Grazie alla segnalazione di Hawkward Head e alla traduzione di Ambra ecco un articolo tratto dal blog della attivista per i diritti delle Sex Workers Laura Augustìn che si occupa dell’industria del “salvataggio”, di tutto ciò che ruota nel mondo dell’anti-sexworker. Buona lettura!
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Il divieto: deterrenti, punizioni e salvataggi
Un governo che mette al bando delle attività fa soltanto una cosa con chiarezza: dice ai cittadini che il governo ha deciso che qualcosa è Sbagliato e che ora farlo è fuorilegge. Inviare un messaggio è l’atto fondamentale sul quale si basa la promozione che lo Stato svedese fa della sua legge contro l’acquisto di sesso, ed è l’atto fondamentale anche per tutti gli altri politici e aspiranti politici che vogliono tale legge per i loro paesi. Tutti vogliono mostrarsi come baluardi contro i comportamenti immorali. Provate ad introdurre nella discussione i fatti come prova contraria e imparerete presto quanto questi siano irrilevanti; potete trovare alcuni degli stessi promotori svedesi che dicono cose come “sappiamo che non funziona, ma vogliamo essere in prima linea nella giustizia di genere”. Questo è prendere posizione per la propria idea di come debba essere la società e farlo pubblicamente, e tentare di salvare individui dalla loro immoralità rendendo illegali le brutte cose che li attirano.
Qualsiasi altra affermazione su ciò che leggi proibizioniste ottengono dichiarando fuorilegge attività sociali come il sesso, il bere e le droghe non è supportata dai fatti. Questo perché, dopo che la legge è passata e il messaggio inviato, gli individui gestiscono il divieto subdolamente. Ovvero: c’è una forte pressione sociale per accordarsi alla posizione morale stabilita, ma a livello privato le persone non hanno intenzione o non sono in grado di smettere di godersi i propri piaceri. Quindi, acquirenti e venditori di droga, di alcool e di sesso diventano creativi, alcuni di loro allo stesso tempo fingono perfino disapprovazione in pubblico.
Il proibizionismo dichiara di se stesso soprattutto di avere un effetto deterrente, e che ciò implica che le persone non infrangeranno la legge a) semplicemente perché è illegale, b) perché hanno paura di essere messe in prigione, c) perché non vogliono essere svergognate pubblicamente perdendo il proprio status sociale, sia che vadano in carcere oppure no. Con le parole di Foucault, una punizione dovrebbe essere così intimidante da privare il reato di tutta l’attrattiva, in modo che il potenziale colpevole desista. Così coloro che vorrebbero vietare l’acquisto di sesso propongono la messa alla berlina dei colpevoli (pubblicando i nomi e le foto su un sito web, per esempio), con la distribuzione di immagini strazianti delle vittime per coprire di biasimo anche l’intenzione di fare altrettanto. Quando questi strumenti non sembrano funzionare, o quando gli autori persistono e pagano multe quando vengono beccati invece di affrontare le accuse, i proibizionisti propongono che quanto descritto venga inasprito con pene detentive obbligatorie.