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Esercizi di sevizia e seduzione: la sovversione creativa ci salverà!

10416697_10152123863531762_675780348_nDa Abbatto i Muri:

Irene Chias, giornalista, scrittrice, siciliana, già al lavoro per scrivere il suo prossimo romanzo in cui riprende temi che le stanno a cuore: l’artificiosità dei meccanismi identitari, le presunte tradizioni, la presunta natura, l’imposizione culturale del cosiddetto amore romantico. Brillante, intelligente, straordinariamente ironica, questo è il primo ricordo che ho di lei e da quel che leggo non è cambiata affatto. Una giramondo, in senso geografico e anche interiore. In quel che scrive la scopri a disegnare mappe intime, emotive, personali, senza mai perdere una prospettiva e un punto di vista di genere.

Nel suo primo libro, Sono ateo e ti amo, tre personaggi raccontano di sicilianità, viaggi, persone, affetti, lutti, relazioni, donne divise tra natura e cultura, tra tradizioni e convenzioni sociali. Detta così pare una storia intimista ottocentesca, di quelle elargite da scrittrici con marchio nobiliare (decaduto) annesso, che sono lì a dispensare sapienza al mondo. In realtà Irene ha una scrittura che manca di netto i toni strascicati che odorano di naftalina di un certo target siculo. Niente piagnistei, perfino cose intimamente tragiche vengono guarite con le sue parole che assumono toni tragicomici. Ed è l’essenza di una bella scrittura sicilianamente connotata – rivenduta solo come tratto esclusivo al maschile – che Irene rende propria, restituendole quello che spesso manca: un punto di vista di genere.

Esercizi di sevizia e seduzione, suo secondo libro, racconta di Ignazia, “figlia di genitori siciliani, vive a Milano, dove fa la architetta precaria“. Vince il Premio Mondello (e ne sono molto felice), se ne parla abbastanza, anche se, personalmente, non ho molto apprezzato il taglio di alcuni titoli letti qui e là. L’idea che in qualche caso è stata veicolata è che si tratti di una giustiziera femminista, vendicativa, un po’ come la stalker fanatica Solanas senza però averci la puzza sotto il naso contro gli uomini di target inferiore a Warhol. Già da queste reazioni – di titolisti e affini – si vede come e quanto Irene abbia ragione quando spiega, in maniera comprensibile, che se ai personaggi femminili, protagonisti – si fa per dire – di storie in cui gli uomini realizzano sui loro corpi violenze incredibili, sostituisci personaggi maschili l’effetto cambia. E’ giusto la percezione della gravità della violenza che cambia, ed è di questa violenza scarsamente percepita, che accompagna le donne come si trattasse di una intimidazione costante, una limitazione alla propria libertà, di vivere, respirare, restare sedute in un parco a godersi una bella giornata di sole, che Irene parla attraverso la storia di una donna che in maniera quasi divertente, senza vittimismi, con determinazione e quel sarcasmo lucido che esorcizza le sconfitte amare, realizza un originale tentativo di liberazione, per se stessa, non in nome di tutte le donne, solo in un caso anche per liberare sua sorella. Continued…

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#Roma: attacco alla sede femminista di via dei volsci 22

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Riceviamo e volentieri condividiamo:

Il 12 maggio avevamo con tranquillità e determinazione animato via dei volsci con i nostri striscioni, chiacchiere, risate e musica, tanto che qualcuna se la scoattava un po’ “anvedi non sembra neanche così troppo fogna via dei volsci stasera!”. In quella serata abbiamo raccontato alle altre l’inizio del progetto di archivia in movimento che vorrebbe ricostruire con scritti, striscioni e immagini le lotte e i conflitti agiti dalle compagne femministe del movimento a partire dagli anni 90.

Con fermezza denunciamo l’ennesima bomba che nella notte di venerdì 30 maggio fa saltare la porta del 22. Il fatto avviene in concomitanza dell’iniziativa “techno per i detenuti” dentro le sedi di via dei volsci 26/28. Quando alcune compagne presenti in via sentono il botto e accorrono, sono costrette a fronteggiare attacchi fisici e verbali da parte di alcuni che stavano davanti al 26/28.

Continued…

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A #Milano il 6/7/8 giugno c’è Ladyfest: il festival queer e femminista!

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A Milano, presso lo Zam, lo spazio che gente disinformata voleva far chiudere, compagn* organizzano una tre giorni piena zeppa di belle iniziative. In basso leggete il loro comunicato. Buona lettura e buona tre giorni!

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La Ladyfest – il festival queer e femminista di cultura indipendente – arriva a Milano

Dal 6 all’8 giugno workshop, incontri, performance, concerti, proiezioni su corpi, sessualità e piacere

Dal 6 all’8 giugno arriva a Milano la Ladyfest. Il festival queer e femminista, nato nel 2000 negli Stati Uniti, prenderà il via nello spazio liberato Zam di via Santa Croce 19 (zona Ticinese). Al centro dell’happening il desiderio di indagare il corpo, le relazioni e la sessualità. Per tre giorni ci saranno laboratori, incontri, concerti, proiezioni e performance che daranno la possibilità di scoprire, a chi parteciperà, nuove possibili forme di relazione. Si potrà sperimentare in sicurezza – una sicurezza non repressiva e non normativa- in un luogo protetto che mescola i generi e performa le identità, lontano dal sessismo quotidiano, dall’omofobia e dalla transfobia.

Continued…

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