Dopo la denuncia che è arrivata forte dalla Calabria per la chiusura del corso di Studi di Genere diretto da Laura Corradi, l’appello partito dalle sue studentesse e da noi, le tante firme arrivate da tantissime persone, consegnate e protocollate dalle studentesse lunedì 22 aprile al Rettore (attendiamo una risposta), il censimento su altri corsi analoghi che in tutta l’Italia vengono via via soppressi, le notizie che stiamo raccogliendo e il dibattito nazionale esortato dal bel docunmento “Dal margine degli studi di genere: una proposta politica“, abbiamo pubblicato la storia della chiusura del corso di Storia delle Donne per Torino e altre aree del Piemonte e oggi eccoci a ricevere e proporvi questo scritto di Alisa Del Re che ci racconta come un Corso possa essere congelato per anni, così, perché in Italia il pensiero critico delle donne viene considerato superfluo e si può pure accantonare. Ricordandovi ancora di inviarci ogni segnalazione utile e ogni documento per tenere traccia politica di questa discussione nazionale scrivendo a vogliamostudidigenere@grrlz.net vi auguriamo una buona lettura!
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Killing me Softly…..Per tre anni non sarà attivato il corso di Politiche di pari opportunità presso il SPGI all’Università di Padova
Un po’ di storia.
Nel 2003 il Fondo sociale europeo stanziò dei fondi per le pari opportunità nel Veneto, e una parte arrivò all’Università. In una riunione dei Presidi di Facoltà dell’epoca si cominciò a dibattere su come spendere questi soldi: chi proponeva di attivare dei corsi di inglese, altri dei corsi di informatica (ovviamente con una maggioranza di donne tra i partecipanti). Facevo allora parte del Comitato Pari Opportunità dell’Università di Padova e mi precipitai (letteralmente) non invitata a quella riunione, spiegando che la cosa più utile era attivare dei corsi di Ateneo di Pari opportunità (a crediti liberi). Visto che non si sottraevano molti soldi e che in fondo l’FSE richiedeva proprio questo, il corso venne accettato e promosso. Così è nato il corso di Politiche di Pari Opportunità. Finiti i fondi FSE, il corso fu inserito nel Manifesto degli studi di Scienze Politiche, sempre a libera scelta, e fu frequentato attivamente da molti studenti e studentesse (una media di 100-150 studenti/esse l’anno, non solo di Scienze Politiche, ma anche di altre Facoltà). Nello stesso tempo venne attivato il corso Politiche sociali e politiche di pari opportunità nella UE per le lauree specialistiche (poi magistrali), sempre a libera scelta. Così veniva completato un piccolo percorso di studi di genere che spesso diventava trampolino per delle tesi di ricerca di un certo spessore. Nei due corsi il programma era vasto, spaziava dai temi della cittadinanza politica delle donne a quelli degli stereotipi di genere, dai temi delle discriminazioni sul lavoro alle molestie e al mobbing, dalle istituzioni di parità alle direttive europee, dalla violenza contro le donne e alla stupro come arma di guerra al governo del territorio da un punto di vista di genere. In mancanza di testi specifici furono adottati due manuali: uno per le lauree triennali (Del Re A., Perini L. (2009) Politiche di Pari Opportunità, Manuale per le lauree triennali, Padova, Cleup; Del Re A. (a cura di) (2008) Manuale di Pari Opportunità: per un orientamento sulle politiche di genere, Padova, Cleup). Nel 2008 venne finalmente realizzato il Centro interdipartimentale di ricerca: Studi sulle politiche di genere (CIRSPG) dentro i cui progetti di ricerca confluirono molte tesi elaborate dagli studenti del percorso di studi di genere (tra l’altro il progetto dell’Osservatorio delle elette del Veneto, che raccoglie i dati di genere dei 581 comuni del Veneto dal 1946 ai giorni nostri, visibile nel sito del CIRSPG).