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Per una genealogia dell’immaginario tentacolare. “Tentacle erotica. Orrore, seduzione, immaginari pornografici” di Marco Benoît Carbone

Da Incroci De-Generi:

Scritto a quattro mani con Elisa Fiorucci per TSYM Literary review

Benoît Carbone, Tentacle Erotica. Orrore, seduzione, immaginari pornografici, Mimesis, Milano-Udine, 2013 ISBN:978-88-5751-673-8. Prefazione di Massimo Fusillo

Partiamo da un tentativo di definizione. Benché il Tentacle Erotica – o Tentacle Rape, oppure ancora Tentacle Porn – non rappresenti un corpus unico e unidirezionale, esso fa riferimento ad uno strano tropo visuale che fa leva sul potenziale metaforico del polpo. E che, a partire dall’ultimo decennio, si intreccia ad una particolare declinazione dell’immaginario sessuale in cui entità dotate di tentacoli – che hanno nel polpo la matrice comune – intrecciano rapporti sessuali con personaggi umani, per lo più figure femminili di cui non sempre è certa la consensualità.[1]

Attraverso questa “cartografia dei movimenti dell’immaginario” legati alla figura retorica del polpo, Marco Benoît Carbone rende conto dell’ evoluzione del porno tentacolare in un’ottica transnazionale, fino alla sua configurazione nel panorama transmediale contemporaneo. La sua ricerca, dettagliata, meticolosa, complessa, restituisce al lettore la varietà di forme espressive attraverso cui si irradia il tentacle erotica, seguendo il continuum antropologico-estetico che dai primi shunga del Giappone del primo Ottocento, giunge fino alla ricomposizione di una matassa variegata di riferimenti, resa possibile da Internet, a cui si assegna finalmente un nome – comprovato dall’apparizione della sua definizione in strumenti come wikipedia.

Tale ricognizione segue ordinatamente tre direttrici principali: arte giapponese del periodo EDO; produzione letteraria, cinematografica e di manga che incrocia horror ed erotismo; proliferazione della pornografia sub-culturale grazie alla svolta digitale.[2]

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Negazionismo? C’è chi nega la storia dei migranti di oggi!

Da Abbatto i Muri:

Ricordo qualche tempo fa la faccia in prima pagina di una persona qualunque che aveva parlato della modalità autoritaria dello Stato di Israele nei confronti della Palestina. Non era un discorso negazionista ma spesso è accaduto che fare un ragionamento laico in cui riesci a vedere oltre la storia, valutando anche il presente, finisce per provocare discussioni infinite e qualche volta c’è anche chi ti dice che appoggiare la causa palestinese significherebbe essere antisemita.

In questa battaglia ideale che ha riguardato la sinistra si inseriscono alcune forze di estrema destra che per davvero hanno un pregiudizio nei confronti di Israele e più si fa rigida la difesa a oltranza del comportamento del governo israeliano mentre occupa centimetro dopo centimetro il territorio palestinese più, ovviamente, queste forze trovano naturalmente legittimità.

Quel che voglio dire è che la storia è anche un processo in divenire e a parte la pretesa degli storici di poter continuare a insistere nel volere accertare dettagli quello di cui ci sarebbe bisogno è la libertà, per tutti, di poter raccontare la storia senza insistere nel voler proporre una verità che a questo punto parrebbe essere di regime, regolandola a suon di leggi e pene detentive.

A scuola tutti impariamo che la shoah è esistita e nessuno si sogna di dire che non sia così. Non abbiamo dubbi circa il fatto che in quella guerra si sia potuto ordire qualcosa di così mostruoso, perché è avvenuto tante volte, e non soltanto nei confronti degli ebrei. A noi meridionali basti pensare ai campi in cui l’esercito imprigionò quelli che definivano i “briganti” per portare a termine l’annessione meglio conosciuta come l’unità d’Italia. Non abbiamo dubbi perché i campi sono stati una costante nella storia di altre guerre e l’orrore è sempre stato superato da altro orrore.

Il punto è che la storia è comunque in divenire e fissare una certezza storica oggi, in special modo se a volerlo fare con questo genere di leggi è un partito che oscilla dalla parte della destra filo/statunitense e israeliana, sembra quasi come un modo per voler ribadire la legittimità delle azioni del governo israeliano.

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#19O Porta Pia: “assemblea dell’assedio, ci vediamo alle 10h!”

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Comunicato della rete di Sollevazione Generale:

I numeri e la qualità della partecipazione alla giornata di mobilitazione del #19o mostrano, senza ombra di dubbio, che le strategie di panico messe in atto da questura e media mainstream nei giorni precedenti non hanno funzionato. Il messaggio del terrore non ha tenuto la gente a casa, né il comportamento di Trenitalia ha impedito che migliaia di persone giungessero da tutta Italia per portare il contributo e la voce delle lotte in corso. In corteo c’erano, e ci sono questa sera in piazza i protagonisti dei movimenti di lotta per la casa, con una composizione meticcia e metropolitana, i movimenti contro la devastazione dei territori da parte della speculazione, giovani studenti e/o precari che si auto-organizzano nelle lotte per la riappropriazione di reddito e di saperi.

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