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Il sessismo e il moralismo del movimento pro/madri

da Abbatto i Muri:

E’ politicamente trasversale, interclassista e anche parecchio misto. Sono presenti paternalisti che soccorrono donne in pericolo e cultori/cultrici del ruolo della madre che in “natura” dovrebbe restare strettamente ancorata ai figli sempre e per sempre.

La condivisione del ruolo di cura dovrebbe avvenire soltanto alle loro condizioni, giammai da separate perché in quel caso sono solite pretendere che i figli restino in loro custodia e l’unica “cura” concessa agli altri genitori è quella del mantenimento.

Il maternage di ritorno in stile ventennio è quello che permea le discussioni affrante di tutta questa gente. Tra difficoltà reali, precarietà serie, il tentativo di trovare il modo di risolvere le violenze che talvolta subiscono, tutta la loro comunicazione è fatta per intercettare sensibilità che incrociano i gusti di quelle femministe (della differenza) che assegnano alla “natura” della madre il ruolo di cura per istinto (la condanna!) e di paternalisti che, appunto, per le stesse ragioni, distinguono i ruoli di uomini e donne sulla base del sesso biologico.

Le donne devono stare con i figli, anzi, per presentarla in modo che alle femministe piaccia di più si dice che sono i figli che dovrebbero restare con le madri, i figli hanno bisogno delle madri, i figli non possono vivere senza le madri, se queste sono in lotta contro i padri, perché si pensa, chissà per quale ragione, che ad una donna, soprattutto se femminista, dovrebbe piacere una lotta tutta improntata sulla generalizzata descrizione delle cattiverie e degli istinti demoniaci dell’uomo ché se non li salviamo noi donne, ‘sti figli, dalle loro pessime grinfie chi può farlo?

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Né con #Boldrini né con la #Rauti: chi vi dice che le donne vogliono restare sotto tutela?

IomisalvodasolaSoprattutto quando parlano più o meno lo stesso linguaggio e fanno promozione, assieme alla maggior parte delle donne del Pd, all’orrido decreto sicurezza impropriamente nominato sul femminicidio.

QUI la Boldrini. QUI la Rauti. QUI invece la ottima Elettra Deiana, a dimostrare che il conflitto (semmai è di classe e) non è davvero generazionale ma tra culture. QUI sull’appello “Non in mio nome” sottoscritto da tante donne.

La campagna #IoMiSalvoDaSola spiega come e perché il #DlFemminicidio sia orribile, in tutti i sensi.

Ho detto molte volte perché la Boldrini non mi rappresenta e certamente non mi rappresenta neppure la Rauti. Ma è un caso che l’una si autonomini a rappresentante di tutte le donne, imponendoci una morale che è la sua, e che l’altra sia consulente per la lotta alla violenza di genere al ministero dell’interno?

La linea che unisce questa corrente di pensiero donnesca non è forse quella di un pezzo di Snoq? Dove l’identità politica non conta, e non conta neppure la differenza di classe, perché siamo donne e dunque, invece che misurarci sulle pratiche e sugli obiettivi, che come si vede non riesce bene, il pensare-donna dovrebbe essere identico per tutte.

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#IoMiSalvoDaSola: campagna contro il #DlFemminicidio

IomisalvodasolaL’approvazione del Dl Femminicidio alla Camera, che non è piaciuta a tante, di fatto comporta la messa sotto tutela delle donne. Si rinsalda il patriarcato e vorrebbero farci credere che sorveglianti, controllori e tutori per noi siano una ottima cosa. Nel frattempo si realizza una campagna educativa che esorta l’uomo ad essere presente, d’aiuto, nostalgico di cavalierato, in costante posa di soccorso nei confronti delle donne, anche quando le donne non hanno bisogno di essere salvate.

Lo spirito del decreto propone un modello che lede il nostro diritto all’autodeterminazione. L’irrevocabilità della querela ci dice molto: ci descrive come soggetti deboli, non in grado di intendere e volere, inaffidabili e dunque noi dovremmo essere salvate da noi stesse.

E’ importante che si smetta di insistere nella promozione di un modello di donna che sia in costante richiesta di assistenza, aiuto, soccorso, perché vogliamo avere spazio e modo di decidere quali sono le soluzioni che ci sono utili. Vorremmo avere la libertà di dichiararci contrarie ad ogni sorta di securitarismo, a questo schema repressivo, e poter contare su noi stesse, perché è questo che ci restituisce forza, sicurezza, autostima.

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