da Abbatto i Muri:
E’ politicamente trasversale, interclassista e anche parecchio misto. Sono presenti paternalisti che soccorrono donne in pericolo e cultori/cultrici del ruolo della madre che in “natura” dovrebbe restare strettamente ancorata ai figli sempre e per sempre.
La condivisione del ruolo di cura dovrebbe avvenire soltanto alle loro condizioni, giammai da separate perché in quel caso sono solite pretendere che i figli restino in loro custodia e l’unica “cura” concessa agli altri genitori è quella del mantenimento.
Il maternage di ritorno in stile ventennio è quello che permea le discussioni affrante di tutta questa gente. Tra difficoltà reali, precarietà serie, il tentativo di trovare il modo di risolvere le violenze che talvolta subiscono, tutta la loro comunicazione è fatta per intercettare sensibilità che incrociano i gusti di quelle femministe (della differenza) che assegnano alla “natura” della madre il ruolo di cura per istinto (la condanna!) e di paternalisti che, appunto, per le stesse ragioni, distinguono i ruoli di uomini e donne sulla base del sesso biologico.
Le donne devono stare con i figli, anzi, per presentarla in modo che alle femministe piaccia di più si dice che sono i figli che dovrebbero restare con le madri, i figli hanno bisogno delle madri, i figli non possono vivere senza le madri, se queste sono in lotta contro i padri, perché si pensa, chissà per quale ragione, che ad una donna, soprattutto se femminista, dovrebbe piacere una lotta tutta improntata sulla generalizzata descrizione delle cattiverie e degli istinti demoniaci dell’uomo ché se non li salviamo noi donne, ‘sti figli, dalle loro pessime grinfie chi può farlo?