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Chi e perchè?

noisiamoqui298Dalle Dumbles:

Chi e perchè ha ucciso Silvia, ieri, mentre faceva jogging, ancora nessuno lo sa eppure il Messaggero Veneteo nell’edizione on line di ieri ha da subito titolato: Femminicidio a Udine.
E’ stata uccisa una donna perciò adesso la definizione che si usa, con un non giustificato automatismo,  è quella.
Non stiamo certo a fare le pulci sulle parole usate intorno alla morte di una ragazza di 28 anni, ma proprio perchè abbiamo a cuore la vita, e -purtroppo- la morte di ognuna, non ci piace nulla di ciò che sa di approssimazione, di superficialità, di termini usati perchè fanno “tendenza”.

Ci sembra che il termine “femminicidio” usato a prescindere, come contenitore di ogni delitto, in realtà non rende giustizia alle donne che di questo sono morte veramente, cioè in quanto donne e per mano di uomini o persone che le hanno negate nella loro autodeterminazione di genere.
Di Silvia non sappiamo niente salvo i ritratti che, come sempre in questi casi ne fanno gli altri ed i suoi prossimi traguardi professionali negati da una morte così atroce ed assurda; eppure, intorno alla sua ed alla morte di tante altre, si leva sempre il coro della sociocultua a rimettere in ordine l’universo dove le donne stanno e devono stare.
Di lei si dice, dice il candidato sindaco della lista alla quale anche lei aveva partecipato ”…una ragazza acqua e sapone, come oggi purtroppo se ne trovano sempre meno…”; ma che bisogno c’è di mettere in risalto le qualità di una, con un confronto negativo che demolisce tutte le altre?
Perchè?

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista.


Su depressione, sperma e sesso orale – Parte I: la ricerca

da Intersezioni:

Avrei voluto intitolare questo post: “Donne, la depressione si può curare facendo sesso orale: fatevela leccare!”, sarebbe stato di impatto, ma dato che la depressione è un disturbo serio nessuno è autorizzat@ a scrivere stupidaggini in merito.

Solo un@ specialista (medic@ di medicina generale, psicolog@ o psichiatra) può diagnosticare il disturbo depressivo e aiutarvi a guarire con il metodo a voi più congeniale, metodo che nulla ha a che vedere con l’ingestione di sperma. Non solo fare pompini non fa guarire dalla depressione, ma farli senza protezione ci espone al rischio di contrarre ogni tipo di malattia sessualmente trasmissibile. Oltre a continuare ad essere depresse rischiamo seriamente di contrarre AIDS, HpV, Erpes, epatiti e altre malattie non mortali, ma che ci costringono a lunghe cure mediche (le quali, piuttosto, favoriscono il calo d’umore).
Comunque farvela leccare non vi deprimerà, se vi dovesse deprimere provate a spiegare come vi piace, se proprio non funziona potete sempre cambiare lingua. Un post divertente e intelligente sulle proprietà rallegranti del cunnilinguo è già stato scritto qui.

Questo post nasce per fare chiarezza sulle tesi riguardanti le  proprietà antidepressive del pompino con ingoio – di questo si tratta – portate avanti da questo articolo (opportunisticamente linkato e fatto rimblazare da quanti non riescono ad ottenere questa pratica da mogli e compagne). Il pezzo blatera di depressione e sperma, ossia di me, voi, noi che guariamo dalla depressione spremendo cazzi con la bocca, pura disinformazione medica di stampo goliardo-maschilista.

L’articolo che rimbalza qui e lì, ma vedremo nel prossimo post che si tratta solo dell’ultimo di una lunga serie di articoli che hanno funzionato da telefono senza fili, fa riferimento a una ricerca condotta nell’aprile del 2001 da una ricercatrice e due ricercatori della State University di New York, sita in Albany, N.Y., intitolata “Lo sperma ha proprietà antidepressive?”, recuperabile in pdf qui, pubblicata sulla rivista di sessuologia Archives of Sexual Behavior nel 2002. Ad esso sono giunta tramite questa chiave di ricerca su google: “State university New York+sperm and depressive disorder”, di non difficile combinazione.

Continued…

Posted in Critica femminista, fasintranslation, Sessismo.

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Il femminismo della differenza e il corpo madrificato

da Abbatto i Muri:

Senza differenze sessuali l’umanità non ha futuro” – così titolava una intervista a Luce Irigaray, teorica del femminismo della differenza, che dalle pagine de Il Giornale si scaglia contro chi, secondo quanto emerge dal quotidiano, “vuole annullare identità maschile e femminile“. Così torniamo a parlare della proposta della Seibezzi, che a dire la verità non è nulla di nuovo. Sembra una di quelle proposte lanciate per stimolare critiche e così passare da rivoluzionari usando la questione dei diritti lgbt per legittimare governi, o politiche amministrative, di cui, ad onore del vero non so nulla. Ma leggo del “genitore e chi ne fa le veci” sul libretto delle giustificazioni da tutta una vita e dunque non capisco dove stia la novità. Infine la Seibezzi, e menomale perché la sua proposta altrimenti sembrava un forte regresso invece che un progresso, ha ben specificato che non ci sarà alcuna numerazione. Dunque si parlerà di “genitore” e basta. Ma tutti i teorici della differenza, uomini che credono che i ruoli di genere debbano essere assegnati in base a quel che noi saremmo per “natura” e femministe della differenza che pensano pressappoco la stessissima cosa, si sono espressi per dire che non è proprio possibile.

La biologia dovrebbe decidere chi siamo, cosa siamo, cosa faremo da grandi. Dunque papà è quello che porta il pane a casa e fa il falegname e la mamma sarà quella con l’aureola che sarà afflitta e beddamatresantissima in eterno per amor del figlio.

QUI c’è invece un uomo che ha decisamente chiarito come è impensabile oggi ritenere che un padre sia diverso da una mamma, con ruoli differenti, autoescludendosi e marginalizzandosi rispetto alle necessità dei figli e in varie occasioni su questo blog ho decostruito e sovvertito il ruolo materno che non può ritenersi rigidamente basato sulla enorme confusione che si fa tra sesso biologico e ruoli di genere che sono sempre assegnati per cultura.

Il corpo delle donne è oramai talmente madrificato che per le donne non si fa altro che ragionare in termini di gravidanze, spazi per donne incinte, leggi con aggravanti per chi nuoce alla gravida, norme che via via, sempre di più, anche in termini culturali educano a quel che deve essere una donna dal corpo madrificato.

Continued…

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