Skip to content


Se la vittima di violenza deve placare l’ansia sociale e risolvere il panico morale!

Da Abbatto i Muri:

Nell’indifferenza generale, mentre si seguiva il risultato elettorale, alla Camera ieri si è fatta la discussione sulla ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Tanta campagna elettorale, un po’ di speculazione antimigranti, uno della Lista Civica s’è svegliato e diceva di voler fare il registro pubblico dei denunciati per stalking (brrr) e i punti rosa un po’ ovunque (mondi a pois formato chissà cosa), m5s vuole sanzionare per le pubblicità sessiste, Sel ha fatto gli interventi più interessanti e consapevoli, parlando di connessioni, di reti, invece che di task force, opponendosi alle denunce d’ufficio, ricordando che il lavoro dei Centri Antiviolenza è di rispetto delle autonomie e del protagonismo delle donne, parlando di educazione e prevenzione, di lavoro sulla cultura, di impegno a favore dell’autodeterminazione delle donne e delle cittadine migranti, parlando di legge 194, di discriminazioni e Cie, di no alla censura e ad ogni nuova norma penale, parlando di generi come costruzione sociale e culturale. Brave, secondo me, Marisa Nicchi e Celeste Costantino (SeL).

Anche Annalisa Pannarale (SeL) ha fatto tutto un ragionamento contro il securitarismo e sulle questioni culturali che stanno dietro la questione del sessismo e della violenza di genere. Ha parlato di lavoro, di precarietà, di reddito minimo garantito come strumento per liberarsi dalle dipendenze economiche. Ed è un argomento che nessuna ha poi toccato. Parlava di ribaltamento culturale. Di linguaggi come specchio di un immaginario, di scuola pubblica, di educazione contro gli stereotipi.

La Lega ha espresso un problema contro la cultura islamica e i migranti violenti. Qualcun@ dopo ha ricordato che la maggior parte dei delitti avvengono per mano di italiani.

Una deputata del pdl ha definito le battute sessiste del loro leader delle “scivolate” che sarebbero trasversali a tutti i partiti. Una deputata del pd parlava di tolleranza zero contro spot sessisti, programmi tv e violenza. Una deputata di scelta civica parlava di aggravanti. Binetti e Bianchi si sono opposte al fatto che la Convenzione parli di tutti gli atti di violenza fondati sul genere. Esattamente come diciamo noi nella nostra petizione. A dimostrazione del fatto che l’accordo bipartisan si basa su una modalità di approccio alla questione della violenza sulle donne che è comoda, deresponsabilizzante, non tiene conto di tutti i fattori che determinano tutte le violenze basate sul genere.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, Omicidi sociali, R-esistenze.

Tagged with .


26 maggio 2013: la porta scoppia #71…un’ordinaria storia di lotta e resistenza in via dei volsci 22

Da 22Resiste:

Se vi fosse mancata la solita allerta e chiamata alle armi che, con cadenza più o meno regolare ci vede raccolte davanti alla porta del 22, non rimarrete deluse.

Complice il derby ed il solito clima di omertà e connivenza, anche questa volta la nostra porta in via dei volsci 22 è stata fatta saltare con due bombe carta che ne hanno completamente divelto il telaio in ferro.

Non dobbiamo cercare molto lontano i fuochisti, perchè come di consueto hanno lasciato la loro elaborata firma.

Non indovinate? Un grande cazzo e tre più piccoli a completare l’opera d’arte.

Tra un paio di settimane il 22 subirà un nuovo tentativo di sgombero da parte di un ufficiale giudiziario mandato dal tribunale. Ora è una società finanziaria che pretende di mettere all’asta la sede del 22 per recuperare il credito del fallimento immobiliare e per imporre nuovamente logiche speculative.

Da anni resistiamo ai tentativi di sgombero della proprietà e contemporaneamente ad attacchi ed aggressioni machiste, sessiste e lesbofobiche da parte di quelli che non digeriscono la presenza di femministe e lesbiche separatiste in via dei volsci e invece accolgono come se niente fosse la propaganda elettorale di forze politiche che poco hanno a che vedere con la politica dal basso.

Invitiamo tutte il 6 giugno 2013 dalle 19h alla serata resistente di autofinanziamento degli ennesimi lavori per rifare la porta: occupiamo via dei volsci con i nostri corpi indecorosi e liberi e la nostra lotta femminista e lesbica!

Invitiamo tutte l’11 giugno alle 8h puntuali alla colazione resistente contro lo sgombero del 22!

Continued…

Posted in Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali, R-esistenze.


Di violenza di genere e media. Basta indignazione, incominciamo con la rabbia!

Da Intersezioni:

Femminicidi. Così li chiamano i giornali quando non sono omicidi passionali.
Avrei potuto inserire qui il nome di una vittima e scrivere un lungo piagnisteo ricco di morbosità sulla vita della lei di turno. Perché per saziare la voglia di morbosità di chi apre il giornale per sbraitare e chiedere repressioni a casaccio, è importantissimo parlare degli hobbies, dei calzini, delle gonne e delle relazioni di quella lì. E invece no, perché a me non interessa stuzzicare le più basse voglie narrative dell’italiano medio.

Un sacco di persone vedono la stampa come qualcosa di più o meno neutrale, o perlomeno non prettamente politico, ma così non è. La stampa ha la precisa funzione politica di fornire pornografia emotiva di massa. Non mi aspetto che si forniscano grandi analisi sul tema della violenza di genere: non lo otterrò mai e se anche l’ottenessi, sarebbe inevitabilmente sbagliata, perché i complici di una lunga serie di nefandezze non confessano, e se lo fanno, sono pentiti; non innocenti. Cosa ci si può aspettare di buono da chi piazza la vittima nel corteo funebre mediatico dei fatti di cronaca? già trattarlo come un fatto casuale e non come questione politica nasconde una visione dei fatti ben precisa. Per non parlare del fatto che probabilmente quello stesso giornale annovera nella sua sezione scientifica mille pseudoricerche neurosessiste atte a giustificare ruoli di genere, nonché banner pubblicitari che strabordano maschilismo da ogni pixel.

Il padre lacrimante dice: non volevo che frequentasse quel tipo lì. Smania di controllo, ma molti la leggeranno come premurosità genitoriale e come tentativo di garantire sicurezza alla vittima – sì, ma a che prezzo, aggiungo io. Del fidanzato mi dicono che è geloso da morire. Che non le concedeva nessun tipo di libertà, che la picchiava a sangue. Quella doveva chiedere il permesso perfino per un gelato. Per avere un profilo facebook. E tutti sanno, proprio tutti. Ma nessuno s’è degnato di far qualcosa. Padri, padroni, padreterni: mi rintontiscono col paparino possessivo che piange, col moroso possessivo che però in fondo è un ragazzino oppure è giustificato perchè quella era una poco di buono e anche se non lo era sticazzi: le giustificazioni si sprecano. Ecco il prete che benedice quella povera donna uccisa, perché la violenza sulle donne dev’essere una sorta di piaga divina per non si sa cosa. E poi frotte di poliziotti, a difesa delle italiche femmine, gli stessi che stuprano le migranti nei CIE. Chissà che sicurezza possono offrire dei soggetti simili.

Continued…

Posted in Comunicazione, Critica femminista, Omicidi sociali, R-esistenze.