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Le dimissioni della #Idem e la teoria del complotto

Da Abbatto i Muri:

E’ donna, dicono alcune, e dunque ce l’hanno con lei per questo. Perché ha fatto un sacco di cose da donna, ha pensato da donna e ha agito da donna. Dunque sarebbe stata incastrata e dimissionata in quanto donna. Un femminicidio istituzionale, così lo si potrebbe definire. Perché se una donna che riveste una alta carica rappresentativa dello Stato viene screditata trovando, forse, un neo che riguarda questioni d’edilizia c’entra la donna, quel che stava facendo in senso istituzionale e non il fatto che, se proprio vogliamo credere alla teoria di complottiste che stanno delirando in giro per il web (un po’ di senso della misura non guasterebbe…), eventualmente si volesse screditare il partito o il governo di cui faceva parte.

Forse non è chiaro alle ragazze, quelle che finché c’era la Idem il governo andava bene e ora invece è brutto, quelle che gridano all’attentato per le dimissioni della Idem, che quel che si sta verificando sulla scena politica italiana avviene in un clima da guerra fredda in cui da un lato i capi discutono e fanno comunella insieme e dall’altro non mancano i colpi bassi, reciproci, per ottenere maggiore potere contrattuale nella gestione della cosa pubblica e nel recupero di consenso mediatico/politico per poteri e partiti.

C’è un governo fatto da gente che ha il capo di partito sotto processo ed è da un tot di anni che il clima politico italiano è avvelenato e imbarbarito alla ricerca di scandali e magagne per estromettere gli uni e gli altri dalla scena politica. Voi forse non lo ricordate ma questo metodo viene messo in atto a partire da un po’ prima di mani pulite con inchieste varie grazie alle quali c’è chi ha massacrato intere correnti della Dc, e lo dico in termini oggettivi e non perché la Dc, qualunque fosse la sua corrente, mi fosse simpatica.

La bilancia degli equilibri politici si fa scovando merda sul tuo conto e mettendola in piazza mettendo tutto sul piano dell’etica e della morale. E c’è da chiedersi chi ha favorito questo clima di linciaggio mediatico che è clima anche culturale con la ricerca del dettaglio, un minimo forcaiola, perché bisogna seguire l’idea dei senza macchia e senza paura per fare politica. Chiunque ne sia vittima, se di vittima si sta parlando, prescinde da sesso, genere, da qualunque cosa stia realizzando.

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Posted in Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici.


Undercover police abuses: le attiviste usate da quei poliziotti infiltrati!

Da Abbatto i Muri:

Dalla mailing list di FaS, Krifi scrive di una situazione di abusi che riguarda alcune donne (attualmente si sa di otto) usate come tramite per accedere a contesti precisi da parte di poliziotti infiltrati che spiavano varie forme di attivismo. A proposito di uso e abuso dei corpi delle donne come oggetto e mezzo di controllo, sorveglianza e repressione della società e dei luoghi di dissenso. L’invito è a occuparsene e dare supporto alla loro azione di denuncia che esige che si smetta con questa pratica immorale. Chiunque abbia voglia di divulgare, tradurre, contenuti c’è un apposito sito per la campagna di supporto. Intanto ecco cosa scrive Krifi:

Pochi anni fa un’attivista inglese scoprì che l’uomo che da sei anni era il suo compagno in realtà era un poliziotto infiltrato (Mark Kennedy), attivo non solo in Inghilterra, ma anche in moltissimi altri paesi, Italia compresa, fino alla sua scoperta. In seguito è stato possibile individuare tutta una serie di infiltrati che non avevano avuto remora alcuna a intessere relazioni affettive e sessuali con diverse attiviste inglesi, dei quali alcuni hanno anche avuto figli con loro.

Fra l’altro, i personaggi in questione non avevano nemmeno avuto remore a usare i nominativi di bambini morti per le loro identità fittizie.

Oltre agli attivisti e alle attiviste impegnati da allora nella ricostruzione dei percorsi dei vari personaggi individuati e nella durissima elaborazione degli abusi, anche il quotidiano inglese “Guardian” ha fatto la sua parte. Alla vigilia della pubblicazione di un libro del Guardian e nel quadro delle iniziative legali delle otto donne più gravemente colpite [leggi qui, qui, qui], segnalo, fra i tanti documenti ormai a disposizione, gli articoli pubblicati nel corso di questi anni in questo blog (in inglese) per farsi un’idea e il più recente articolo del blog delle donne colpite che fa riferimento a un documentario andato in onda ieri su Channel 4 a quanto pare di nuovo in programma venerdì 27 giugno.

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Performa il tuo genere

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da VaviRaiot:

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