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Consenso e desiderabilità sociale del modello persecutorio

Da Abbatto i Muri:

Scrive René Girard, antropologo, critico letterario e filosofo francese, che:

Oggi si può perseguitare solo dichiarando di essere contro la persecuzione. Si possono perseguitare solo i persecutori. Uno deve dimostrare di avere per avversario un persecutore se vuole soddisfare il proprio desiderio di persecuzione.

Da ciò deriva il fatto che chiunque aspiri a perseguitare qualcun@ debba necessariamente provare che quel qualcun@ sia pessimo. Più giù troverete definiti quelli che, secondo Girard, sono gli stereotipi della persecuzione. Tra questi ne trovate uno che parla di credenze, l’accusa rivolta a qualcuno costituisce di per se’ un fatto per il quale non è neppure necessario stabilire una prova.

Ci sono casi in cui quella credenza si realizza sulla base di antipatie, risentimenti, paranoie e convinzioni personali ed altre in cui si usano le righe proposte o tratte dalla cronaca che sembrerebbero semplicemente indicare l’oggetto adatto alla futura persecuzione. Per aver ragione della propria necessità persecutoria poi, di solito, si esige un pubblico o comunque un branco, movimento, comitato, gruppo, partito, che viene appositamente galvanizzato affinché la ragione di quella persecuzione appaia ancora più plausibile.

Persecuzione, sia ben inteso, non è critica e non è neppure “opinione”, ma è l’attitudine scomposta, insistente, ingiuriosa, infamante, molesta di trarre consenso dalla persecuzione ai danni di qualcun@ perché trasgredisce la norma, qualunque essa sia. E dunque c’è chi pensa sia opportuno perseguitare la ex moglie o chi ritiene di perseguitare l’ex fidanzato, poi c’è, ancora, quella persona che ha pubblicato una immagine, ha reso una intervista, ha scritto un articolo che non capisci, perché non corrisponde le tue convizioni, e dunque da lì parte un attacco sistematico che non smette mai perché, come dice Girard: “Il non vedere l’altro come portatore di un sistema differente ma anormale non permette di poterlo distinguere come differente dal proprio sistema, ciò mette in crisi il sistema stesso perché non sa più come differenziarsi e rischia di cessare come sistema. Così le persecuzioni servono a chi le mette in atto anche solo verbalmente a riposizionarsi come gruppo minacciato dalla crisi identitaria del suo sistema che non sa più come differenziarsi dalle altre differenze.

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#Firenze: dopo lo sgombero le donne occupano un altro spazio!

http://www.inventati.org/cortocircuito/wp-content/uploads/2014/06/10421986_605064382934659_2214058206540323658_n.jpg

Donne e bambini sgomberati a Firenze giovedì occupano un altro spazio. Ecco la comunicazione del Movimento di Lotta per la Casa:

Stamattina nuova occupazione delle ormai ex occupanti di via Pier Capponi, dopo lo sgombero di giovedì scorso, di seguito il comunicato del Movimento di Lotta per la casa:

Le donne sgomberate giovedì hanno occupato stamattina un albergo sfitto dal 1999 in via bardazzi n.4, angolo con via baracca in zona novoli.

Piu di cento occupanti e famiglie sfrattate a sostenerle in presidio. Se le istituzioni non hanno niente di meglio da offrire che strutture umilianti e disciplinari, sta a noi riprenderci un pezzo della ricchezza sociale di cui siamo espropriati…

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#Firenze. Sgombero all’occupazione delle donne

altDalle 9 di questa mattina reparti di polizia hanno bloccato via Pier Capponi per sgomberare tredici donne e 8 bambini. Si tratta di un’occupazione del Movimento di lotta per la casa nata dopo il 19 ottobre dove un gruppo di donne ha lasciato le strutture del comune per costruire la propria soluzione all’emergenza abitativa. Ora il neo eletto sindaco Nardella, decide di sgomberare la palazzina occupata recependo con solerzia le indicazioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza che già aveva richiesto di liberare l’immobile.

Ecco la cronaca di oggi dal presidio che ha resistito allo sgombero

9.00 La polizia entra in via Pier Capponi 51. Tre occupanti resistono sul tetto

10.00 cresce il presidio di solidali nei pressi di via Pier Capponi

10.30 arrivano anche i pompieri

11.30 Un centinaio di solidali si muovono in corteo per Campo di Marte per comunicare lo sgombero al quartiere

12.00 Il corteo torna sotto l’occupazione di via Pier Capponi

14.00 Vengono portati via mobili e vestiti mentre tre occupanti ancora resistono dalle 9 sul tetto.
16.00 Dopo 7 ore di resistenza scendono dal tetto le tre occupanti. Ma non finisce qua!

Comunicato del Movimento di lotta per la casa

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