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Il cunnilingus risolve la depressione

1175648_645162552169349_1208181353_nDa Abbatto i Muri:

Di chi lo fa e di chi lo riceve.

Alcune serie considerazioni sull’utilità di un cunnilingua.

Innanzitutto ti mette subito a tuo agio. Tu arrivi, l’ospite mostra di apprezzarti nell’intimità, sapere che non gli fanno schifo i tuoi liquidi è un grande incentivo di rilassatezza, inoltre si può dire che l’esercizio muscolare necessario per praticarlo sia ringiovanente per il viso, contribuisce ad un rigonfiamento delle labbra meglio che se gli facessi tre iniezioni di botulino, aiuta senza dubbio la digestione e quando vedi gli effetti che un cunnilingus ha su quella donna non puoi che dire “wow” e restare lì a contemplare la potenza di cotanto godimento.

Il cunnilingus può eventualmente distrarre anche il nemico o la nemica. Metti che lei è un minimo tesa, ha un sacco da ridire e non venite a capo del fattore di conflitto del momento. Allora prendi e le dimostri che l’arcobaleno non è una illusione, che esiste una costellazione pure sul soffitto e infine puoi riprendere la discussione con la garanzia che sarà assai più soave.

E’ rilassante, naturale, strabiliante, e gli effetti benefici sono alquanto duraturi. Suggerisco una volta al dì per quell* che hanno voglia di tenersi in allenamento. Altrimenti va bene anche qualche volta a settimana e se dovesse succedere che il mondo va al rovescio e non avete partner che possano praticarlo io dico che se riuscite a beccare una bella relazione occasionale dovreste come minimo assicurarvi che ci sia disponibilità a tale prestazione. Se non mi lecchi non mi becchi, questo potrebbe essere il motto. O altrimenti fate voi.

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Posted in R-esistenze, Satira, Sensi.


#PinkWashing: La lotta al #femminicidio usata per legittimare il #G6

da Abbatto i Muri:

Leggo che il ministro Alfano presiede da ieri la riunione dei ministri dell’Interno dei Paesi del G6 in programma a Roma.

Partecipano i sei piu’ grandi Stati membri dell’Unione Europea: Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Polonia, nonche’ gli Stati Uniti d’America e la Commissione europea.

Dice il lancio d’agenzia che: “Il Forum del G6 si propone di intensificare gli sforzi dei principali Paesi dell’Unione europea allo scopo di accelerare la ricerca di soluzioni condivise per i lavori comunitari nelle materie che costituiscono i grandi filoni del dibattito internazionale.

E quali sono i filoni del dibattito internazionale che interessano l’Europa?

Lotta al terrorismo, immigrazione, lotta alla criminalita’ organizzata, cyber crime.

Che tradotto in linguaggio comprensibile significa anche: Fortezza Europa, leggi contro gli immigrati, lager europei dove vengono rinchiusi i migranti senza permesso di soggiorno. Quando si parla di cyber crime si intende, secondo le politiche che vengono sollecitate presso la comunità europea, leggi repressive contro software di condivisione e a tutela di marchi, copyright. Unito alla lotta al terrorismo questo significa morte della privacy, repressione, sorveglianza e controllo sulle idee, e tante altre cose simpatiche che vedono un dispendio di risorse pubbliche in direzioni che vengono spacciate come necessarie alla sicurezza del popolo ma che in realtà offrono garanzie a grandi monopoli e imprese.

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, R-esistenze.


Io non vado a #Paestum

Io non vado a #Paestum. Non sono andata lo scorso anno e non mi sento particolarmente interessata neppure adesso. Non mi sento coinvolta. Non registro particolare mosse di condivisione. Non potrei neppure permettermelo perché è passato il tempo in cui partecipo ai grandi raduni in cui hai 5 minuti per esporre delle idee che quando le butti lì sul web ci sputano tutte sopra.

Non vado a Paestum perché non c’è alcuna relazione, perché il linguaggio utilizzato sembra ancora tanto accademico, perché ci sono le solite facce giovani che mascherano il fatto che si tratta di una cosa vecchia, con vecchie teorie, perdipiù riaccreditate da un presunto innovativo risveglio di coscienze. Noi lo sappiamo perché da anni siamo in giro per assemblee e non c’è davvero nulla di nuovo. Se vuoi del nuovo devi leggere materiale che arriva da altre nazioni, tradurre cose che in Italia passano di mano in mano e di blog in blog grazie alla generosità e alla pazienza di poche, riconoscere influenze ribelli, queer, che vanno oltre la donnità che è l’elemento chiave per raduni in cui ancora si discute se ammettere gli uomini oppure no.

Non vado a Paestum perché il confine tra chi può permettersi un alloggio ben pagato e quello di chi può accedere al posto sacco a pelo “spartano” non è segnato neppure da una parola che ragiona di conflitto di classe, di un confine che non è fatto solo di soldi, di donazioni generose di donne borghesi che aiuterebbero le “giovani” a sistemarsi meglio, della totale inconsapevolezza del fatto che esistono tante donne adulte e precarie che intendono denunciare la condizione in cui si trovano a partire dal fatto che non c’è gratuità della politica, bisogna pagare la sala per parlarsi, guardare il solito marketing di parte, la solita libreria che fa banchino con donne annoiatissime che stanno lì per ore con la speranza di guadagnare quel 2 o 3% che può venire fuori dalla vendita di un libro, ancora non si riesce a immaginare un momento in cui si accorciano le distanze, i video, lo streaming.

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Posted in Critica femminista, Pensatoio, Personale/Politico.