Da Infoaut:
Il 25 novembre è stato istituito ormai da diversi anni come giornata internazionale contro la violenza sulle donne; una violenza che ancora oggi ha tanti volti e tante forme, da quelle brutali e lampanti del femminicidio (che solo in Italia fa centinaia di vittime ogni anno) ad altre meno visibili ma che necessitano altrettanta determinazione nel combatterle quotidianamente.
Moltissime le iniziative organizzate per oggi in diverse città d’Italia; non ci interessa qui dare spazio alle varie vetrine politiche organizzate dalle stesse istituzioni – o da qualche loro appendice come Snoq – che in tutto il resto dell’anno sfruttano e strumentalizzano il corpo e la violenza sulle donne a proprio piacimento (da ultimo il cosiddetto ‘decreto femminicidio’ emanato quest’estate che presenta diverse criticità per le quali rimandiamo ad articoli e commenti precedentementi pubblicati qui e qui). Vogliamo piuttosto dare voce alle tante iniziative nate e organizzate dal basso, che parlano il linguaggio dell’autodeterminazione e vedono protagoniste le donne che ogni giorno si battono contro forme di violenza diverse:
A Roma, nella notte, il collettivo ‘Cagne Sciolte’ ha deciso di puntare il dito contro i diversi luoghi simbolo della violenza sulle donne (caserme, centri interinali, Chiese, ospedali…) appendendo su quelle mura striscioni e cartelli; sempre nella capitale questa mattina, all’interno della basilica di San Lorenzo al Verano, è stato esposto uno striscione di solidarietà con le Pussy Riot e con tutte le persone che in Russia vengono perseguitate per il proprio orientamento sessuale. L’iniziativa aveva anche l’obiettivo di contestare la visita di Putin, atteso per oggi in Italia per essere ricevuto dalle istituzioni e dal Papa. Per comunicati, foto e maggiori dettagli su entrambe le iniziative romane rimandiamo a questo blog.
Sempre nella capitale, davanti al Ministero di Giustizia, ha avuto luogo la manifestazione organizzata dalle Coordinamenta, scese in piazza per ribadire – tra i vari punti – che “Non vogliamo leggi sui nostri corpi e smascheriamo “la lotta” con cui il sistema vorrebbe combattere la violenza contro le donne, perché è una lotta funzionale all’introduzione di leggi securitarie, razziste, di controllo sociale, di militarizzazione dei territori”. Qui alcune foto degli striscioni.
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