto di “cuore” (o di pancia) in cui si cerca di toccare le corde di tante sensibilità. Il problema è che anche questa è una forma di comunicazione, qual è quindi la sostanza che traggo? Che bisogna guardare tutti insieme al futuro, “al mondo nuovo”, tutti compagni e compagne in nome dei bei tempi. Il fatto è che io di compagni che hanno votato grillo non ne conosco, ma anche fosse sono pure un po’ cazzi loro. Il problema per me non è chi voti ma perché voti, di fatto non sono mai stata una grande sostenitrice de “il fine giustifica i mezzi”, e poi non riesco a non tenere presente che la democrazia che ho visto io da quando sono nata ha portato tante persone a votare sempre per il meno peggio, salvo af-fascinati dai vari “unti del signore”, “celodurismi”, o salvatori della patria o del popolo. Il fatto che ci siano scazzi e discussioni a me sembra normale, pacifico, essenza del fare politica. La cosa effettivamente impressionante sono i termini della stessa: in questa situazione di caos, di scarse prospettive, di vero analfabetismo di ritorno in cui non ci si capisce sulle parole, sui significati, sui riferimenti storici ci si urla addosso aggrappandoci spaventati a quelle due certezze semplici semplici che ci siamo scelti. Continued…