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#Spagna: repressione di Stato contro femministe e lesbiche

Da Abbatto i Muri:

Mentre in Argentina seguono un itinerario diverso rispetto alla nostra legge sulla procreazione medicalmente assistita, per cui puoi fruire del trattamento non solo quando sei in coppia etero e il seme è del tuo compagno ma qualunque sia il tuo orientamento sessuale e il tuo stato civile, in Spagna vanno nella direzione decisamente opposta. La proposta del governo di centro destra è quella di vietare la pma a single e lesbiche, un po’ come per la nostra legge 40, dunque tante donne di collettivi femministi e lesbici e persone a supporto che rivendicano una decisione laica sono scese in Piazza.

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Rivendicare il diritto (violato) al dissenso e all’autodeterminazione!

Da Abbatto i Muri:

Lo sentite voi il silenzio da parte di certi movimentismi femminili sulla repressione, le legnate in piazza, gli arresti e le denunce a chi osa dissentire pubblicamente? E’ fragoroso. E si trattasse solo di questo direi che ci siamo abituati/e. Invece il punto è che qualcun@ passa in privato per dirti che bisognerebbe anzi rivedere certe posizioni.

Mi hanno detto che parlare di repressione sociale non sarebbe in linea con il femminismo e le questioni di donne.

Una delle argomentazioni è che il femminismo sarebbe “non violento” perché “noi donne” non dovremmo andare in piazza e bla bla bla… siamo diverse, siamo migliori, siamo angeli, siamo creatrici, …madri… in definitiva buone per stare a casa e fare le mamme e le mogli. Ovvero: (lo dicono senza dirlo) se esci e fai una cosa che non è abbastanza da femmina alla fine, diciamo, che un po’ te la sei cercata, no?

Generalizzazioni, stereotipi sessisti, cliché preconfezionati che infine sono identici a quelli che vengono diffusi da paternalisti e maschilisti. Non fosse bastato Dio è Violent della Muraro a stabilire a che punto stiamo con le lotte sociali e dove stia la violenza reale direi che bisogna ragionare di pratiche di lotta e femminismi.

Per quel che mi riguarda le pratiche sono legittime purché scelte in accordo tra le persone che partecipano una iniziativa, purché avvengano nel rispetto delle autodeterminazioni espresse dai soggetti presenti nel territori, purché chiunque sia informat@ sulle eventuali conseguenze. Perché è necessario che vi sia rispetto per l’autodeterminazione sempre, a partire dal fatto che chiunque deve sapere se vorrà scegliere o no di partecipare a quella pratica di lotta e quella iniziativa. E in questo non ci sono moralismi legalitari, giacché la legge la fa chi governa e la misura sulle proprie necessità e non sulle tue. C’è proprio il fatto che discutere di pratiche implica una capacità di ragionamento che prescinde dai moralismi, in ultimo, quello che arriva spesso da certe donne che da anni leggo mentre scrivono che “tutte le donne” sarebbero “naturalmente” e “istintivamente” votate a portare fiori, sbaciucchiare militari, contemplare una idea di mondo in cui il tutore merita rispetto e dunque saremo con lui schierate sempre perché infine natura e istinto ci dicono che bisognerebbe perseguire una sorta di generico ordine sociale deciso da un padre padrone economico e sovranazionale e che se facciamo le brave ci elargisce ogni tanto perfino un tot di diritti civili.

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#NoTav: Su quei sentieri c’eravamo tutti/e! Solidarietà a Marta

donnenotav

Dalle Sguardi Sui Generis:

Venerdì 19 luglio centinaia di No Tav sono tornati a percorrere i sentieri della val Clarea, per contestare un cantiere-fortino emblema della devastazione e della speculazione che la grande opera del Tav porta con sé.
L’odore acre dei lacrimogeni che rendono l’aria irrespirabile e vengono sparati con la chiara intenzione di colpire chi percorre i sentieri è stato spesso sperimentato – in particolare durante questi ultimi anni di lotta No Tav – ma durante l’ultima passeggiata notturna chi difende gli interessi del Tav ed anche chi si schiera per proteggerli ha deciso di andare oltre i già vergognosi e gravi atteggiamenti tenuti dalle forze dell’ordine nel corso di questi anni.
Sono partite cariche a freddo – e di una violenza inaudita – contro chi quella sera affollava la strada di Giaglione; nella fuga sui sentieri 9 persone sono state fermate dalla polizia e sottoposte ad infami accanimenti tra manganellate ed insulti mentre si trovavano già immobilizzate a terra.

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