Da Abbatto i Muri:
Lo sentite voi il silenzio da parte di certi movimentismi femminili sulla repressione, le legnate in piazza, gli arresti e le denunce a chi osa dissentire pubblicamente? E’ fragoroso. E si trattasse solo di questo direi che ci siamo abituati/e. Invece il punto è che qualcun@ passa in privato per dirti che bisognerebbe anzi rivedere certe posizioni.
Mi hanno detto che parlare di repressione sociale non sarebbe in linea con il femminismo e le questioni di donne.
Una delle argomentazioni è che il femminismo sarebbe “non violento” perché “noi donne” non dovremmo andare in piazza e bla bla bla… siamo diverse, siamo migliori, siamo angeli, siamo creatrici, …madri… in definitiva buone per stare a casa e fare le mamme e le mogli. Ovvero: (lo dicono senza dirlo) se esci e fai una cosa che non è abbastanza da femmina alla fine, diciamo, che un po’ te la sei cercata, no?
Generalizzazioni, stereotipi sessisti, cliché preconfezionati che infine sono identici a quelli che vengono diffusi da paternalisti e maschilisti. Non fosse bastato Dio è Violent della Muraro a stabilire a che punto stiamo con le lotte sociali e dove stia la violenza reale direi che bisogna ragionare di pratiche di lotta e femminismi.
Per quel che mi riguarda le pratiche sono legittime purché scelte in accordo tra le persone che partecipano una iniziativa, purché avvengano nel rispetto delle autodeterminazioni espresse dai soggetti presenti nel territori, purché chiunque sia informat@ sulle eventuali conseguenze. Perché è necessario che vi sia rispetto per l’autodeterminazione sempre, a partire dal fatto che chiunque deve sapere se vorrà scegliere o no di partecipare a quella pratica di lotta e quella iniziativa. E in questo non ci sono moralismi legalitari, giacché la legge la fa chi governa e la misura sulle proprie necessità e non sulle tue. C’è proprio il fatto che discutere di pratiche implica una capacità di ragionamento che prescinde dai moralismi, in ultimo, quello che arriva spesso da certe donne che da anni leggo mentre scrivono che “tutte le donne” sarebbero “naturalmente” e “istintivamente” votate a portare fiori, sbaciucchiare militari, contemplare una idea di mondo in cui il tutore merita rispetto e dunque saremo con lui schierate sempre perché infine natura e istinto ci dicono che bisognerebbe perseguire una sorta di generico ordine sociale deciso da un padre padrone economico e sovranazionale e che se facciamo le brave ci elargisce ogni tanto perfino un tot di diritti civili.
Continued…