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#31O #StopSfratti #Roma – Vi presento i “violenti”!

BX5wYYpCQAIzfO1.jpg-largeDa Abbatto i Muri:

Sara ha un bambino piccolo. Gli agenti sono arrivati e l’hanno messo fuori dalla porta assieme alla culla che lo custodiva. Ora il bambino vede un cielo strano, fatto di divise e manganelli. Sara piange e il piccolo non capirà mai perché.

Giovanni ha un brutto carattere ma fa l’aggiusta tutto. In casa occupata ha messo a posto infissi e idraulica. Poi siede sui gradini dell’edificio e arrotola un po’ di tabacco. Guarda anche lui il cielo e aspetta.

Michele è uno del movimento che va ad aiutare e va anche a imparare. Incontra quel ragazzo scampato alla morte lì nel mediterraneo e che per quanto sia precario non ha proprio voglia di mollare. Ché certe volte impari la resistenza proprio da chi non vuol saperne di lasciarsi andare.

Francesca si è trovata a fare occupazione perché sfrattata. La sua famiglia senza un soldo. Suo padre che voleva suicidarsi. Mamma senza lavoro. Fratellino piccolo.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Omicidi sociali, Precarietà, R-esistenze.


Il ritorno della mamma imperfetta

Da Sopravvivere Non Mi Basta:

Non so se ve ne siete accort@ ma è ritornata la “mamma imperfetta”, ovvero quello stereotipo maschilista con cui si spinge la donna a essere sempre più “conciliante”.

In questo periodo abbiamo sia un’intera serie tv, sit-com, mandato in onda dalla Rai che dice di voler combattere le immagini lesive della dignità della donna (per loro solo il mostrar la figa, il culo, le tette è lesivo) che un concorso indetto da una nota marca di merendine dedicato internamente a questa figura mitologica, tipo dea Kali, che invece di dedicarsi a ciò che le piace, le interessa, non fa altro che annullarsi nel cercare di lavorare, crescere i/le figl@, organizzare casa, preparare i pranzi e, l’ immancabile, curarsi (truccarsi, andare in palestra ed etc.) per attizzare il marito.

La mamma imperfetta è dunque uno stereotipo culturale col quale si cerca di dire alla donna: va bene, lo sappiamo che non ce la fai a fare tutto quello che ti abbiamo ordinato di fare, facendoti credere che era tuo compito, quindi ti comprendiamo e accettiamo le tue imperfezioni sostenendoti ad andare avanti, a mettercela tutta, perché l’importante è che tu non molli, altrimenti chi cazzo ci fa da ammortizzatore sociale?

La morale di questi spot o puntate-pillole è infatti una sola: la madre non può chiedere al proprio marito di contribuire nelle mansioni di cura della casa e dei/lle propr@ figl@, deve sobbarcarsi tutti gli oneri accontentandosi della medaglietta che la società le consegnerà per non aver fatto mai scomodare il consorte.

Lasciatemelo dire: che orrore!!! In questa donna annullata per la famiglia e il marito rivedo donne come mia madre che hanno trascorso la propria vita tra servizi, detersivi, pranzi e frustrazioni. Mia madre desiderava altro, lo ha finalmente ammesso un po’ di mesi fa, ma la sua vita è stata dettata da altri e lei si è ritrovata incastrata in un ruolo che ha accettato, assolto con zelo, forse anche amato in alcuni aspetti, ma che sicuramente non l’ha resa felice.

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Posted in Critica femminista, Pensatoio.

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Proposte per una rivolta trans

Da Intersezioni:

Mi capita piuttosto spesso vedere altre persone trans struggersi sognando di essere nate con un corpo coerente con la loro identità di genere. A me viene da pensare, invece, che se fossi nato maschio, sarei stato una donna trans. Non so, ho quest’impressione.

Non so se mi identifico senza genere o fuori dai generi, dal momento che in linea di massima mi arrabbio se, parlando di identità di genere, mi definiscono qualcosa di diverso dall’etichetta ‘uomo trans’, ma rifiuto del tutto la nozione cisnormativa e transfobica per cui quella parolina – trans – non dovrebbe ricoprire nessun ruolo particolare nella mia identificazione, nella mia storia, nella mia prospettiva, nel mio pensiero.

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Posted in AntiAutoritarismi, Corpi/Poteri, R-esistenze.