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Jasmine, attivista/sexworker punita dallo Stato, uccisa dal suo ex

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Da Abbatto i Muri:

Pia Covre ne dà notizia nel gruppo del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute: “E’ caduta una stella, Jasmine attivista svedese che ha lottato contro l’ingiustizia dello Stato, è stata assassinata, un brutale femminicidio.

Scrivono sulla pagina della Rosa Alliance – una organizzazione di sex/erotic workers in Svezia – quel che è avvenuto.

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Le trans vittime di violenza per le quali nessun@ si dispera

stopgenderviolenceDa Abbatto i Muri:

Quando si parla di sex workers si dimentica che molte transessuali fanno quel mestiere e sono vittime di violenze. Sono persone perennemente ignorate come d’altronde, spesso, anche altre sex workers. Il fatto che in Italia si sia delineato un copione che parla di violenze in maniera escludente considerando le vittime in senso biologico, le femmine, meglio se madri, significa che quelle transessuali violentate, ferite, morte ammazzate per questioni di genere, vengono rimosse, fatte fuori dal conteggio delle vittime, perché su di esse non puoi infarcire storielle fatte di cliché stereotipati, la madre di famiglia uccisa da uno che non la rispetta in quanto madre, in quanto donna, in quanto che non considererebbe il lavoro di cura di cui lei si fa portatrice.

Le transessuali sex workers sono escluse dal dibattito due volte: in quanto vittime di violenza e in quanto trans. Come se il loro non fosse lavoro (di cura), come se non fossero neppure donne, come se la donnità risultasse essere artifizio connaturato in termini biologici invece che costrutto culturale di genere per quel che in effetti è. Come se non fossero più spesso migranti, costrette a vivere in clandestinità, in una dimensione personale, lavorativa, affettiva nascosta agli occhi del mondo perché in Italia è reato essere clandestine (molte tra loro finiscono dentro i Cie), stigmatizzata e criminalizzata la prostituzione e poi c’è lo stigma della colpa implicito nella transessualità.

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“La scuola di Venere” il manuale sessuale dell’Inghilterra del XVII secolo

Da Intersezioni a cura di Serbilla:

Se una costante della maggiore letteratura medioevale e moderna è stata la misoginia, non mancano testimonianze positive del desiderio femminile (benché etero), riportato in testi che circolavano in Europa tradotti in più lingue.
Uno di questi è l’innovativo “L’escole des filles ou La philosophie des dames : divisée en deux dialogues”, tradotto in inglese con il titolo “La scuola di Venere”. In esso si fa descrizione delle parti anatomiche delle donne, dei benefici di una vita sessuale variegata e della relazione tra libertà sessuale e politica.
L’articolo che segue è una traduzione dallo spagnolo, buona lettura!

“La scuola di Venere” il manuale sessuale dell’Inghilterra del XVII secolo

L’Inghilterra del XVII secolo non era tanto puritana come si potrebbe pensare: manuali di questo tipo circolarono nelle librerie pubbliche e convissero con messali e sermonari, per gli amanti avventurosi.

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