L’emendamento che consentiva spazi all’interno di consultori e strutture familiari ai Movimenti per la Vita è stato bocciato. Ecco il commento a cura di Q-Generation.
Bocciatura sia per il testo del centrodestra sproporzionatamente a favore dei volontari prolife, sia per la proposta della giunta che avrebbe voluto mettere a disposizione bacheche (dis?)informative.
Resta allora in vigore il regolamento della legge 27 per “disciplinare le iniziative di promozione dei diritti etici e della vita nelle strutture sanitari”. Cosa possiamo dire? A nostro parere di sicuro questa è una vittoria di coloro che hanno avuto sguardo attento e si sono prodigati per denunciare la gravità di quanto stava per accadere. Pericolo scampato? Se guardiamo le condizioni attuali, il Veneto è la regione dove la percentuale dei medici obiettori arriva ad oltre l’80%. I movimenti per la vita si sono finora più volte ritrovati per preghiere lunghe giornate intere davanti agli ospedali, con cartelloni dalle scritte inquietanti, rosari, crocifissi, immagini perturbanti di feti morti e bambolotti in braccio.
Certo che è meglio che non esista una legittimazione ufficiale che permetta loro di parlare con gli/le utenti, ma è indiscutibile che i loro messaggi, anche se venisse rispettato il divieto di interloquire, possano produrre effetti devastanti giungendo alla voluta destinazione: donne, in particolare. Donne che per i più svariati motivi decidono di non portare avanti una gravidanza, e che si consegnano alle cure sanitarie che dovrebbero garantire sicurezza, accessibilità, rispetto, riservatezza, laicità, sospensione del giudizio e diritti. L’autodeterminazione di ciascuno, e delle donne nello specifico caso, va salvaguardata, così come la libertà di scelta e la possibilità di decidere sul proprio corpo e sulla propria vita. Il corpo delle donne! E’ vero che sembra assurdo usare ancora queste parole, eppure bisogna, perché non è una questione superata: in nome delle donne e sui loro corpi troppo spesso viene esercitato quel senso di superiorità morale che dice “vi tutelo, a costo di togliervi l’autodeterminazione”, viene imposta una visione manichea (sante e puttane), buone solo se votate alla prole, buone solo se preservano “lo scopo per cui son nate”, cattive altrimenti. Cattive se abortiscono, cattive se vogliono vivere liberamente i propri desideri, cattive se sono irriverenti, se scendono in piazza a protestare, se vestono come “non si conviene”, indecorosamente… Vittime o colpevoli.