Skip to content


Io non mi lascio rappresentare come una bambola appesa al muro!

10297631_562473530528161_7885543629923786297_n

Da Abbatto i Muri:

Ancora penso alla faccenda delle bambole appese a un muro, con il consenso di alcune femministe del luogo, nella Milano da bere, dove si sfila con gli abiti firmati, dove si realizza una riproposizione netta di stereotipi sessisti in quella che vorrebbe essere una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

Perché mi fa così tanto male, chiedo a me stessa? Perché non riesco più a tollerare questo abuso, uso, questa speculazione selvaggia di quel che riguarda le vittime di violenza? Perché imploro che non si faccia business sul mio dolore, sul mio sangue, sulla vita e morte di tante donne? Perché ho la netta sensazione che queste “femministe” e altra gente sparsa, che oggi fa i braccialetti antiviolenza e domani grazie al brand #femminicidio ti vende un paio di mutande, non abbiano capito niente a proposito della violenza sulle donne?

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Autodeterminazione, Corpi/Poteri, Critica femminista, Omicidi sociali, R-esistenze.


#Femminicidio come brand: l’industria della moda ci prova!

10297631_562473530528161_7885543629923786297_n

Da Abbatto i Muri:

Stavolta è il turno del mondo della moda milanese. Che fanno di bello? Rappresentano un’industria. E cosa fa un’industria? Vuole vendere. Ecco: quello che vedete è il capitale che fagocita i contenuti del brand femminicidio, perché le donne/vittime servono al capitalismo.

Il muro delle bambole, con dichiarazione apocalittica siglata dalle grandi firme della moda (e non solo), restituisce in pieno il senso di quel che già in altre occasioni abbiamo visto.

Ma dato che il mondo della moda espone significati e lotte che includono anche il mio sangue allora ecco due cose da dire a costoro.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Autodeterminazione, Corpi/Poteri, Critica femminista, R-esistenze.


Così funziona la “sicurezza” per le donne della mia città

10157225_1428205294095200_4252737730232540128_n

Da Abbatto i Muri:

Tornando dal lavoro passavo sempre da una strada che era piena di luci e gente, piccoli bar aperti fino a tarda notte e musica che arrivava dai locali. Non mi ha mai sfiorato l’idea di aver paura, ero al sicuro, tra facce spesso anche conosciute e rumori che colmavano il silenzio. Poi arrivò l’ordinanza dell’assessore che si occupa del decoro urbano. Disse che per la strada non doveva esserci anima viva, niente musica, niente rumori, niente persone che bevevano sui marciapiedi, niente bar aperti fino a tardi, niente di niente. La strada diventò un mortorio e poi iniziò la campagna del terrore sui ladri immigrati, gli stranieri stupratori, voci che arrivavano attraverso le cronache perché io che continuavo a percorrere quel tratto non ho mai visto niente. In poco tempo installarono diverse telecamere, dissero che era necessario soprattutto per la tutela delle donne, raccontarono che il problema erano i tossici e gli immigrati che insistevano a voler restare a bere una birra sugli scalini della piazzetta.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Autodeterminazione, Corpi/Poteri, Critica femminista, Narrazioni ultimate, R-esistenze, Storie Precarie.