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#NoTav: se si denunciano le voci a sostegno della lotta (denunciateci tutti!)

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La gente che lotta contro la realizzazione del tratto Tav Torino-Lione viene criminalizzata, arrestata, perquisita, fermata [1] [2] [3] [4] [5], eppure in Italia c’è ancora chi non si rassegna e non si unisce alla narrazione “tossica” e dominante che vorrebbe la totale delegittimazione di quel movimento.

Erri De Luca interviene sulle azioni repressive contro i #NoTav e a sostegno delle loro lotte, così viene annunciata una denuncia a suo carico.

Dopo le accuse di “terrorismo“, le spinte affinché sia dichiarato fuorilegge un intero movimento, aprendo la strada a possibili accuse di associazione a fini eversivi nei confronti di chi lo supporta, arriviamo al momento in cui non ci si può neppure più esprimere a favore dei #NoTav.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, NoTav, Omicidi sociali, R-esistenze.


Della “brasiliana” redenta che non volle abortire…

480231_334784236592841_1751263082_nDa Abbatto i Muri:

A proposito della maniera in cui i media parlano dell’ultimo delitto, il #55esimo nella lista dei femminicidi italiani, Gennaro Carotenuto scrive:

“Se fosse stata francese o tedesca o bresciana la povera Marilia non sarebbe stata etichettata come «la tedesca» o «la bresciana». Sarebbe stata «la cittadina tedesca» oppure sarebbe stata «la ragazza francese». Oppure «la donna inglese» , o «la signora svizzera», spesso definendone lo status sociale, in modo più sbrigativo per «donna», più deferente per «signora». Invece basta fare una piccola ricerca per prendere atto che, per la maggior parte dei giornali, Marilia è solo «la brasiliana» (ma poteva anche essere «la siciliana» o «la napoletana») con un senso tra il lascivo e il razzista che si coglie dall’ellissi dell’identità che i media si sentono liberi di fare quando non si sentono liberi di dare per scontato un passato scomodo (o meglio facile) per la vittima.

(…) Veniva da Uberlândia Marilia, città di poco meno di un milione di abitanti nello stato di Minas Gerais. Questo è uno dei grandi stati industriali della potenza brasiliana, una specie di Lombardia (…).

Continued…

Posted in Comunicazione, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio.


Come i panda

femm57Dalle Dumbles:

Ma davvero vogliamo essere una specie protetta?
Va bene che per farci calare nel ruolo certe pubblicità progresso per sensibilizzare l’opinione pubblica contro la violenza rappresentano spesso la donna con l’occhio nero…. Però, dopo che abbiamo capito urbi et orbi che il problema esiste, -che perfino il papa,  se gli scrivi che sei stata stuprata ti solidarizza-; che  la violenza, e le molestie ed il sessismo ecc. ecc. non si dovrebbero fare…. che fàmo?
Auspichiamo che ci sia creato un mondo a parte, off limits ai malintenzionati, con targhetta sulla porta for “damen” come nei cessi e come hanno pensato di fare su certi convogli delle ferrovie tedesche ed austriache?
Sarebbe piacevole sì, essere indisturbate, e non solo in viaggio; sempre, possibilmente.
Perciò non è il vagone rosa che deve essere creato, è tutto il resto del treno che deve darsi una sistemata.
Non ci è mai piaciuta questa politica ruffiana di parcheggi, vagoni, o seggi… insomma di piccoli mondi a parte.
Che poi si sa, le specie protette sono deboli, fragili e soprattutto hanno bisogno di protettori; insomma, niente da fare, questo treno corre sempre sugli stessi binari del patriarcato.

Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze, Sessismo.